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Sottrarre dati dal pc aziendale non è solo illecito civile ma anche penale
I dati contenuti nel pc aziendale in dotazione al dipendente e utilizzati per lo svolgimento dell’attività lavorativa sono patrimonio aziendale. Pertanto, il dipendente che cancelli o manipoli o trasferisca all’esterno tali dati attua una condotta disciplinarmente rilevante, commette illecito civile e penale e può essere tenuto al risarcimento dei danni. Per dimostrare la condotta illecita del dipendente, il datore di lavoro può legittimamente acquisire e produrre in giudizio i messaggi privati inviati dal lavoratore a soggetti terzi. Così ha stabilito la Cassazione nella pronuncia 33809/2021 che ha affrontato il tema anche sotto il profilo della privacy e dei controlli difensivi.
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Stop all’abuso d’ufficio, ma può scattare la rivelazione di segreto
Soppresso l’abuso d’ufficio con la "riforma Nordio" (Legge 114 del 2024, in vigore dal 25 agosto 2024) la magistratura ha sinora reagito in due modi: da una parte bersagliando la scelta del legislatore con una serie di questioni di legittimità costituzionale, dall’altra provando a utilizzare a fronte del vuoto normativo altre figure di reato.
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Tabulati telefonici, accesso solo per reati gravi e sempre sotto vaglio del giudice
Al pubblico ministero i tabulati telefonici solo per reati gravi (pena nel massimo di tre anni di reclusione o più e molestie telefoniche) e sempre sotto il vaglio del giudice. I paletti all'acquisizione dei tabulati, anche elettronici, sono posti dal decreto legge omnibus su giustizia, Irap, assegni familiari etc., approvato ieri dal consiglio dei ministri, che si applica anche ai procedimenti pendenti. Al centro dell'attenzione del governo l'art. 132 del codice privacy (dlgs 196/2003), che disciplina la conservazione da parte del fornitore di servizi di comunicazione dei dati di traffico telefonico e telematico per finalità di accertamento e repressione dei reati.
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Telecamera nascosta nella doccia dell'ospedale: tre tecnici ‘guardoni’ finiscono a processo per aver spiato almeno 70 infermiere
Una telecamera nascosta era stata piazzata nel bagno dell'ospedale per spiare infermiere e dottoresse mentre facevano la doccia. La vicenda è accaduta all'ospedale San Giuseppe di Empoli.
Usa le foto del figlio adolescente per fare 'sexting' su Instagram: il tribunale lo condanna per sostituzione di persona
Commette il reato di sostituzione di persona colui che, creando un falso profilo su Instagram e utilizzando nella sua immagine di profilo la foto di suo figlio adolescente, induce in errore la persona contattata via social, conducendo con la stessa una relazione a distanza, fatta di scambi di foto e richieste di compimento di atti sessuali. Questo è quanto emerge dalla sentenza del Tribunale di Trieste n. 681/2021.
Usa: Facebook sotto inchiesta penale per cessione dati: rischio multa miliardaria
Facebook è sotto inchiesta penale negli Stati Uniti per gli accordi sulla cessione dei dati degli utenti ad alcune tra le più importanti società tecnologiche, compresi due produttori di smartphone e altri device. Lo scrive il New York Times, segnalando che grazie a queste intese strette con Facebook, i due produttori di telefonini avrebbero avuto accesso alle informazioni personali di milioni di utenti del social media.
Uso improprio dei social network, i genitori hanno il dovere di vigilanza sui figli minorenni
La tragica morte di una bambina di dieci anni - parrebbe, dalle cronache, a seguito di un c.d. challenge su un popolare social network per giovanissimi - ha riacceso nuovamente i riflettori sulle delicatissime dinamiche della rete, quando sono interessati i minori: oggi è sempre più frequente, anche per loro, l'utilizzo di internet e, in generale, degli strumenti di comunicazione telematica, al fine di acquisire notizie e di esprimere le proprie opinioni. La prima generazione digitale ("digital natives") si è sviluppata in un contesto in cui la tecnologia pare essere diventata non solo un supporto ma addirittura una necessità, attraverso cui si manifesta il bisogno di esprimerci, comunicare, intrattenerci e, in definitiva, di evitare la solitudine.
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Video intimo ripreso di nascosto e inviato tramite WhatsApp, scatta il reato di il reato è 'diffusione di riprese fraudolente'
Scatta il reato di “Diffusione di riprese e registrazioni fraudolente” per chi invia su Whatsapp immagine private, nel caso delle riprese fatte di nascosto subito dopo aver consumato un rapporto sessuale in auto. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 2112/2025.
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Videoripresa dei dibattimenti penali ammessa per il diritto di cronaca ma non esente da effetti collaterali
In ossequio al diritto di cronaca è ammessa la ripresa audiovisiva dei dibattimenti. L'ingresso delle telecamere in aula, tuttavia, può generare effetti non sempre lodevoli, peraltro superabili.
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Videosorveglianza senza accordo sindacale: il consenso del lavoratore non esime dalla responsabilità penale
In caso di installazione di un impianto di videosorveglianza in mancanza di accordo sindacale, il consenso del lavoratore non costituisce esimente della responsabilità penale. È il principio affermato dalla Cassazione con sentenza 1733 del 17 gennaio 2020.
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Il presidente di Federprivacy al TG1 Rai
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