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Telecamera nascosta nella doccia dell'ospedale: tre tecnici ‘guardoni’ finiscono a processo per aver spiato almeno 70 infermiere

Una telecamera nascosta era stata piazzata nel bagno dell'ospedale per spiare infermiere e dottoresse mentre facevano la doccia. La vicenda è accaduta all'ospedale San Giuseppe di Empoli.

(Foto di repertorio che non si riferisce in alcun modo al contenuto dell'articolo. Fonte: Freepik)

I guardoni a finire nei guai sono tre tecnici di una ditta esterna addetti alla manutenzione, per i quali il giudice Franco Attinà, al termine dell'udienza predibattimentale, ha disposto l'apertura della fase istruttoria il 5 maggio 2025, accogliendo la richiesta della Procura.

Gli imputati sono un 57enne fiorentino, un 37enne del Pisano e un 41enne della provincia di Firenze. Sarebbero stati loro a vilare la privacy delle professioniste sanitarie installando la telecamera negli spogliatoi dell'ospedale e l'accusa è interferenze illecite nella vita privata altrui, il cui reato di cui all’art 615 bis del Codice Penale, prevede la reclusione da sei mesi a quattro anni, con l’aggravante dei motivi abietti ai sensi dell’art. 61 del Codice Penale in ragione del “movente spregevole, ignobile e rivelatore di un tale grado di perversità da destare un profondo senso di ripugnanza in ogni persona di media moralità". (Cassazione Sez. 5, n. 33250 del 02/07/2017)

Il caso era scoppiato nel maggio 2023 quando un'infermiera, proprio mentre faceva la doccia, si era accorta della presenza della minuscola telecamera incastonata nel muro.

Le indagini avevano poi svelato che i tre avrebbero piazzato la microtelecamera nelle docce dello spogliatoio, collegandola con un cavo a un monitor, collocato in una stanza attigua, magazzino che ospita le squadre di tecnici impegnati nella struttura. Le indagini hanno escluso che le immagini siano state registrate diffuse in rete. Dopo la diffusione della notizia, altre 70 denunce firmate da altrettante infermiere e operatrici sociosanitarie sono arrivate in procura. Al processo poi si sono costituite parte civile una cinquantina di sanitarie e la Asl Toscana Centro.

“L’udienza ha avuto esito positivo” – ha commentata soddisfatta l’avvocato Silvia Polli al quotidiano La Nazione“C’era il rischio che l’esito delle indagini fosse insufficiente a proseguire e invece, di fatto, è stato disposto il rinvio a giudizio dei tre imputati. Superata questa udienza filtro, ci auguriamo ora che il processo possa andare avanti spedito”.

In udienza era presente anche una delegazione di infermiere: “Hanno voluto lanciare un messaggio indossando al collo un foulard rosso” – ha spiegato l’avvocato Polli – "Nel corso della prossima udienza probabilmente alcune infermiere saranno ascoltate come testimoni. Come parte civile abbiamo chiesto un risarcimento di 80mila euro per ciascuna di loro”. I tre tecnici invece rischiano adesso di andare in carcere.

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