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La piattaforma BeReal accusata di costringere gli utenti a rinunciare alla privacy chiedendo loro il consenso sul marketing ogni giorno finché non l’accettano

Dito puntato contro BeReal, piattaforma social nota per la caratteristica di inviare agli utenti una notifica quotidiana ad un orario casuale in cui invita gli stessi a condividere entro due minuti una foto scattata con la webcam del loro dispositivo elettronico.

Secondo quanto denunciato dall’organizzazione non profit noyb (European Center for Digital Rights) fondata da Max Schrems, BeReal costringerebbe senza via di scampo gli utenti a dare obbligatoriamente il loro consenso sulla privacy per finalità di marketing.

Quando le persone aprono l'app, si trovano infatti di fronte a un pop-up che chiede loro di dire "" o "no" all'uso dei loro dati personali per scopi pubblicitari, ma se cliccano su “Accetto” non vedranno mai più il banner del consenso, mentre se decidono di fare clic su "rifiuto", il banner continuerà fastidiosamente ad apparire ogni giorno vita natural durante, fino a quando l’utente non si rassegnerà a fare click sul pulsante "giusto" per acconsentire che i suoi dati vengano usati per finalità pubblicitarie.

BeReal, che conta oltre 23 milioni di utenti giornalieri, cerca di differenziarsi da Instagram e da altri social tradizionali, perché obbligando ogni giorno gli utenti a scattare in modo casuale una foto con i loro smartphone entro due minuti dovrebbe garantire che le persone diano una visione “reale” della loro vita quotidiana, in contrasto con la natura eccessivamente perfetta e curata delle altre piattaforme.

Peccato che cerchi anche di fare pressione sulle persone per rinunciare alla loro privacy.

(Nella foto: Lisa Steinfeld, Avvocato esperto in materia di protezione dei dati presso noyb)

Secondo noyb, “la tecnica adottata da BeReal è un esempio lampante di dark pattern, ovvero stratagemmi progettati ad arte per manipolare la decisione degli utenti e infastidirli nel dare il loro consenso”, e questa piattaforma non sembra non essere proprio in grado di accettare un rifiuto quando si tratta del diritto alla privacy dell’Unione Europea.

Lisa Steinfeld, Avvocato esperto in materia di protezione dei dati spiega: “Le tattiche di spinta di BeReal sono particolarmente assurde. Quando si confronta per la prima volta con il banner di consenso, gli utenti hanno l'impressione che l'app rispetti effettivamente la loro scelta - solo per scoprire che BeReal in realtà non accetterà un no come risposta. È ovvio che BeReal sta cercando di spingere gli utenti a acconsentire al tracciamento online”.

Il Comitato europeo per la protezione dei dati (EDPB) ha già affrontato il tema dei dark pattern simili a quelli utilizzati da BeReal nelle Linee Guida 3/2022. Quando viene ripetutamente richiesto di acconsentire, "è probabile che gli utenti finiranno per arrendersi in quanto sono stanchi di dover rifiutare la richiesta ogni volta che usano la piattaforma", scrive l'autorità. In altre parole: il consenso non è dato liberamente e quindi non valido.

Nel comunicato pubblicato sul sito noyb.eu, l’Avv. Steinfeld aggiunge: “Il GDPR rende chiaro che il consenso è valido solo se è liberamente dato. Sfortunatamente, BeReal non sembra preoccuparsi e preferirebbe fare pressione sulle persone per dare il loro consenso anche se non vogliono essere monitorate”.

Noyb ha presentato un reclamo all'autorità francese per la protezione dei dati (CNIL). Il tentativo quotidiano di BeReal di spingere i suoi utenti ad accettare il tracciamento per la pubblicità personalizzata ha un impatto significativo sul comportamento degli utenti. Il consenso dato in queste circostanze non è dato liberamente, il che significa che non soddisfa i requisiti stabiliti dall’articolo 4, paragrafo 11, del GDPR.

Perciò noyb ha chiesto al garante della privacy francese di ordinare a BeReal di conformare il suo trattamento e cancellare i dati personali del denunciante. Infine, noyb ha sollecitato alla CNIL di imporre anche una multa amministrativa per prevenire violazioni simili in futuro.

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