Il reato di molestie si può configurare attraverso sms e WhatsApp, ma non tramite email
La mail non è molesta al pari degli sms o dei messaggi whatsapp. Questo in estrema sintesi l’orientamento ribadito dalla Corte di cassazione penale con la sentenza n. 8231/2025, con cui ha rigettato il ricorso di un padre condannato a 200 euro di ammenda, ma che la decisione di legittimità ha ridotto di un terzo proprio affermando che “il fatto non sussiste” in ordine alla mail inviate dal ricorrente, mentre ha confermato la rilevanza penale degli invii molesti realizzati con le altre due modalità telefoniche.
Fonte: Il sole 24 Ore - di Paola Rossi
(Download sentenza riservato agli associati)
Per leggere questo articolo devi essere registrato ed effettuare il login!