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Ora con l'intelligenza artificiale chiunque può rubare il vostro volto e fare una videoconferenza spacciandosi per voi
Con un software che sfrutta l'intelligenza artificiale gli utenti possono trasformarsi in un personaggio famoso per fare "meme" satirici, ma anche i malintenzionati possono spacciarsi per voi in una videoconferenza con una qualità delle immagini talmente elevata da riuscire a ingannare familiari, colleghi di lavoro, clienti, ed altri conoscenti che possono essere convinti di parlare proprio con voi.
Pedinare il vicino di casa e scattargli fotografie di nascosto configura il reato di molestie e stalking
Pedinare il vicino di casa, rivolgergli occhiatacce e scattargli fotografie di nascosto. Non si tratta di dispetti ma di vere e proprie molestie alla base di gravi episodi di stalking condominiale. Una condotta molesta su cui non è possibile applicare la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. Così ha stabilito la Cassazione nella sentenza 49269/2022, rigettando il ricorso di un ottantenne siciliano, accusato di aver ripetutamente importunato uno degli inquilini del palazzo in cui abitava.
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Pedopornografia, non è in sé la navigazione online a determinare il reato ma la materiale disponibilità dei file anche per un tempo limitato
Il mantenimento di diversi files, che ritraggono minori in versione esplicitamente sessuale, accessibili dall'interno di un proprio account creato su un sito internet costituisce detenzione di materiale pedopornografico ai sensi dell'articolo 600 quater del Codice penale.
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Per il sequestro di sangue in provetta prelevato in ospedale non serve il consenso
Per la Cassazione non viola il diritto alla privacy dell’imputato il sequestro in ospedale di provette di sangue raccolte precedentemente per l’effettuazione di analisi mediche. Il campione biologico così acquisito non richiede - al fine di costituire prova legale legittima - il preventivo consenso dell’imputato.
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Post offensivi, il no dei social non deve bloccare le indagini
Se il social network non collabora nell’identificazione dell’autore del reato, le indagini devono essere approfondite per individuare chi ha scritto il post. La battaglia contro il diniego delle autorità statunitensi di fornire gli indirizzi IP degli iscritti ai social network parte dalla Cassazione che con la sentenza 42630/2018 ha imposto ai giudici nazionali di motivare adeguatamente le ragioni dell’archiviazione a carico del presunto autore della diffamazione on line.
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Procedimenti penali: è il procuratore della repubblica l’unico organo legittimato a fornire informazioni alla stampa
Il procuratore della repubblica è l’unico organo legittimato a fornire informazioni alla stampa sui procedimenti penali in corso tramite conferenze stampa o comunicati dell'autorità giudiziaria o delle forze dell'ordine autorizzati dallo stesso procuratore. “Al di fuori di questi casi, non è consentito ad alcuno, né ai magistrati né agli appartenenti alla polizia giudiziaria, di fornire ulteriori notizie". E le informazioni potranno essere divulgate alla stampa solo per due motivi: se "strettamente necessarie per la prosecuzione delle indagini" o quando "ricorrono specifiche ragioni di interesse pubblico".
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Reato di diffamazione e non di ingiuria aggravata se il post è condiviso sul social quando la vittima non è on line
Se la persona colpita da frasi offensive all’interno di una chat condivisa con altri non era on line al momento della loro pubblicazione il reato commesso dall’autore dell’espressioni ingiuriose è quello della diffamazione e non dell’ingiuria aggravata.
Reato postare su siti porno fotomontaggi con volti presi da Facebook
Scatta il reato di trattamento illecito di dati personali per chi -anche solo in un breve lasso di tempo - posta su siti porno fotomontaggi realizzati a partire da foto di sue conoscenti, prelevate da Facebook. E non costituisce valida difesa sostenere che si tratti solo di "una bravata". La Cassazione con la sentenza n. 43534 ha così confermato la condanna a sei mesi per il reato lesivo della privacy di ben 17 ragazze, nonostante avessero tutte rimesso la querela per diffamazione a seguito di uno spontaneo risarcimento di 1.300 euro ciascuna da parte del ricorrente.
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Reato spiare l’ex per provare che manipola i figli
Reato spiare l’ex per provare che manipola il figlio minore, mentre la coppia si sta separando. E ciò benché l’uomo che nasconde la “cimice” sia il proprietario di casa: il discrimine fra interferenza illecita e lecita non sta nella natura del momento di privacy violato, ma nel fatto che chi registra sia parte o meno del video o dell’audio.
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Revenge porn, integra il delitto di diffusione illecita di immagini la condotta di chi diffonde video sessualmente espliciti
Integra il delitto di diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti la condotta di chi, avendo ricevuto o comunque acquisito, anche dalla stessa persona ritratta, immagini o video di revenge porn, li invia, consegna, cede, pubblica o diffonde senza il consenso della persona rappresentata, al fine specifico di recarle nocumento.
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Il presidente di Federprivacy a Report Rai 3
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