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Visualizza articoli per tag: violazioni

A pochissimi giorni dalla scoperta del massiccio furto di dati personali perpetrato ai danni di Facebook che ha coinvolto mezzo miliardo di utenti nel mondo, stavolta a fare le spese dei criminali informatici è Linkedin, il social network professionale per eccellenza usato principalmente nello sviluppo delle relazioni di lavoro. Un enorme archivio contenente dati presumibilmente trafugati da 500 milioni di profili Linkedin è stato infatti messo in vendita online, con altri 2 milioni di record esibiti come campione di prova di autenticità dall'autore del post che ne ha dato l’annuncio su un popolare forum di hacking.

L’autorità per la protezione dei dati del Lussemburgo ha proposto una multa di oltre 425 milioni di dollari (circa 350 milioni di euro) contro Amazon.com. Il caso è quello riguardante la protezione dei dati degli utenti nell’Unione europea, che potrebbe terminare con la più alta sanzione inflitta per la violazione del GDPR, il regolamento Ue sulla privacy.

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Milioni di informazioni sanitarie relative alle analisi del sangue dei pazienti venivano conservate per mesi in centinaia di fogli di calcolo Excel di grandi dimensioni e salvate in un’enorme copia cache online senza alcuna password o altra protezione all’interno di un contenitore virtuale ospitato su un web server di Amazon (AWS) accessibile da chiunque.

Sabato, 04 Marzo 2023 07:41

Anche i re violano la privacy

Anche le monarchie violano la privacy. Ma non temono sanzioni, perché gli uffici reali godono della immunità del sovrano. È la cronaca di quanto è successo in Belgio, dove il Garante della privacy ha messo nero su bianco (decisione n. 12/2023 del 16 febbraio 2023 nel caso n. DOS-2020-0565) che la regia amministrazione, venendo meno agli obblighi di trasparenza e di informativa, ha violato gli articoli 12 e 13 del regolamento Ue 2016/679 (Gdpr), per non avere dato notizie su come vengono trattati i dati dei cittadini (o sudditi?) che inviano richieste a Sua Maestà (mentre l'informativa, però, non si sa con quale logica, viene data a chi visita il sito internet della blasonata monarchia).

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L'applicazione delle ammende è subordinata a rigorose condizioni: devono essere dissuasive e appropriate. Garanti e giudici, nelle ingiunzioni e nelle sentenze, devono dare conto della presenza dei requisiti richiesti dal Gdpr. È questo l'orientamento della Corte di Giustizia Ue sentenza del 26/9/2024, resa nella causa C768/21.

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Sono finiti alla gogna online e adesso si trovano a rischio di estorsioni oltre 470mila sventurati utenti frequentatori di un sito per adulti di escort molto attivo con oltre 12,5 milioni di post che gli iscritti hanno pubblicato nella community per lasciare recensioni e raccontare le loro esperienze avute durante gli incontri a pagamento con le accompagnatrici di lusso.

Un gruppo di hacker, noto come ShinyHunters, ha messo a segno un attacco informatico ai danni della piattaforma di vendita di biglietti Ticketmaster. La violazione avrebbe portato ai cyber criminali centinaia di migliaia di biglietti e i dati personali di ben 560 milioni di utenti. 

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Un attacco informatico verificatosi nel week end e scoperto dai tecnici al rientro lunedì mattina 11 aprile 2021 ha mandato in tilt i server dell'ATC Torino (Agenzia Territoriale per la Casa), l'azienda pubblica che gestisce 30mila appartamenti di edilizia popolare. Gli hacker hanno chiesto all'ente un riscatto di 700mila dollari per restituire i dati rubati e criptati.

L' Autorità australiana per la tutela della concorrenza e dei consumatori (Accc) ha annunciato oggi di aver avviato un procedimento legale contro Google con l’accusa di aver ingannato gli utenti per ottenere il loro regolare consenso all'uso di dati personali per veicolare pubblicità mirate.

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Trattamento illecito di dati personali e diffamazione aggravata per aver messo in vendita online un catalogo di (ignare) donne single di quel ramo del lago di Como. Il Tribunale di Lecco ha depositato le motivazioni della condanna - 1 anno e sei mesi, oltre ai risarcimenti civilistici in separata sede -al fantasioso “editore” che quattro anni fa aveva creato fama non cercata e problemi relazionali a 1218 donne di ogni età, finite loro malgrado in un catalogo tratto da Facebook «che costa meno di un aperitivo».

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Il presidente di Federprivacy al TG1 Rai

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