Federprivacy
Federprivacy è la principale associazione di riferimento in Italia dei professionisti della privacy e della protezione dei dati, iscritta presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MISE) ai sensi della Legge 4/2013. Email: [email protected]
Rivelare i propri dati sensibili in pubblico non significa che Facebook possa usarli a suo piacimento
Rivelare i propri dati sensibili in pubblico non significa autorizzare chiunque a usarli a piacimento, pertanto Facebook non può usare indiscriminatamente le informazioni degli orientamenti sessuali di un utente per mandargli pubblicità personalizzata senza il suo consenso. Queste le conclusioni dell'avvocato generale della Corte di Giustizia dell'UE nella decisione della Causa C-446/21.
Si può imporre ai provider di conservare in maniera «stagna» gli indirizzi IP degli utenti
La Corte Ue precisa - con la sentenza sulla causa C-470/21 - quali debbano essere i requisiti e le modalità di conservazione degli indirizzi Ip da parte dei fornitori di servizi Internet al fine di identificazioni che non debbono però violare in sé i diritti fondamentali degli utenti cui si riferiscono tali dati di accesso alla rete.
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La Corte Ue frena sull’accesso ai tabulati per ritrovare lo smartphone rubato
No all’accesso indiscriminato ai tabulati telefonici e a tutti gli altri dati nelle mani delle Telco - come posizione, pagine internet visitate ecc. - per identificare gli autori di un reato che non sia di gravità tale da autorizzare una simile ingerenza nei diritti fondamentali della persona. Questo principio viene esteso dalla Corte Ue, sentenza della Corte nella causa C-178/22.
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Il sequestro dello smartphone 'copiato' e restituito giustifica l’istanza di riesame
Non viene meno l’interesse a impugnare, a fini del suo riesame, la misura cautelare di sequestro probatorio che abbia colpito lo smartphone già restituito dopo l’effettuazione della copia forense di tutti i dati in esso contenuti.
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La privacy può aspettare per Google: rinviato ancora l’addio ai cookie per tracciare gli utenti
Niente addio ai cookie di terze parti, almeno ancora per un altro anno. Per la terza volta, Google ha infatti deciso di rinviare al 2025 la cosiddetta deprecazione di questi strumenti sul suo browser Chrome, attraverso i quali traccia gli utenti in tutte le loro attività online.
Spagna: pubblicate in Gazzetta Ufficiale oltre 11 milioni di euro di sanzioni inflitte a Iberdrola e CaixaBank per violazioni del Gdpr
Da anni l’autorità per la protezione dei dati spagnola (AEPD) è la prima tra i 27 stati membri dell’UE per numero di sanzioni, e di recente ha lasciato ulteriormente il segno infliggendo a Iberdrola e CaixaBank oltre 11 milioni di euro di multe che non hanno potuto passare inosservate, perché sono state addirittura pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale.
Il datore di lavoro paga i danni privacy causati dal dipendente anche se lo ha correttamente istruito sui trattamenti dei dati
Il datore di lavoro risarcisce i danni “privacy” causati da un errore commesso dal proprio dipendente. Anche se è quest’ultimo ad avere violato le (corrette) istruzioni ricevute, ciò non basta a esonerare il datore di lavoro dalle responsabilità. Lo ha chiarito la Corte di Giustizia Ue con la sentenza dell'11 aprile 2024 nella causa C-741/21.
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Da Fondirigenti 10 milioni di euro per piani formativi su competenze digitali, cybersecurity, protezione dati e privacy
È dedicato alle competenze manageriali per l’innovazione digitale l'Avviso 1/2024 di Fondirigenti, il fondo interprofessionale leader in Italia per il finanziamento della formazione continua dei dirigenti, promosso da Confindustria e Federmanager.
E' responsabile la banca se non blocca subito il conto corrente oggetto di phishing
In materia di internet banking deve affermarsi la responsabilità dell’istituto di credito che, a conoscenza dell’illegittima sottrazione ai danni del proprio correntista di credenziali e password, ad opera di terzi, non abbia cautelativamente e immediatamente provveduto al blocco del conto corrente del medesimo cliente. Lo precisa il tribunale di Ragusa con la sentenza 7 marzo 2024, n. 420.
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Corte Costituzionale: le regioni non possono disciplinare autonomamente il trattamento dei dati personali
È incostituzionale una disciplina regionale che regola il trattamento dei dati personali nella installazione degli impianti di videosorveglianza, in quanto vìola gli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea e invade le competenze legislative esclusive dello Stato nella materia "ordinamento civile".