Federprivacy
Federprivacy è la principale associazione di riferimento in Italia dei professionisti della privacy e della protezione dei dati, iscritta presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MISE) ai sensi della Legge 4/2013. Email: [email protected]
Cina, stretta del governo per tutelare i dati personali nelle auto
La Cina intende varare una stretta sulla tutela dei dati generati dalle automobili. Il governo di Pechino ha infatti richiesto alle Case di rafforzare il livello di protezione e di provvedere all’archiviazione dei dati generati in loco. In particolare, il ministero dell’Industria e dell’Informatica ha stabilito nuove linee guida in materia, secondo le quali i costruttori dovranno ottenere una doppia approvazione normativa nella gestione dei dati critici contenuti nelle vetture: sia quando questi vengono esportati, sia in caso di aggiornamento software dei sistemi di bordo.
Gli hacker colpiscono Accenture con il ransomwarese e se ne fanno beffe
Anche la multinazionale di consulenza Accenture è finita sotto attacco ransomware. E' stato sferrato dalla banda di cybercriminali Lockbit, già colpevole di altri attacchi. L'annuncio è stato dato dagli stessi criminali, poi confermato dall'azienda in una nota: "Durante lo svolgimento dei nostri protocolli di sicurezza abbiamo identificato attività irregolari in uno dei nostri ambienti. L'incidente è stato prontamente contenuto ed i server colpiti immediatamente isolati e ripristinato completamente i nostri sistemi interessati dal backup.
La ASL deve trasmettere i dati dei positivi al Covid-19 e li spedisce alla email generica pubblicata sul sito del Comune
L'elenco delle persone in quarantena non può essere spedito dall'asl ad un indirizzo generico del comune accessibile da qualunque dipendente. Lo ha chiarito il Garante della Privacy con provvedimento del 13 maggio 2021 [doc. web 9685865]. Un comune ha segnalato all'autorità la possibile violazione della disciplina in materia di corretto trattamento dei dati personali da parte dell'Asl di Asti che ha inviato l'elenco delle persone contagiate ad un indirizzo email del municipio pubblicato nella pagina dei contatti del sito del comune, accessibile a tutti i dipendenti.
I professionisti della protezione dei dati sempre più impegnati nella divulgazione della cultura della privacy
Malgrado le criticità della pandemia, nel 2020 Federprivacy è riuscita a proseguire le proprie attività facendo anche uno sforzo speciale per diffondere la cultura della privacy con distribuzione gratuite di decine di migliaia di riviste e libri, e organizzando giornate di formazione gratuita per i professionisti. Bernardi: “Nonostante le notevoli risorse economiche impiegate nelle attività divulgative siamo riusciti a far quadrare i conti e a dare il nostro contributo nel sociale”. Infografica riepilogativa con tutti i principali numeri dei risultati raggiunti lo scorso anno.
Green pass, il Garante Privacy non pone veti sul controllo dei documenti d'identità da parte dei gestori di bar e ristoranti
Controllare il green pass significa non solo utilizzare specifici canali digitali (l'App VerificaC19 messa a punto dal governo) per la lettura delle certificazioni verdi, ma anche verificare l'identità del titolare. In attesa che arrivi la circolare promessa dal Viminale con le indicazioni per gli esercenti e i gestori dei servizi, il Garante privacy sconfessa il ministro dell'interno Luciana Lamorgese che lunedì aveva dichiarato di voler esonerare bar e ristoranti dal controllo dei documenti di identità dei clienti muniti di green pass.
Parto anonimo: non si può negare al figlio di accedere ai dati sanitari della madre biologica
Il giudice non può negare alla figlia di accedere ai dati sanitari che riguardano i suoi genitori, solo basandosi sulla volontà, mai rimossa, della madre di restare anonima. La Cassazione (sentenza 22497/2021) accoglie sul punto il ricorso di una signora ultracinquantenne, arrivata fino all’ultimo grado di giudizio, per rivendicare il suo diritto di accesso alle origini. La ricorrente chiedeva ai giudici di procedere all’interpello della madre biologica per capire se c’erano margini di ripensamento da parte sua, oltre a chiedere di poter prendere visioni delle informazioni sanitarie relative al genitore naturale e alle anamnesi familiari, fisiologiche e patologiche, con particolare riferimento alle malattie ereditare trasmissibili.
Viola l’obbligo di segretezza l'impiegato che in un «gruppo chiuso» su Facebook rivela dati sanitari del cliente
Al dipendente di un ufficio postale è costato la sanzione disciplinare della sospensione dal lavoro senza retribuzione lo sfogo sui social network con cui ha rivelato dati sanitari dei quali è vietata la diffusione non autorizzata in base al Regolamento Ue 2016/679, Gdpr. Il Tribunale di Rovigo, con la sentenza 85 del 20 aprile 2021, ha confermato la legittimità della sanzione, solo rideterminata in due giorni al posto dei cinque disposti dall’azienda.
Apple scansionerà il tuo iPhone per tutelare i minori. Ma scatta l'allarme sulla privacy
La nuova mossa di Apple contro la pedopornografia è destinata a far discutere. Fermo restando il sostegno alla lotta contro gli abusi sui minori, i mezzi scelti dall'azienda di Cupertino hanno lasciato aperto più di un interrogativo sul fronte della privacy. Secondo quanto riferito da alcune fonti statunitensi, Apple starebbe per introdurre un sistema di scansione automatico dei dispositiv come iPhone e iPad, per la ricerca di immagini di abusi su minori. A preoccupare come sempre sono i possibili abusi a danno della privacy degli utenti, ai quali non sarà chiesta alcuna autorizzazione per procedere ai controlli.
Lussemburgo: Amazon, multa record da 746 milioni di euro per violazione del Gdpr
La competente autorità di controllo per la protezione dei dati ha comminato una multa record da 746 milioni di euro ad Amazon per violazioni della privacy correlate alle sue pratiche pubblicitarie. Si tratta della sanzione più alta in assoluto da quando è stato introdotto il Gdpr, che da sola ammonta a più del doppio dei 307 milioni di euro di sanzioni che erano state complessivamente irrogate lo scorso anno.
Social network, quando un commento può costare il posto di lavoro
Si gioca sul crinale tra diritto di critica e offesa gratuita la partita tra lavoratori e aziende per i commenti sui social network. Se è lecito scrivere post commentando fatti realmente accaduti con un linguaggio moderato, la giurisprudenza non ammette invettive personali e attacchi non giustificati. Lo ha ribadito il Tribunale di Taranto con la sentenza del 26 luglio scorso , che si è pronunciata sul caso del lavoratore dell’ex Ilva licenziato per giusta causa per aver scritto sulla propria bacheca Facebook un commento su una fiction in cui accusava gli autori di non aver avuto il coraggio di fare il nome dell’azienda, concludendo con la parola «assassini».