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Videosorveglianza condominiale, in assenza della delibera assembleare il trattamento risulta illecito
In assenza di delibera assembleare per l'installazione della videosorveglianza in un condomininio, il trattamento risulta illecito perché effettuato in violazione dei principi generali di liceità, correttezza e trasparenza (art. 5, par. 1, lett. a del Regolamento UE 2016/679) nei confronti di tutti gli interessati (condomini e non) nonché in assenza di un idoneo presupposto di legittimità.
Videosorveglianza conforme al GDPR, seminario online il 29 settembre
La videosorveglianza è uno dei settori che presentano maggiori criticità per i professionisti che devono occuparsi del rispetto della normativa in materia di protezione dei dati personali. Per questo Federprivacy ha organizzato un seminario che si pone l'obiettivo di fornire un quadro generale sulla disciplina applicabile ai sistemi di videosorveglianza.
Videosorveglianza illegittima, per il risarcimento del danno occorre dimostrare un pregiudizio effettivo
Ai fini del risarcimento del danno non patrimoniale per violazione del diritto alla riservatezza, è necessario che l'offesa sia grave, ossia che il diritto sia inciso oltre una soglia minima, cagionando un pregiudizio effettivo. Occorre cioè una certa soglia di offensività, che renda il pregiudizio tanto serio da essere meritevole di tutela. Per valutare il livello della gravità della lesione e della serietà del danno deve procedersi ad un giudizio di bilanciamento tra il principio di solidarietà verso la vittima e quello della tolleranza, con la conseguenza che il risarcimento del danno non patrimoniale è dovuto solo laddove sia superato il pregiudizio di tollerabilità e il pregiudizio non sia futile. A ribadire queste regole è il Tribunale di Palermo con la sentenza n. 912/2021.
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Videosorveglianza indiscriminata sui dipendenti negli ambienti di lavoro, maxi multa da 10 milioni di euro per l'azienda
Da almeno due anni una società di e-commerce tedesca monitorava illecitamente i propri dipendenti attraverso un sistema di videosorveglianza che aveva telecamere installate in vari locali aziendali, tra cui le sale di vendita, i magazzini e le aree comuni. Per questo, il Commissario statale per la protezione dei dati (LfD) della Bassa Sassonia nei giorni scorsi ha inflitto alla notebooksbilliger.de AG una multa di ben 10,4 milioni di euro.
Videosorveglianza installata fuori dalla propria abitazione: necessario limitare il cono di ripresa per non incorrere in sanzioni
Chi vuole posizionare sistemi di videosorveglianza fuori casa deve documentare bene questa scelta. Senza un legittimo interesse concreto e documentato meglio infatti limitare il cono di ripresa alla soglia della propria abitazione per non incorrere in sanzioni.
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Videosorveglianza nei Comuni come efficace strumento nella lotta alla criminalità: come gestirla nel rispetto della normativa sulla privacy
La videosorveglianza per la sicurezza urbana va necessariamente gestita nel rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali dei cittadini. Da qualche anno, sempre più spesso si ha notizia di rilevanti fondi statali posti a disposizione dei Comuni per implementare sistemi di videosorveglianza funzionali alla prevenzione ed al contrasto dei fenomeni di criminalità diffusa e predatoria.
Videosorveglianza nei condomini: sconsigliato il ‘fai da te’
L’attivazione e la gestione di un sistema di videosorveglianza all’interno di un condominio, per controllare le aree comuni, comporta un trattamento di dati personali che, al fine di evitare sanzioni pecuniarie, deve essere necessariamente progettato ed eseguito attuando in modo efficace i principi di protezione dei dati personali. Non basta quindi l’apposizione di un semplice cartello con un’icona ma bisogna realizzare una serie di adempimenti che postulano la necessità di coinvolgere un consulente privacy veramente esperto. È fortemente sconsigliato il “fai da te”!
Videosorveglianza nei luoghi di lavoro: il legittimo interesse deve essere adeguatamente documentato
All’esito dell’attività ispettiva condotta da parte dell’Autorità Garante per la protezione dei dati personali iniziata nel 2021, l’ambito della videosorveglianza ha registrato un rilevante numero di non conformità per lo più riconducibili a trasparenza, liceità e limitazione della conservazione.
Videosorveglianza nei luoghi di lavoro: l’accordo sindacale o l’autorizzazione dell'ispettorato sono imprescindibili condizioni di legittimità del trattamento
Torna a far parlare di sé per le lacune nel rispetto della privacy la casa della moda Hennes & Mauritz dopo che nel 2020 fu sanzionata dal Garante svedese a pagare una multa di 35,3 milioni di euro per aver “spiato” i propri dipendenti nella filiale tedesca di Norimberga.
Videosorveglianza più trasparente, cambia il cartello di avviso delle telecamere
Nuovo cartello per la videosorveglianza. È inserito nelle linee guida n. 3/2019 elaborate dal Comitato Europeo per la protezione dei dati (Edpb), in corso di approvazione, dedicate alla disciplina del trattamento dei dati attraverso apparecchiature di videoripresa, alla luce del regolamento Ue sulla privacy n. 2016/679 (Gdpr).
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Siamo tutti spiati? il presidente di Federprivacy a Cremona 1 Tv
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