Videosorveglianza indiscriminata sui dipendenti negli ambienti di lavoro, maxi multa da 10 milioni di euro per l'azienda
Da almeno due anni una società di e-commerce tedesca monitorava illecitamente i propri dipendenti attraverso un sistema di videosorveglianza che aveva telecamere installate in vari locali aziendali, tra cui le sale di vendita, i magazzini e le aree comuni. Per questo, il Commissario statale per la protezione dei dati (LfD) della Bassa Sassonia nei giorni scorsi ha inflitto alla notebooksbilliger.de AG una multa di ben 10,4 milioni di euro.
(Nella foto: Barbara Thiel, commissario per la protezione dei dati personali nella Bassa Sassonia)
La società sanzionata si è giustificata affermando che lo scopo delle telecamere installate era quello di prevenire e indagare sui reati e di tracciare il flusso delle merci nei magazzini, ma come sottolinea l’autorità tedesca nel proprio comunicato dello scorso 8 gennaio, per prevenire i furti le aziende non possono ricorrere ad una videosorveglianza indiscriminata negli ambienti di lavoro, ma in presenza di un sospetto devono agire gradualmente con controlli inizialmente meno invasivi, come possono essere quelli effettuati a campione sui bagagli di chi esce dai locali commerciali.
Anche la videosorveglianza per scoprire i reati è lecita solo se esiste un fondato sospetto nei confronti di determinate persone. In tal caso, potrebbe essere consentito monitorarli con telecamere per un periodo di tempo limitato, ma nel caso della notebooksbilliger.de il funzionamento delle telecamere non era né limitato a un determinato periodo né a dipendenti specifici, e in molti casi le registrazioni venivano salvate per 60 giorni, un tempo notevolmente più lungo del necessario.
E ad essere sorvegliati in modo sproporzionato non erano solo i dipendenti ma anche i clienti dell’azienda attraverso telecamere puntate sui posti a sedere nell'area di vendita, in particolar modo dove le persone testano i prodotti che sono interessati ad acquistare.
"Si tratta di un grave caso di videosorveglianza in azienda", ha affermato Barbara Thiel, commissario statale per la protezione dei dati nella Bassa Sassonia, "le aziende devono capire che con una videosorveglianza così invasiva violano in maniera massiccia i diritti dei propri dipendenti". Il presunto effetto deterrente delle telecamere, che viene ripetutamente invocato, non giustifica un'interferenza permanente e non concilia con i diritti personali dei dipendenti. “Se così fosse, le aziende potrebbero estendere la sorveglianza senza limiti”, ha spiegato la Thiel ricordando che i dipendenti non devono rinunciare ai loro diritti personali solo perché il loro datore di lavoro ha un generico sospetto che possano avvenire dei furti.
L’importo di 10,4 milioni di euro rappresenta la multa più alta finora inflitta dall’autorità di controllo della Bassa Sassonia ai sensi del Gdpr.