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L'inganno sentimentale della 'truffa romantica' va apprezzato in concreto
Si fa sempre più ricorrente la possibilità su internet di imbattersi in una delle sofisticate fattispecie di "truffe romantiche". Trappole tese in rete da persone singole o gruppi criminali organizzati con l'obiettivo di sedurre naviganti "deboli" del web tramite i social-network, creando profili "attraenti" e generando false identità. Nella prassi gli adescatori scambiano con le vittime designate lunghi messaggi adulatori, dai tratti prima confidenziali e amicali; poi affettivi o persino sessualmente allusivi.
L'invio a più caselle Pec di un messaggio diffamatorio non fa scattare l'aggravante della diffusione su internet
L'invio di un messaggio di posta elettronica certificata - anche a più destinatari - non costituisce di per sè l'aggravante del terzo comma dell'articolo 595 del Codice penale che punisce la diffamazione. Inizialmente la norma prvedeva l'aggravante per la condotta commessa a mezzo stampa. Oggi la nozione è quella della potenziale pubblicità che, con i nuovi mezze di comunicazione, può raggiungere un contenuto diffamatorio. L'immissione in internet di un messaggio è già stata considerata dalla giurisprudenza come presunzione di un alto rischio di diffusione dei contenuti condivisi.
L'invio di messaggi di posta elettronica che invadono la sfera privata del destinatario possono configurare il reato di molestie
È l'invasività nella sfera privata del destinatario delle plurime comunicazioni, effettuate a fini di disturbo o molestia, a far scattare il reato previsto dall'articolo 660 del Codice penale. E non rileva che esse non siano realizzate con lo strumento del telefono come esplicitamente indica la norma. La Corte di cassazione - con la sentenza n. 34171/2023 - ha precisato che il reato può ben essere commesso anche con l'inoltro di messaggi di posta elettronica.
La banca non rimborsa le somme sottratte alla vittima di phishing se è provata l’imprudenza del cliente nel condividere i codici di accesso
La banca non deve rimborsare al cliente vittima di phishing le somme sottrattegli dal conto corrente se dimostra la sua condotta «fortemente imprudente» nell’aver comunicato al truffatore le credenziali di accesso. Lo ha precisato il Tribunale di Roma con la sentenza 16588 del 15 novembre scorso.
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La colpa per la violazione della privacy ricade sull'organizzazione anche se non è identificata la singola persona che l'ha causata
La colpa per le violazioni privacy ricade sull'organizzazione (impresa, ente privato o pubblico), chiamata a pagare le sanzioni, anche se non è identificata la singola persona (ad esempio il dipendente), che ha materialmente commesso la violazione.
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La Corte di Giustizia dell'Ue invalida il 'Privacy shield'
Con la sentenza nella causa C-311/18 del 16 luglio 2020, la Corte di Giustizia dell’Unione europea ha invalidato il "Privacy Shield", ovvero l’accordo largamente difuso con cui grandi organizzazioni e multinazionali potevano fino ad ora legittimare il trasferimento di dati personali tra Europa e Stati Uniti.
La Corte di Giustizia dell'Unione Europea boccia la raccolta indiscriminata dati personali
La Corte di giustizia europea ha bocciato oggi le normative nazionali che impongono la raccolta e la conservazione indiscriminata dei dati personali da parte delle società di telecomunicazioni e di quelle tecnologiche operanti in questo campo, confermando che il diritto dell'Unione si oppone a questo tipo di disposizioni salvo quando siano giustificate da una "grave minaccia" alla sicurezza nazionale.
La Corte Ue frena sull’accesso ai tabulati per ritrovare lo smartphone rubato
No all’accesso indiscriminato ai tabulati telefonici e a tutti gli altri dati nelle mani delle Telco - come posizione, pagine internet visitate ecc. - per identificare gli autori di un reato che non sia di gravità tale da autorizzare una simile ingerenza nei diritti fondamentali della persona. Questo principio viene esteso dalla Corte Ue, sentenza della Corte nella causa C-178/22.
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La donna costretta a recarsi all’estero per praticare l’aborto terapeutico subisce una violazione della privacy e della vita familiare
La Corte europea dei diritti dell'uomo (CEDU) ha stabilito che un tribunale polacco ha violato il diritto di una donna alla vita privata e familiare costringendola a viaggiare all'estero per abortire a causa di un'anomalia fetale.
La moglie che sta divorziando passa ai raggi X reddito e patrimonio di lui
Grazie al fisco lei passa ai raggi X reddito e patrimonio di lui perché pende il giudizio di separazione. L'ex Equitalia (oggi Agenzia delle entrate-Riscossione) deve rilasciare i documenti richiesti sui dati presenti nell'anagrafe tributaria: denunce fiscali, dichiarazioni Iva, immobili di proprietà, locazioni a terzi e comunicazioni finanziarie. In vista della separazione la moglie può passare ai raggi X il reddito e il patrimonio dell'uomo che sta per diventare il suo ex marito.