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Al termine di un’indagine durata ben 6 anni, la Commissione irlandese per la protezione dei dati ha annunciato di aver inflitto una sanzione da 310 milioni di euro a Linkedin, nota la piattaforma social dedicata al mondo del lavoro, per violazioni del Gdpr, in particolare riguardo le modalità di ottenimento del consenso, liceità, equità e trasparenza del trattamento dei dati personali degli utenti.

Secondo a cassazione la mamma che offende un’altra sui social è punibile a meno che non sussistano cause di esclusioni previste come l’art. 599 codice penale o l’art. 131 bis del Codice Penale.

L’avvocato che attribuisca ad un terzo (nella specie, la propria segretaria) la facoltà di pubblicare, senza alcun effettivo controllo preventivo, post e contenuti nelle pagine social e/o sul sito web dello studio legale risponde personalmente dell’eventuale rilevanza disciplinare dell’attività stessa per culpa in eligendo ed in vigilando.

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Chattare via Facebook sul telefonino aziendale svelando segreti d’impresa costa la perdita del posto di lavoro. E per una dipendente non proprio zelante non c’è privacy che tenga. È successo a Bari, dove il Tribunale ha prima deciso che il datore di lavoro poteva utilizzare in giudizio gli screenshot dei messaggi privati della signora e - in base al contenuto di questi - ha poi ritenuto legittimo il suo licenziamento.

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L’uso disinvolto dei social media e dei sistemi di messaggistica digitale (WhatsApp, Telegram e simili) può portare in alcuni casi fino al licenziamento. I lavoratori troppo spesso dimenticano questo concetto. Tutto quello che viene scritto sui social, però, anche fuori dall’orario di lavoro, può essere usato in sede disciplinare, se ha contenuti offensivi verso il datore di lavoro e i colleghi, soprattutto quando questi contenuti sono indirizzati a una massa indistinta di persone.

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È una decisione destinata a destare scalpore (e forse anche a fare scuola) quella della Commissione irlandese per la protezione dei dati che, prima tra i regolatore della privacy dell’Unione Europea ha inviato a Facebook un ordine preliminare per sospendere i trasferimenti di dati negli Stati Uniti sui suoi utenti dell’UE. Si tratta del primo passo significativo che le autorità di regolamentazione dell’UE hanno compiuto per applicare una sentenza di luglio sui trasferimenti di dati della Corte d Giustizia Europea che limita il modo in cui aziende come Facebook possono inviare informazioni personali sugli europei al suolo statunitense, nel timore che i dati degli utenti europei vengano ‘spiati’ e schedati.

Sanzioni per 345 milioni di euro a TikTok per aver violato le norme europee sulla protezione dei dati nel trattamento delle informazioni riguardanti i minori. Secondo quanto annunciato dalla Commissione irlandese per la protezione dei dati (Dpc), oltre a pagare la maxi multa, TikTok Technology Limited dovrà adeguarsi alle prescrizioni ricevute entro tre mesi.

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Con una mossa inaspettata, Meta ha deciso di interrompere le operazioni per utilizzare i dati degli utenti europei di Facebook e Instagram per addestrare la sua intelligenza artificiale. Questa decisione sembra arrivare come diretta conseguenza delle critiche e delle pressioni esercitate dagli enti per la tutela dei consumatori e della privacy nell'UE e nello SEE.

Pubblicate sul web ad insaputa degli utenti migliaia di registrazioni di videochiamate effettuate dal servizio di Zoom, l’app diventata molto popolare in questo periodo di pandemia del Coronavirus. Come riportato sul Washington Post, sono infatti risultati accessibili su piattaforme di video sharing come Youtube e Vimeo i video di riunioni di lavoro, di attività scolastiche, riunioni religiose, e di conversazioni private.

Vantandosi di possedere un database di oltre 10 miliardi di immagini di volti di persone di tutto il mondo, Clearview AI ha messo in atto un vero e proprio monitoraggio posto in essere attraverso tecnologie di intelligenza artificiale basate sul riconoscimento facciale, e per questo di recente la società statunitense era finito nel mirino delle autorità per la privacy di Francia e Regno Unito. Ma ora è il Garante per la protezione dei dati personali ad intervenire in modo risoluto a tutela degli utenti che si trovano sul territorio italiano con una maxi sanzione da 20 milioni di euro.

TV9, il presidente di Federprivacy alla trasmissione 9X5

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