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In scadenza il mandato del Garante europeo per la protezione dei dati: i candidati a guidare l'autorità per i prossimi 5 anni

L'attuale mandato del prossimo Garante europeo per la protezione dei dati (EDPS) è in scadenza il prossimo 5 dicembre, e il 16 gennaio 2025 si svolgeranno le audizioni del Parlamento europeo per la selezione dei candidati a guidare l' autorità di vigilanza sulla privacy delle istituzioni europee per i prossimi cinque anni.

I candidati selezionati dalla Commissione europea non sono pubblici ma non mancano le indiscrezioni e, stando a quanto riportato da Euronews, sia l'attuale Garante, il polacco Wojciech Wiewiórowski che aveva assunto la carica nel 2019 a seguito della prematura scomparsa di Giovanni Buttarelli, sia il professore universitario francese François Pellegrini, sono in lizza per ricoprire il ruolo per il prossimo mandato quinquiennale.

Secondo una fonte vicina all'organo di vigilanza, sarebbero candidati anche l’italiano Bruno Gencarelli, membro del gabinetto del commissario per la Giustizia, il belga Didier Reynders, ex responsabile degli Affari internazionali e dei flussi di dati presso la Commissione, e la Svizzera Anna Pouliou, presidente della Commissione per la protezione dei dati presso il centro di ricerca nucleare Cern.

Le audizioni in seno alla Commissione Libertà civili, giustizia e affari interni (LIBE) si sarebbero dovute svolgere nella seconda metà di novembre, ma la Commissione europea, responsabile del processo, ha approvato la sua lista dei candidati solo il 13 novembre, e perciò la commissione LIBE ha rinviato le audizioni per dare ai candidati e agli eurodeputati il tempo necessario per prepararsi.

Oltre al voto del Parlamento UE, il candidato dovrà poi essere approvato dai rappresentanti dei 27 Stati membri dell'Ue.

Il lavoro dell’European Data Protection Supervisor (EDPS) si basa sulla responsabilità delle istituzioni europee di garantire il rispetto della privacy, e anche se si tratta di una posizione di elevato prestigio, è tuttavia meno potente delle autorità nazionali di vigilanza, che possono sanzionare le grandi aziende tecnologiche per violazioni del GDPR con multe fino a 20 milioni di euro o fino al 4% del fatturato.

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