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Informativa privacy in inglese invece che nella lingua dei bambini che si iscrivono al social: 750mila euro di sanzione per TikTok
L'Autorità per la protezione dei dati dei Paesi Bassi (Autoriteit Persoonsgegevens) ha inflitto una sanzione di 750.000 euro a TikTok per aver violato la privacy dei bambini a seguito di un'indagine su vasta scala avviata lo scorso anno. Il garante olandese aveva infatti preso di mira il noto social network cinese, che nei Paesi Bassi è una delle app più popolari con circa 3,5 milioni di utenti (molti dei quali minori) perché forniva le proprie informative sulla privacy solamente in inglese senza provvederle in lingua olandese, e quindi con maggiori probabilità che i bambini si iscrivessero al servizio senza comprendere appieno come l'app raccoglie, elabora e utilizza i loro dati personali o le implicazioni della condivisione di dati personali dati sui social.
Instagram, foto e storie private visibili a tutti con un semplice trucco
Abbiamo impostato il nostro profilo di Instagram in modalità privata, credendo che le immagini, i video e le storie che pubblicheremo saranno visibili solo agli amici e ai parenti: Ma la privacy è solo illusoria, come ha rivelato un'indagine di BuzzFeed. La testata statunitense ha individuato un bug del social in grado di annullare qualsiasi protezione a difesa della riservatezza del nostro account. Una vulnerabilità che permette a chi ci segue di condividere qualunque contenuto presente sulla nostra bacheca con tutti, anche chi non è presente nella cerchia dei contatti accuratamente selezionati.
Instagram, sanzione da 405 milioni di euro per violazione della privacy dei minori
Instagram ha violato la normativa europea sulla protezione dei dati personali. Questo il severo verdetto del garante della privacy irlandese che ha inflitto una maxi sanzione da 405 milioni di euro a Meta, società con sede negli Stati Uniti proprietaria del noto social network che vanta oltre un miliardo di utenti nel mondo, tra cui 25,6 milioni solo in Italia, dei quali più del 50% under 35.
Instagram, TikTok e YouTube: pubblicati online i dati di 235 milioni di account
Ben 235 milioni di account di Instagram, TikTok e YouTube sono stati pubblicati online senza alcuna protezione. La società di sicurezza Comparitech ha scoperto un vasto database liberamente accessibile che espone i dati degli utenti. Ogni account contiene il nome e la foto del profilo, il nome reale, la descrizione e le statistiche di traffico, i like ricevuti, la crescita dei follower, la loro età, il genere e la posizione geografica. In più per due account su dieci si trovano anche informazioni personali come il numero di telefono o l'indirizzo email. Insomma, molti elementi pubblicamente accessibili ma che il database racchiude in un unico file e rende molto pericolosi.
Instagram: "Password a rischio, cambiatela". Allarme privacy scaturito da un adeguamento al Gdpr
Problemi di sicurezza e password a rischio su Instagram: una falla ha infatti esposto le password di alcuni utenti. A confermarlo al sito The Information, che aveva riportato la notizia, è stata la stessa azienda di proprietà di Facebook. La falla è collegata, ironia della sorte, alla funzione che consente agli utenti di scaricare tutte le loro informazioni personali, introdotta in ottemperanza al diritto alla portabilità dei dati previsto dal Gdpr, cioè le nuove norme europee sulla privacy in vigore da fine maggio scorso.
Insultare un politico su Facebook può configurare il reato di diffamazione aggravata
Commette il reato di diffamazione aggravata colui che condivide sul proprio profilo Facebook fotografie pubblicate sulla pagina ufficiale di un noto politico locale, commentandole con frasi palesemente offensive del suo onore e decoro e con espressioni poco gratificanti sulla sua attività politica e imprenditoriale. A dirlo è il Tribunale di Vicenza nella sentenza n. 863/2021, sottolineando la forza di diffusione del messaggio affidato ai social network, capace potenzialmente di raggiungere un numero indeterminato o comunque quantitativamente apprezzabile di persone, nonché la maggiore capacità lesiva dell'immagine in relazione al ruolo pubblico ricoperto dalla persona offesa.
Irlanda: denuncia contro X per utilizzo illecito dei dati degli utenti per l'addestramento dell'intelligenza artificiale
La Data Protection Commission (DPC) dell’Irlanda ha presentato una denuncia nei confronti di X (ex Twitter) per violazione del GDPR. L’azienda californiana ha attivato un’impostazione che consente di usare i dati degli utenti per l’addestramento della prossima versione di Grok.
Italiani sempre più connessi e più preoccupati per la privacy
Gli italiani si dimostrano sempre più connessi e sempre più legati ai consumi digitali ma anche sempre più preoccupati per il rischio di dipendenza e per l’intensificarsi degli attacchi informatici. In particolare, in base a uno studio sui nuovi trend di consumo condotto da parte di Deloitte nel mese di luglio 2022 su un campione di 2 mila individui di età compresa tra i 18 e i 75 anni, quasi 3 italiani su 4 (73%) usano app di “instant messaging” o “social network” mentre 4 su 5 (79%) guardano contenuti video. Significativo anche il consumo audio con il 38% del campione che ascolta quotidianamente musica, radio, audiolibri o podcast.
L'autorità per la protezione dei dati irlandese archivia il caso contro X
Il procedimento giudiziario della Commissione irlandese per la protezione dei dati (DPC) contro la piattaforma di social media X si è ufficialmente concluso mercoledì 4 settembre, dopo che la società ha accettato di interrompere definitivamente il trattamento di alcuni dati personali raccolti nell’UE per l’addestramento dell’intelligenza artificiale (AI).
L'intestatario del profilo social che non denuncia il furto di identità non può attribuire ad ignoti i post diffamatori
La Cassazione ribadisce che in caso non sia stato denunciato alcun furto d'identità digitale alla polizia postale la persona cui appartiene il profilo sui social è indiziato di avere la paternità dei post che vi appaiono. Compresi quelli di contenuto diffamatorio.