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Lunedì, 09 Dicembre 2019 12:11

Come è difficile definire il diritto alla privacy

Tik Tok è una app cinese. Pare che la vedano circa un miliardo di persone. I video propinati dall’app in questione durano 15 secondi. Il loro contenuto, dal punto di vista intellettuale, è di media deprimente. Ma, come è naturale, ci sono eccezioni. Di recente, i giornali hanno dato giusto risalto a quel video di Tik Tok in cui una ragazza parla dei lager in cui sono tenuti gli Uiguri (una minoranza musulmana) in Cina, mentre placidamente si rifà il trucco. Un caso classico di eterogenesi: uno strumento tipicamente privato come il make up viene adoperato per un fine decisamente pubblico come lo è una denuncia politica.

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Sporge un reclamo il Beuc, l’Organizzazione Europea dei Consumatori, alla Commissione Europea e alla Rete di cooperazione per la tutela dei consumatori contro TikTok. Il social network, che riscuote un grande successo fra bambini e adolescenti, è accusato di non tutelare adeguatamente gli utenti da contenuti inappropriati, pubblicità occulta e di violarne numerosi diritti. Insieme al Beuc, le organizzazioni di consumatori di 15 Paesi del network, fra cui Altroconsumo in Italia, si sono rivolte alle autorità – in Italia, il Garante privacy e l’Autorità garante della concorrenza e del mercato - chiedendo di indagare sulla condotta del social.

A fine gennaio era stato il Garante italiano, Antonello Soro, a sollevare con una lettera indirizzata ai tavoli dell’Ue i problemi di privacy di Tik Tok, il social network utilizzato da milioni di giovani, molti dei quali minori, che consente di creare e condividere audio, video e immagini, e tenendo conto del periodo di emergenza da Covid-19, la risposta del Comitato europeo per la protezione dei dati personali (Edpb) non ha tardato troppo ad arrivare.

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Venerdì 2 agosto il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti e la Federal Trade Commission hanno intentato una causa contro TikTok e la sua società madre ByteDance, sostenendo che la TikTok ha ripetutamente violato il Children's Online Privacy Protection Act. (COPPA)

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Da quasi tre anni l'India ha vietato TikTok a causa delle tensioni geopolitiche, ma a tutt’oggi i dati personali dei cittadini indiani che una volta utilizzavano TikTok rimangono ancora ampiamente accessibili ai dipendenti della ByteDance, azienda sviluppatrice dell'app di proprietà cinese e alla sua società madre con sede a Pechino.

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L'Autorità per la protezione dei dati dei Paesi Bassi (Autoriteit Persoonsgegevens) ha inflitto una sanzione di 750.000 euro a TikTok per aver violato la privacy dei bambini a seguito di un'indagine su vasta scala avviata lo scorso anno. Il garante olandese aveva infatti preso di mira il noto social network cinese, che nei Paesi Bassi è una delle app più popolari con circa 3,5 milioni di utenti (molti dei quali minori) perché forniva le proprie informative sulla privacy solamente in inglese senza provvederle in lingua olandese, e quindi con maggiori probabilità che i bambini si iscrivessero al servizio senza comprendere appieno come l'app raccoglie, elabora e utilizza i loro dati personali o le implicazioni della condivisione di dati personali dati sui social.

La Commissione europea ha chiesto ai dipendenti di disinstallare l'applicazione del social network cinese TikTok dai loro smartphone ed altri dispositivi di lavoro entro e non oltre il 15 marzo 2023. Lo ha affermato il portavoce della Commissione specificando che la sospensione mira a proteggere i dati dell'istituzione.

Negli ultimi decenni i social network di maggiore successo hanno raggiunto fatturati annui da miliardi di dollari offrendo servizi apparentemente gratuiti agli utenti, ma in realtà quando ci iscriviamo ad un social paghiamo con i nostri dati personali, che vengono spesso sfruttati in modo indiscriminato per finalità di marketing ed altri scopi poco trasparenti che un adulto esperto e maturo non riesce a comprendere pienamente neanche se si prende il tempo per leggere le lunghissime e complicate informative sulla privacy che gli vengono sottoposte quando intende aprire un account. La faccenda diventa ancora più pericolosa quando a poter ottenere qualcosa di gratis con un semplice click è una persona inesperta e vulnerabile come lo è un bambino, che navigando sul web si trova di fronte ad una sorta di “paese dei balocchi” in cui non è tutto oro quello che luccica.

Negli ultimi tempi hanno fatto il giro del mondo notizie allarmanti su TikTok, passando dalle dichiarazioni rilasciate dal direttore dell’FBI Chris Wray che ha alzato i toni durante un’audizione al Congresso degli Stati Uniti, fino all’ordine firmato lo scorso 29 dicembre dal presidente Joe Biden, che ha bandito l’uso della popolare app da tutti i cellulari in uso ai dipendenti federali.

Tik Tok per i minori di 14 anni solo con il consenso dei genitori. Social sbarrato a minori di 13 anni. È quanto ha prescritto il Garante della privacy con il provvedimento n. 126 del 25 marzo 2021, con il quale ha anche imposto a Tik Tok di sospendere il trattamento dei dati degli utenti di cui non sia in grado di verificare l'età. Il provvedimento è efficace fino al 22 aprile 2021, data entro la quale il gestore del social dovrà relazionare sullo stato dell'arte.

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Il furto d'identità con l'intelligenza artificiale

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