NEWS

Federprivacy

Federprivacy è la principale associazione di riferimento in Italia dei professionisti della privacy e della protezione dei dati, iscritta presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MISE) ai sensi della Legge 4/2013. Email: [email protected] 

In tempo di quarantena attenzione alla giustizia fai da te. Segnalare chi esce di casa sui social network, violando le misure restrittive imposte dal Governo, potrebbe rivelarsi pericoloso. Dall’inizio dell’emergenza coronavirus a oggi si moltiplicano i gruppi pubblici, privati, ma anche i singoli profili social che condividono fotografie di chi fa jogging o di chi uscirebbe di casa violando le regole. Una mole enorme di fotografie in chiaro, targhe di veicoli e numeri civici di abitazioni private resa pubblica nel web. Tutti dati personali che per la nostra legge non possono essere diffusi da privati, neppure per denunciare presunti illeciti.

Tracciatura dei contatti limitata, attraverso una app attiva su base volontaristica. Ma per avviare il controllo sui cellulari con il bluetooth occorre una norma di rango primario. Il garante della privacy Antonello Soro traccia, nell'audizione di ieri alla Camera, i confini in materia di analisi delle informazioni per contenere la pandemia soprattutto nella fase due.

Le caselle postali di 600mila account del provider italiano di posta elettronica Email.it sono state violate. Un gruppo di hacker che si definisce NoName Hacking Group ha messo in vendita nel dark web il database sottratto a Email.it I dati vengono venduti in Bitcoin a un prezzo che va dai 3.400 ai 20.000 dollari, a seconda del tipo di file che si vuole acquistare.

Considerata la grave emergenza sanitaria da Covid-19 che ha colpito il nostro Paese, il Consiglio Direttivo di Federprivacy ha deciso di non stare passivamente ad aspettare, effettuando una raccolta fondi che ha visto tutti i delegati provinciali in prima linea per sostenere le attività di prevenzione e contenimento della diffusione del Coronavirus nella "Fase 2". Al termine dell'iniziativa, Federprivacy ha provveduto a rendicontare l'attività, inviando alla Protezione Civile una donazione di 5.000 euro.

Si è conclusa con una archiviazione l’istruttoria avviata dall’Ufficio del Garante per la privacy nei confronti di una Asl che lo scorso anno aveva introdotto un servizio on line per fornire informazioni ai familiari sui pazienti che accedono al pronto soccorso dell’ospedale.

Il Garante per la protezione dei dati personali ha vietato ad un quotidiano on line l’ulteriore diffusione di un avviso di conclusione di indagini preliminari, pubblicato in forma integrale a corredo di un articolo riguardante le indagini stesse. Il documento, oltre a contenere dati e informazioni eccedenti rispetto al diritto di cronaca, ha violato il regime di pubblicazione degli atti del procedimento, sancito dal codice di procedura penale.

Il progetto del Ministero della salute che prevede la ripartizione dei fondi economici per il Sistema sanitario nazionale (Ssn) attraverso la profilazione socio-sanitaria dell’intera popolazione italiana manca al momento di una base giuridica adeguata e di sufficienti tutele per le persone. L’aggiornamento dei parametri di ripartizione del Fondo sanitario nazionale potrebbe, in ogni caso, essere già realizzato attraverso le analisi effettuate nell’ambito del Programma Statistico Nazionale.

Pubblicate sul web ad insaputa degli utenti migliaia di registrazioni di videochiamate effettuate dal servizio di Zoom, l’app diventata molto popolare in questo periodo di pandemia del Coronavirus. Come riportato sul Washington Post, sono infatti risultati accessibili su piattaforme di video sharing come Youtube e Vimeo i video di riunioni di lavoro, di attività scolastiche, riunioni religiose, e di conversazioni private.

Non incorre nel rischio di una sanzione penale chi insulta l'interlocutore in una video chat, anche se alla presenza di più persone. Non scatta infatti il reato di diffamazione, dal momento che la persona offesa è presente, ma si rientra nella fattispecie dell'ingiuria che però è stata depenalizzata dalla legge n. 7 del 2016. La Corte di cassazione, sentenza n. 10905 del 31 marzo 2020, ha così accolto il ricorso di un uomo che era stato condannato al pagamento di 600 euro di multa.

Sito bloccato, servizi inaccessibili ed esposizione dei dati degli utenti. E' accaduto all'Inps nel giorno in cui era possibile inviare le richieste di bonus e congedi. Provando ad accedere a uno dei tre servizi previsti dal Cura Italia per tamponare l'emergenza Covid-19, il sito provava a caricare le pagine per diversi minuti prima di annunciare che il server non rispondeva. Via Twitter, l'Inps, sommersa dai messaggi di protesta, aveva scritto: "Ci scusiamo per quanto accaduto e stiamo lavorando a una pronta risoluzione". Nel frattempo, come previsto dall'art.33 del Gdpr, l'istituto ha provveduto ad eseguire la notifica del data breach, ma da notizie attendibili è emerso che il Dpo sarebbe andato in pensione il 30 marzo 2020 senza essere sostituto da nessuno. Intanto il Garante per la protezione dei dati personali ha prontamente avviato l'istruttoria.

Il presidente di Federprivacy a Rai Parlamento

Mappa dell'Italia Puglia Molise Campania Abruzzo Marche Lazio Umbria Basilicata Toscana Emilia Romagna Calabria

Rimani aggiornato gratuitamente con la nostra newsletter settimanale
Ho letto l'Informativa Privacy