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Federprivacy

Federprivacy è la principale associazione di riferimento in Italia dei professionisti della privacy e della protezione dei dati, iscritta presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MISE) ai sensi della Legge 4/2013. Email: [email protected] 

Per far rimuovere dal web un articolo di un defunto occorre che ci sia un effettivo interesse da tutelare e non vi siano ragioni rilevanti che entrino in conflitto con la rimozione dello scritto. È quanto ha ribadito il Garante per la protezione dei dati personali che ha ritenuto infondata la richiesta, avanzata dal figlio, di rimuovere da un sito web e poi da Google, un articolo pubblicato a suo tempo dal padre, poi defunto.

Lede la dignità del lavoratore dover tenere in vista sulla propria postazione medicinali, assorbenti, dispositivi medici. Per questo motivo il Garante per la protezione dei dati personali ha ordinato ad una società di call center il pagamento di una sanzione di 20mila euro e l’adozione di misure correttive per conformarsi alla normativa privacy.

I giornalisti devono agire con correttezza e trasparenza evitando di utilizzare artifici e pressioni per raccogliere notizie che potrebbero essere acquisite con gli strumenti dell’inchiesta giornalistica. Il principio è stato ribadito dal Garante che ha sanzionato Reti Televisive Italiane S.p.a. e ha vietato la diffusione di un’intervista all’interno di un servizio de “Le Iene”.

Scarsa attenzione alla tutela dei minori, divieto di iscrizione ai più piccoli facilmente aggirabile, poca trasparenza e chiarezza nelle informazioni rese agli utenti, impostazioni predefinite non rispettose della privacy. Sono queste le principali violazioni che il Garante per la protezione dei dati personali ha contestato a Tik Tok, il social utilizzato soprattutto da giovanissimi che consente di creare, condividere e commentare brevi video. Per quanto sulle problematiche poste da Tik Tok sia in corso un’attività nell’ambito del Comitato che riunisce le Autorità europee, il Garante ha avvertito l’urgenza di aprire comunque un procedimento formale nei confronti del social network a tutela dei minori italiani.

Valutazione preventiva di impatto privacy obbligatoria per gli impianti di videosorveglianza su larga scala e più intelligenti. Mentre si naviga a vista sui tempi e sulla trasparenza dei dati raccolti da enti e forze locali. Solo i comuni e gli organi di polizia possono posizionare telecamere rivolte verso piazze, giardini e strade: ma resta il nodo dei sistemi pubblici a vocazione interforze, ossia i cui dati sono condivisibili da più soggetti (comune, polizia, carabinieri ecc.). Le risposte alle domande frequenti in materia di videosorveglianza diramate dal Garante chiariscono questi aspetti, ma non affrontano altri, più complessi. Come per esempio i tempi di conservazione necessariamente allungati per finalità di sicurezza pubblica e le diverse e più limitate regole per la trasparenza dei trattamenti.

Con l'ordinanza in commento, il Tribunale del Riesame di Milano statuisce che, nell'ambito di un medesimo procedimento, i risultati delle intercettazioni devono essere considerati utilizzabili anche qualora le fattispecie criminose non rientrino nel catalogo di cui all'art. 266 c.p.p. L'ordinanza in questione assume particolare rilevanza ed interesse in quanto si discosta dal principio di diritto enunciato poco meno di un anno fa dalle Sezioni Unite "Cavallo". Questa, in sintesi, la vicenda processuale.

Torna a ottobre 2021 il corso di formazione “Privacy Officer e Consulente Privacy nella Videosorveglianza”, una full immersion specialistica organizzata da Ethos Academy con il patrocinio e la consulenza scientifica di Federprivacy, specificamente indicato per i data protection officer e i responsabili delle funzioni privacy che devono affrontare le numerose criticità nell'ambito dei sistemi di videosorveglianza.

Recentemente una notissima azienda di produzione di software ha presentato uno strumento informatico che consente di individuare un dipendente per nome e vedere il numero di ore che ha trascorso in riunioni da remoto negli ultimi 28 giorni e di conoscere il numero di giorni in cui è stato attivo su determinati programmi, sempre predisposti dalla stessa azienda. I datori di lavoro possono anche vedere il numero di giorni in cui un lavoratore ha inviato e-mail o il numero di volte in cui la videocamera è stata accesa in riunione. Vi sarebbero 73 dati specifici sul comportamento dei lavoratori ai quali i datori di lavoro avrebbero accesso. Non viene notificato ai dipendenti quali comportamenti possano essere monitorati.

Secondo l’ultimo rapporto rilasciato da OpSec sul barometro delle abitudini di consumo che ha coinvolto 2.600 utenti nel mondo, nel 2020 il 64% dei clienti che hanno subìto una violazione dei propri dati personali affermano di aver perso la fiducia nel brand da cui avevano comprato, e nel 28% dei casi non vogliono più fare acquisti da quell’azienda, mentre il 55% dei consumatori intervistati sono convinti che le società di e-commerce non stanno facendo abbastanza per proteggere i dati personali dei clienti. Secondo l’osservatorio di Federprivacy, una delle principali cause della crescente diffidenza nei confronti del mercato digitale è la scarsa trasparenza di siti web ed app, che spesso ricorrono a vari espedienti e ai cosiddetti “dark pattern” per indurre gli utenti a rinunciare alla loro privacy.

Anche i sistemi di controllo del traffico, per il Garante, sono strumenti assimilabili agli impianti di videosorveglianza e pertanto devono essere segnalati con il tradizionale cartello stradale. E attenzione a non inviare fotogrammi di infrazioni direttamente al domicilio del trasgressore e in ogni caso occorre oscurare le immagini delle persone non interessate. Sono queste alcune delle indicazioni ripetute dalla risposta n. 15 dell'Autorità garante della privacy, in materia di sistemi elettronici di rilevamento delle violazioni stradali. 

Privacy Day Forum: il servizio di Ansa

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