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Privacy e minori online: dall’Europa una buona notizia, ma anche un’altra meno buona

Privacy e minori online: dall’Europa una buona notizia, ma anche un’altra meno buona

C’è l’accordo politico sul Digital Service Act e sembrerebbe che l’accordo in questione preveda tra l’altro che i dati dei bambini non si potranno più utilizzare per fare profilazione.È una bellissima notizia. Peccato che il destino abbia voluto che sia rimbalzata sui giornali di mezzo mondo negli stessi giorni nei quali il Consiglio d’Europa ha reso noto in un rapporto che i bambini europei entrano per la prima volta nei siti pornografici – che sarebbero ovviamente riservati ai maggiorenni – in media a undici anni e che i gestori di questi siti, con poche eccezioni, si limitino a chiedere loro di confermare con un click di avere almeno diciotto anni.

Accordo sul Digital Services Act: il mercato unico digitale europeo è più vicino

Accordo sul Digital Services Act: il mercato unico digitale europeo è più vicino

Il 23 aprile 2022 la Presidente van der Leyen ha annunciato, con un twitt già ormai storico, che dopo quasi un anno e mezzo di trattative tra il Parlamento e il Consiglio, è stato raggiunto l’accordo tra le istituzioni europee sul Digital Services Act (DSA), la proposta di regolazione dei servizi digitali e, in particolare, dei servizi offerti dalle grandi piattaforme digitali USA che, insieme al Digital Market Act (DMA), sul quale già si era trovato un accordo il tra Consiglio e Parlamento il 28 marzo 2022, costituisce il Digital Services Act Package presentato dalla Commissione fin dal 15 dicembre 2020, in adesione al programma elettorale della Presidente della Commissione.

Gdpr, bello e impossibile

Gdpr, bello e impossibile

Quasi impossibile rispettare il Gdpr al 100%, ma le imprese devono cercare in buona fede la strada migliore per rispettare la privacy. Così Secondo Sabbioni, Data Protection Officer dal 2012 del Parlamento europeo, per il quale la collaborazione tra istituzioni e operatori economici è la chiave del successo delle norme sulla protezione dei dati, che non mancano, però, di chiaroscuri.

Trasferimento di dati in Russia: più deroghe che garanzie adeguate

Trasferimento di dati in Russia: più deroghe che garanzie adeguate

Il tema del presente contributo è il turbamento o la modificazione che la guerra iniziata lo scorso 24 febbraio (con le reazioni che ne sono seguite da parte della Unione Europea in termini di provvedimenti di divieti di vendite e/o acquisti, di esportazioni ed importazioni di determinati beni e/o servizi) abbia prodotto e produrrà anche in fatto di trasferimenti di dati personali, sotto il profilo giuridico e con riguardo ai rischi concreti che possono/potrebbero correre i dati personali oggetto di trasferimento (e i diritti degli interessati, naturalmente).

Attenzione a seguire l'esempio dei vip: tuteliamo privacy e salute sui social

Attenzione a seguire l'esempio dei vip: tuteliamo privacy e salute sui social

Gli ultimi casi sono stati quelli dell’attrice Jade Pinkett, che si è mostrata ai suoi followers con la testa rasata facendo “coming out” del problema di alopecia che la affliggeva, e del rapper Fedez che ha condiviso sui social, prima la scoperta della sua malattia, poi la foto postoperatoria con la cicatrice all’addome. Ma gli esempi sono innumerevoli: dal cancro alla gola di Michael Douglas, alla psoriasi di Kim Kardashian, dalla fibromialgia di Lady Gaga alla mastectomia preventiva di Angelina Jolie. Il tema è scivoloso, tocca corde delicate, che hanno a che fare con la nostra identità più profonda, valori, credenze, codici comportamentali profondamente diversi.

Su internet la democrazia è in via di estinzione

Su internet la democrazia è in via di estinzione

Da una parte i reati che si commettono in rete diventano sempre più numerosi e sempre più gravi, dall’altra la tutela delle vittime è sempre più difficile, a causa della natura di stessa di Internet che, in quanto comunità globale, sfugge molto spesso alle regole per l’esercizio della sovranità nazionale. Non è che manchino gli strumenti per difendersi, anzi ce ne sono pure troppi, ma sono veramente poco efficaci.

Siamo tutti spiati? il presidente di Federprivacy a Cremona 1 Tv

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