NEWS

La privacy interessa a Apple, meno ai cittadini americani e al Big Tech

Agli americani la privacy non interessa più di tanto. Non a tutti naturalmente. Ma da qui si deve partire. Un nuovo studio del Pew Research Center ha rilevato che sono sempre meno i cittadini a stelle strisce che vogliono più regolamenti per le aziende Big Tech. Più nel merito: il 44% degli americani è favorevole a una maggiore regolamentazione del governo. Lo scorso anno erano addirittura al 56% , quindi oggi sono meno della metà. Peraltro, sono sia repubblicani che democratici quindi non c’è una discriminante politica.

 Pochi giorni fa Tim Cook, capo di Apple, ha scritto una lettera al Senato degli Stati Uniti per chiedere norme più severe e di approvare presto una legge federale sulla privacy


La legge federale sui dati personali - In questo contesto va inquadrata la genesi dell'American Data Privacy and Protection Act (ADPPA) la legge federale in tema di protezione dei dati personali sul modello europeo della Gdpr che manca negli Stati Uniti. A inizio giugno una proposta bipartisan è stata presentata al Congresso. Il tentativo è quello di un'armonizzazione delle normative statali di California, Virginia e Colorado. Ma non sarà facile: all’orizzonte ci sono le elezioni di metà mandato. Inoltre, i sondaggi in picchiata del presidente Joe Biden e l’endorsement di Elon Musk ai repubblicani non sembrano condizioni per trovare un accordo su una legge che potrebbe davvero cambiare gli equilibri del big tech Usa.

L’idea di fondo è la stessa presente anche nella normativa europea e prevede che qualsiasi organizzazione che “raccoglie, elabora o trasferisce” informazioni che possono essere collegate a un particolare individuo debba seguire i principi della “privacy by design”. Detto altrimenti, i servizi devono essere progettati per essere trasparenti e rispettare la riservatezza all’accesso ai dati.

(Nella foto: Luca Tremolada, Coordinatore di Nova24Tech, si occupa di data journalism su Info Data Blog presso il Sole 24 Ore)

Normativa più morbida rispetto a quella europea - Altri punti in comune con la nostra Gdpr sono per esempio la definizione del dato personale e gli obblighi di informativa. Ciò detto, però, la bozza dell’American Data Privacy and Protection Act appare più morbida nei confronti delle aziende quantomeno rispetto alla nostra Gdpr. Come hanno osservato alcuni giuristi, c’è il timore di mettere in mano ai cittadini la possibilità di bloccare nei tribunali le grandi piattaforme di dati come Facebook, Google e Amazon. E questo il Governo non lo vuole.

Tuttavia, il fronte del big tech (e non solo) è tutt’altro che compatto. Pochi giorni fa Tim Cook, capo di Apple, ha scritto una lettera al Senato degli Stati Uniti per chiedere norme più severe e di approvare presto una legge federale sulla privacy. Trovare in questo momento una normativa che metta tutti d’accordo non sarà facile. Ma qualcosa finalmente si è mosso, ed è una buona notizia.

di Luca Tremolada (Fonte: Il Sole 24 Ore)

Note Autore

Federprivacy Federprivacy

Federprivacy è la principale associazione di riferimento in Italia dei professionisti della privacy e della protezione dei dati personali, iscritta presso il Ministero dello Sviluppo Economico ai sensi della Legge 4/2013. Email: [email protected] 

Prev Troppo facile dare sempre la colpa agli hacker se le nostre telecamere ci spiano
Next Trasferimento dati negli Usa: ora serve un’accelerazione e una concretizzazione delle promesse fatte durante l'ultimo vertice Nato

Privacy Day Forum 2024: intervista a Guido Scorza

Mappa dell'Italia Puglia Molise Campania Abruzzo Marche Lazio Umbria Basilicata Toscana Emilia Romagna Calabria

Rimani aggiornato gratuitamente con la nostra newsletter settimanale
Ho letto l'Informativa Privacy