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Visualizza articoli per tag: intelligenza artificiale

Dallo scorso 2 febbraio sono efficaci i primi obblighi previsti dall’AI Act. il riferimento è, da una parte, agli obblighi legati all’utilizzo degli usi vietati, perché considerati dall’Unione europea di un rischio per la tutela dei diritti fondamentali inaccettabile e, dall’altra parte, alla necessità di rendere effettiva una cultura diffusa in tema di AI, la c.d AI litteracy.

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L’approvazione definitiva da parte del Parlamento Europeo del Regolamento sull’intelligenza artificiale (“AI Act”) rappresenta un passaggio istituzionale decisivo verso la predisposizione di un quadro normativo uniforme per lo sviluppo, l’immissione sul mercato, la messa in servizio e l’utilizzo di sistemi di intelligenza artificiale nell’ambito dell’Unione Europea.

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Stiamo vivendo un momento storico davvero particolare in cui, a fronte dell’eccezionalità della situazione, alle regole sul trattamento dati viene chiesto di fare “un passo indietro” in virtù della prevalenza di interessi meritevoli di una tutela maggiorata. Certo non bisogna dimenticare che le esigenze di ricerca (medica e non solo) non possono pregiudicare a tutti i costi i diritti dei singoli, e pertanto vanno contemperate con altri interessi sulla base del c.d. principio del balance test.

Anche se la rivoluzione dell’Intelligenza Artificiale (AI) viene spesso paragonata all’invenzione dell’elettricità, l’altro parallelismo che dovremmo fare è quello con l’arrivo dell’automobile.

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La discussione sull’Artificial Intelligence Act dell’Unione europea è alle battute finali. Il 6 dicembre si saprà se l’iter di approvazione della prima legge sistemica sull’intelligenza artificiale del mondo procede o si è bloccato.

Il Decreto PNRR ha introdotto modifiche significative al Codice Privacy, ridefinendo le basi giuridiche per il trattamento dei dati personali e ponendo l’accento sulla necessità di una gestione sicura ed etica delle informazioni.

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Un tempo i poteri datoriali erano nettamente distinguibili: da un lato il potere direttivo, riflesso dell’obbligo di obbedienza del lavoratore; dall’altro due poteri strumentali a quello, quali il potere di punire le violazioni contrattuali dei dipendenti e quello di controllare l’esecuzione della prestazione lavorativa secondo le direttive ricevute. Ma ora gli scenari cambiano con l’intelligenza artificiale.

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Sdoganata l’Intelligenza artificiale (IA) usata per la pubblicità commerciale mirata, che assegna un punteggio ai clienti. Via libera anche all’IA che valuta il merito creditizio, a quella con sembianze umane che tiene compagnia e a quella che influenza il comportamento, ma a fin di bene, come far smettere di fumare o insegnare l’inglese.

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Sempre più soluzioni disponibili sul mercato per la sicurezza sul lavoro vengono pubblicizzate come “supportate dall’intelligenza artificiale”. Ma se da un lato la loro implementazione potrebbe portare a dei vantaggi nella riduzione dei rischi per la salute psicofisica del lavoratore, dall’altro non significa che tale implementazione non comporti tutta un’altra serie di rischi.

Con una mossa inaspettata, Meta ha deciso di interrompere le operazioni per utilizzare i dati degli utenti europei di Facebook e Instagram per addestrare la sua intelligenza artificiale. Questa decisione sembra arrivare come diretta conseguenza delle critiche e delle pressioni esercitate dagli enti per la tutela dei consumatori e della privacy nell'UE e nello SEE.

Camera dei Deputati: Artificial intelligence e sostenibilità

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