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Le applicazioni dell’intelligenza artificiale (AI) devono rispettare i diritti fondamentali, incluso quello alla protezione dei dati. Sviluppatori, produttori e fornitori di servizi AI devono valutare preventivamente i possibili rischi, adottando un approccio di tipo “precauzionale”. Necessarie precise prescrizioni nelle procedure di appalto pubblico.

L’Intelligenza Artificiale (IA) e le sue applicazioni in ambito medico stanno favorendo cambiamenti apprezzabili. Forse il campo dove i progressi sono più evidenti ed auspicabili è quello di predire le malattie. Nel campo della medicina predittiva attraverso l’elaborazione dei parametri giusti, l’Intelligenza Artificiale è in grado di indicare le probabilità che possa insorgere un disturbo in termini percentuali. Tutto ciò è reso possibile dalla creazione di determinati algoritmi predittivi.

Siamo in piena rivoluzione industriale. L’intelligenza artificiale generativa (GAI), strumento potentissimo che ci permette di creare testi, immagini, video a partire da un semplice comando, è sempre più utilizzata dalle persone e dalle aziende. Una tecnologia, che ha impatti potenzialmente devastanti, sotto il profilo etico, sociale e politico.

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Che impatto ha l’intelligenza artificiale nel mondo del lavoro? Possiamo dire che esiste oggi una vera e propria ricca casistica su questo argomento, che delinea un orientamento che il Garante e le Corti hanno tracciato e anche modificato negli ultimi anni, adeguandolo al progresso scientifico e pure a un diverso sentire sociale delle generazioni di nativi digitali affacciatesi in un mondo del lavoro completamente diverso e molto distante da quello del passato.

Lunedì, 18 Ottobre 2021 07:54

Protezione dati e Smart Cities

Un recente Studio su intelligenza artificiale e sviluppo urbano (Artificial Intelligence and Urban Development ) ci propone il tema dell’intelligenza artificiale applicata alle c.d. smart cities (o città intelligenti). Benché non esista una definizione univoca di città intelligente, il termine si riferisce in generale a un insieme integrato di iniziative volte a utilizzare le tecnologie digitali, compresa l'IA, per migliorare il benessere e la qualità della vita. Non tutte le città intelligenti sono necessariamente basate sull'IA, anche se lo sono in genere le più avanzate.

Da tempo le autorità garanti europee, EDPB e EDPS, si pongono il tema dei problemi connessi all’uso dell’Intelligenza Artificiale e al trattamento dei dati, in particolare dei dati personali. Non a caso tanto lo EDPS quanto lo EDPB hanno già ripetuto in più occasioni la illiceità della raccolta e del trattamento tramite AI di dati biometrici, considerando questi trattamenti vietati in ragione dei rischi che comportano per la tutela dei diritti delle persone nell’ambito della Carta dei diritti fondamentali della UE.

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Con AI Act e nuovi regolamenti dell’UE è sempre più complessa la galassia della protezione dei dati. Secondo il Censis il 58,7% degli avvocati percepisce l’Intelligenza Artificiale come un’opportunità. Martina Domenicali di Lexroom: “Con l’AI superpoteri al professionista legale per permettergli di completare tali lavori in pochi secondi”.

Il Regolamento Ue 2024/1689, noto “AI Act” (Artificial Intelligence Act), approvato definitivamente lo scorso maggio dal Consiglio europeo, è stato adesso pubblicato in Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea del 12 luglio 2024.

Dopo una maratona di 3 giorni, in data 9 dicembre 2023 la presidenza del Consiglio e i negoziatori del Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo provvisorio sulla proposta di norme armonizzate sull’intelligenza artificiale (AI), il cosiddetto “Artificial Intelligence Act”.

Intelligenza artificiale (IA) mai in incognito. Le persone devono sapere se parlano con un robot o se stanno leggendo un testo prodotto da un’IA. È uno degli strumenti di tutela previsti dal regolamento Ue sull’intelligenza artificiale, approvato dal parlamento Ue il 13 marzo 2024, che disciplina modalità di immissione e di utilizzo nell’area Ue di questi strumenti di elevata tecnologia.

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Il presidente di Federprivacy al TG1 Rai

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