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Non scatta il reato se l’uso della banca dati non autorizzato dall’autore è inconsapevole

Non scatta il reato se l’uso della banca dati non autorizzato dall’autore è inconsapevole

Non scatta il plagio della banca dati a carico di chi utilizza indirizzi email senza avere la consapevolezza della loro illecita provenienza. Va provato dunque l'elemento psicologico del comportamento che costituisce reato ai sensi della legge sul diritto di autore in particolare per aver posto in essere la condotta penalmente rilevante descritta dall'articolo 171-bis della legge 633/1941, cioè l'uso di un data base senza l'assenso del suo autore.

Cassazione, sì alle intercettazioni se i reati diversi sono connessi

Cassazione, sì alle intercettazioni se i reati diversi sono connessi

Se il reato è connesso cade il divieto di utilizzare le intercettazioni in procedimenti diversi da quelli per i quali sono state autorizzate. Le sezioni unite con la sentenza 51/2020, forniscono le motivazioni di un verdetto anticipato da un’informazione provvisoria (si veda il Sole 24 ore del 4 dicembre 2019). Dalle Sezioni unite arriva l’indicazione per superare i divieti tassativi posti dall’articolo 270 del Codice di procedura penale, in nome della privacy, restando in linea con l’articolo 15 della Costituzione, che vieta le “autorizzazioni in bianco” .

Carcere per chi commette stalking attraverso post pubblici su Facebook

Carcere per chi commette stalking attraverso post pubblici su Facebook

Non resta impunito chi molesta e offende su Facebook. Per tali condotte, infatti, il rischio è la condanna per il reato di stalking. Lo ha chiarito la quinta sezione penale della Cassazione con la sentenza n. 45141/2019, confermando la condanna a dieci mesi di reclusione per il reato di atti persecutori nei confronti di un uomo che reiteratamente aveva offeso, molestato e minacciato una donna, i suoi familiari e persone a lei vicine, attraverso post pubblici su Facebook.

Milleproroghe, privacy per redditi e patrimoni di politici e dirigenti

Milleproroghe, privacy per redditi e patrimoni di politici e dirigenti

Redditi e patrimoni di politici e dirigenti non saranno più dati in pasto alla rete, ma dovranno essere comunicati esclusivamente alle amministrazioni di appartenenza. Già ridimensionato a febbraio dalla Corte costituzionale (sentenza n.20/2019, si veda ItaliaOggi del 22/2/2019), l'obbligo di pubblicare online i dati reddituali e patrimoniali dei titolari di incarichi o cariche di amministrazione, direzione, governo e dei titolari di incarichi dirigenziali, viene definitivamente messo in soffitta dal decreto legge Milleproroghe che sarà pubblicato oggi in Gazzetta Ufficiale.

Più tutele ai consumatori sugli acquisti online con la Direttiva UE 2019/2161

Più tutele ai consumatori sugli acquisti online con la Direttiva UE 2019/2161

L’Unione europea concretizza i principi fissati nel quadro del “new deal” per i consumatori e dà il via al restyling delle norme Ue. Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea del 18 dicembre della Direttiva 2019/2161 su una migliore applicazione e modernizzazione delle norme dell’Unione relative alla protezione dei consumatori, gli Stati membri dovranno procedere ad aggiornare le regole in vigore nel segno di una maggiore armonizzazione e di un allargamento della tutela dei consumatori anche per i servizi digitali gratuiti che raccolgono dati personali.

Corte di Cassazione, accertamenti bancari sui soci leciti solo se riferibili all’ente

Corte di Cassazione, accertamenti bancari sui soci leciti solo se riferibili all’ente

È illegittimo l’accertamento bancario alla società fondato sulle movimentazioni risultanti dai conti dei soci, se l’ufficio non giustifica adeguatamente la loro riferibilità all’ente. A fornire questo importante principio è la Cassazione con la sentenza n. 33596/2019, depositata il 18 dicembre 2019.

Il presidente di Federprivacy a Report Rai 3

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