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C'è la privacy anche per gli atti notarili
C'è privacy anche se gli atti sono pubblici (come gli atti notarili). Non tutto ciò che è contenuto in un atto pubblico è per ciò solo pubblicabile. Soprattutto on line, dove ogni contenuto è facilmente accessibile. Bisogna sempre considerare la finalità della diffusione e diffondere solo i dati pertinenti con quella finalità.
Cambiano casa ma la loro privacy dura poco: assaliti dalle offerte commerciali al nuovo indirizzo
L'autorità finlandese per la protezione dei dati ha inflitto una multa di 100.000 euro a Posti Oy, che è il principale servizio postale della Finlandia, per aver trattato i dati personali in modo non trasparente in violazione a quanto richiesto dall’art.5 del Gdpr. Dopo aver presentato al servizio postale un cambio di indirizzo, molte persone erano state poi contattate da varie società per promozioni commerciali, e questo era dovuto proprio al fatto che Posti Oy aveva divulgato gli indirizzi aggiornati a tali società.
Cassazione, giusta la sanzione del Garante Privacy alla Provincia di Foggia per diffusione di notizie sulla salute di un dipendente
La tutela del dato sensibile prevale sulla trasparenza amministrativa. La Corte di cassazione (sentenza 9382) ha accolto il ricorso del Garante della privacy, contro la sentenza del Tribunale che aveva “salvato” la provincia di Foggia sanzionata dall'Authority per 20 mila euro, per aver diffuso notizie sullo stato di salute di un dipendente. Inutile per l'amministrazione chiarire che per l'illecito, nel caso ci fosse stato, rispondeva il dirigente del servizio.
Cassazione: sì alla trasparenza istituzionale ma nel rispetto di privacy e dignità personale
La trasparenza pubblica si realizza attraverso la pubblicità di atti, documenti e dati da parte di Enti ed Amministrazioni. Tale attività è posta oggi soprattutto sulla rete internet ed in particolare sui siti web istituzionali delle pubbliche amministrazioni. L'ordinanza n.26267/2023 della Corte di Cassazione.
Comuni, le prove dei concorsi non sono affari di tutti
I comuni sono tenuti a pubblicare gli esiti delle prove concorsuali ma non i risultati delle prove intermedie con tutte le informazioni di merito inerenti ai candidati. Anzi il rischio per chi eccede in questa azione di trasparenza è di incorrere in una bella sanzione in materia di privacy. Lo ha evidenziato il Garante per la protezione dei dati personali con l'ordinanza n. 9468523 del 3 settembre 2020.
Con il Gdpr la trasparenza non è limitabile alle sole informative sulla privacy
Il regolamento europeo sulla protezione dei dati dedica numerosi articoli alla “trasparenza”, e ciò testimonia il carattere multiforme di questo istituto, non limitabile alle sole “informative”. Così, se in prima battuta, si riflette sulle finalità della trasparenza, si arriverà a concludere che la trasparenza ha uno scopo di agevolazione del controllo da parte di soggetti terzi. Questi soggetti terzi potrebbero essere le autorità amministrative di controllo oppure le istituzioni legislative oppure le autorità giudiziaria e, non ultimo, l’interessato stesso. Quest’ultimo dispone di strumenti di verifica e di controllo in ordine alle circostanze che lo riguardano personalmente.
Consiglio di Stato, Facebook non può pubblicizzare il proprio servizio come gratuito, e l'utente deve sapere come vengono usati i suoi dati
Porta aperta alle class action e alle richieste danni contro il social network che esagera sulla gratuità dei servizi offerti agli utenti digitali. I dati personali sono inseriti in un circuito di sfruttamento commerciale e tutto questo va chiarito fin da subito. Se, invece, si pone l'accento magnificando la gratuità del servizio, allora si commette pubblicità ingannevole. E l'Antitrust applica la relativa sanzione pecuniaria e può obbligare a diffondere un comunicato che metta in evidenza la scorrettezza. Così come è capitato a Facebook, cui l'Autorità garante della concorrenza e del mercato ha applicato una sanzione di 5 milioni di euro, obbligando a pubblicare un avviso in cui dichiara di avere violato il codice del consumo, per mancata adeguata informazione agli utenti. Le sanzioni sono state confermate dal Consiglio di Stato, con la sentenza n. 2631 del 29/3/2021.
Consiglio di Stato: se c’è un interesse diretto, l'associazione religiosa può accedere agli atti amministrativi delle altre confessioni
L'ente di una confessione religiosa può accedere agli atti amministrativi delle altre confessioni per verificare se il comune opera in modo discriminatorio. Il Consiglio di stato (Cds) ha recentemente chiarito che l'ente di una confessione religiosa a cui non viene riconosciuta l'esenzione dal pagamento di imposte e tasse, prevista a beneficio degli immobili destinati al culto, può accedere agli atti amministrativi e visionare i documenti tributari riguardanti altre confessioni religiose al fine di accertare l'eventuale sussistenza di disparità di trattamento, ed essere così in grado di dimostrare che la pubblica amministrazione abbia effettivamente operato nei suoi confronti in modo arbitrario e discriminatorio. Dopo una prima pronuncia in tal senso da parte del Tar Lazio, a confermarlo è stato il Cds con sentenza n. 6964/2021.
Consumatori europei contro Google: 'basta un solo clic per attivare le funzioni con cui si viene sorvegliati, ma per disattivarle ne servono dieci'
Dopo aver presentato una denuncia alla Commissione europea e alla rete europea delle autorità per i consumatori contro WhatsApp per aver esercitato pressioni sugli utenti ad accettare i nuovi termini sulla privacy, adesso l’organizzazione europea dei consumatori che raggruppa 46 associazioni dei consumatori europee di 32 paesi (Altroconsumo per l’Italia), si è scagliata contro Google.
Consumatori in allerta chiedono maggiore trasparenza sull'utilizzo e sulla protezione dei loro dati personali da parte delle imprese
I consumatori italiani chiedono maggiore trasparenza sull'utilizzo e sulla protezione dei dati personali da parte delle imprese. Inoltre, sempre più utenti sono favorevoli all'uso dell'intelligenza artificiale nel trattamento dei dati ma sono preoccupati per l'uso che le aziende ne fanno nella gestione delle informazioni in loro possesso. Ad attestarlo sono i contenuti del Cisco Consumer Privacy report 2022, l'annuale analisi globale relativa alla percezione e ai comportamenti dei consumatori in materia di privacy, secondo cui gli utenti di tutto il mondo si stanno attivando sempre più per incrementare la protezione dei propri dati.