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Milleproroghe, privacy per redditi e patrimoni di politici e dirigenti
Redditi e patrimoni di politici e dirigenti non saranno più dati in pasto alla rete, ma dovranno essere comunicati esclusivamente alle amministrazioni di appartenenza. Già ridimensionato a febbraio dalla Corte costituzionale (sentenza n.20/2019, si veda ItaliaOggi del 22/2/2019), l'obbligo di pubblicare online i dati reddituali e patrimoniali dei titolari di incarichi o cariche di amministrazione, direzione, governo e dei titolari di incarichi dirigenziali, viene definitivamente messo in soffitta dal decreto legge Milleproroghe che sarà pubblicato oggi in Gazzetta Ufficiale.
Multa da 5,5 milioni di euro a WhatsApp per violazioni del GDPR
Dopo le sanzioni per 390 milioni di euro inflitte a Meta nei primissimi giorni dell’anno per le violazioni del GDPR commesse da Facebook e Instagram, ora l’autorità irlandese per la protezione dei dati torna a bacchettare le società di Mark Zuckerberg con una multa di 5,5 milioni di euro a WhatsApp.
Multe salate per l’intelligenza artificiale non trasparente
L'intelligenza artificiale mascherata costa caro, quanto un video fake: l'Artificial Intelligence Act entrato in vigore il 1° agosto 2024, prevede, infatti, sanzioni fino a 15 milioni di euro a carico di chi non assicura la trasparenza necessaria sul fatto che testi e contenuti sono elaborati non da fonte umana, ma da un apparato di intelligenza artificiale (IA).
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Niente copia degli atti quando è in gioco la lotta alla malavita
Consentire la visione o la copia di un atto amministrativo è garanzia di legalità. Tuttavia, secondo il Tar di Palermo (sentenza n. 1616/2024) di fronte a primarie esigenze pubbliche la trasparenza può recedere quando siano in gioco la salvaguardia della sopravvivenza e della sicurezza dello Stato e della comunità nazionale.
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Open Data: da AgID le nuove linee guida per l’apertura dei dati e il riutilizzo dell’informazione del settore pubblico
Con Determinazione n. 183/2023 AgID ha adottato e pubblicato le “Linee Guida recanti regole tecniche per l’apertura dei dati e il riutilizzo dell’informazione del settore pubblico” ai sensi dell’articolo 12 del D. Lgs. n. 36/2006, disposizione introdotta a seguito delle modifiche del D. Lgs. n. 200/2021, recepimento italiano della Direttiva 2019/1024, cosiddetta Direttiva Open Data.
Parte l'obbligo di comunicazione dei titolari effettivi: in Gazzetta Ufficiale il decreto in vigore dal 9 giugno 2022
Parte l'obbligo di comunicazione del titolare effettivo per oltre 2.000.000 di soggetti. La comunicazione, a cui saranno tenuti tutti gli amministratori di società ed enti ed i fiduciari dei trust, avverrà per via telematica attraverso il sistema Comunica. I primi invii dovranno avvenire a seguito di un apposito provvedimento del Mise, da emanarsi entro 60 giorni che dovrà attestare l'operatività del sistema di comunicazione. Lo prevede il decreto Mef di concerto col Mise n. 55 dell'11/3/2022, dopo 5 anni di attesa in G.U. n. 121 del 25/5/2022.
Presentato il decalogo per la gestione etica dei dati personali nella società digitale
Presentato ieri il “Decalogo per una gestione etica dei dati personali nella società digitale”, a cui ha aderito anche Federprivacy. Alla presentazione ufficiale, avvenuta durante il primo “Forum Nazionale dei DPO” organizzato da Anorc, è intervenuto anche Nicola Bernardi, presidente di Federprivacy.
Privacy online, l'84% dei siti italiani ignora i diritti degli utenti
Il 39% dei più importanti siti italiani non usa protocolli sicuri per trattare dati e sono a rischio hacker. Su trecento siti esaminati in uno studio, ben 252 non forniscono recapiti del DPO o altre informazioni per l'esercizio dei diritti degli utenti. Bernardi: "Scarsa trasparenza penalizza non solo i diritti degli interessati ma anche le stesse aziende nel mercato digitale". Violati noti siti italiani, la circolare dei Federprivacy sui data breach. Avanzano realtà come Ferrero e Qwant che puntano su privacy e sicurezza online. La fiducia degli utenti al centro del dibattito al 7° Privacy Day.
Privacy vs. Trasparenza: qual è la soluzione?
Nell’ambito della P.A. assume grande rilevanza la delicata problematica rappresentata dal possibile conflitto tra due interessi di rango primario che, in quanto tali, devono ritenersi entrambi meritevoli di costante ed adeguata tutela da parte dell’ordinamento giuridico:
Pubblicare il numero di matricola di un dipendente nell'albo pretorio può costare caro al comune
Pubblicare all'albo pretorio online anche solo un numero di matricola di un dipendente in contenzioso con l'ente può costare caro al comune. Anche se esiste un obbligo di pubblicazione infatti è sempre opportuno oscurare ogni riferimento personale per non incorrere in sanzioni privacy.