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Gli obblighi di comunicazione previsti dal nuovo decreto di attuazione del registro dei titolari effettivi (Dm 11 marzo 2022 n. 55), prevedono modalità di accesso alle informazioni e, in particolare, modalità di interazione tra diritto di accesso e tutela della privacy dei titolari effettivi, diversamente declinate a seconda che si tratti di imprese dotate di personalità giuridica e persone giuridiche private ovvero di trust e istituti giuridici affini. Peraltro, proprio il richiamo agli istituti giuridici simili necessita un chiarimento ufficiale circa il perimetro a cui la normativa di attuazione possa essere applicata.

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L’applicazione del D.Lgs. 196/03 prima e del GDPR poi in realtà altamente critiche quali la Pubblica Amministrazione e la Sanità, ha da sempre incontrato delle difficoltà dettate dalle peculiarità proprie di questi settori. Non ci si riferisce, in particolare, alla ben nota difficoltà di spesa e di investimenti che ha come effetto quello di rendere estremamente complesso disegnare un modello di governance che comprenda misure effettivamente adeguate di protezione dei dati, bensì alla difficoltà di combinare norme specifiche di settore con la disciplina generale della protezione dei dati.

La trasparenza nelle nuove tecnologie è un concetto che le normative europee pongono al centro dell'ecosistema digitale, ma la sua effettiva realizzazione è un problema di straordinaria complessità, soprattutto per gli algoritmi di intelligenza artificiale.

Le Pubbliche amministrazioni, quando pubblicano dati e documenti on line, devono porre la massima attenzione a non diffondere dati che non siano pertinenti rispetto alle finalità perseguite. Questo concetto è stato recentemente ribadito dal Garante privacy nell'ambito di un'istruttoria conclusasi con un provvedimento sanzionatorio a carico di un Ente pubblico che aveva assolto alcuni obblighi informativi in violazione della normativa esistente.

Trasparenza della pubblica amministrazione, tanta e ben confusa. Sono (almeno) 10 i «tipi» di trasparenza e tutti con presupposti diversi e con possibili esiti differenti: se devo chiedere la copia di un atto o di un documento, o di un dato o di una informazione, può darsi che ne abbia diritto in base a una legge, e che non ne abbia diritto in base ad un'altra. Diventa importante, allora, capire quale «trasparenza» attivare per ottenere il risultato e formulare la richiesta di conseguenza.

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Il provvedimento del Garante Privacy nei confronti di Foodinho s.r.l. del 10 giugno 2021 (docweb 9675440) ha messo in luce ancora una volta la necessità di assicurare che gli algoritmi utilizzati dalle aziende per la gestione delle attività lavorative siano configurati in modo da garantire la “trasparenza” dei processi decisionali ed evitare discriminazioni tra i lavoratori.

Sui portali delle pubbliche amministrazioni nella sezione dedicata alla trasparenza/bandi di concorso non dovrebbero comparire nelle graduatorie dati che facciano riferimento alla disabilità da cui si possa inferire l’identità delle persone interessate.

Il Foia conosce deroghe legate alla necessità di tutelare i dati personali, in particolare se sensibili, dei soggetti cui si riferiscono gli atti o i documenti o le informazioni oggetto della richiesta. Il rigetto va applicato se c’è un danno possibile alla tutela dei dati personali. Dopo aver precisato che le istanze non sono accettabili se creano un disservizio, si stanno ponendo – nella giurisprudenza e nelle indicazioni del Garante della privacy - alcuni punti fermi che danno alle amministrazioni utili indicazioni operative nell’applicazione del diritto di accesso generalizzato.

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Indubbiamente, una multa milionaria avrà avuto pure convinto Netflix a fare qualche sforzo per allinearsi alla normativa sulla protezione dei dati personali dell’Unione Europea, ma 5 anni sono davvero troppi per stabilire se la società statunitense rispettasse o meno il principio di trasparenza richiesto dall’art. 12 del GDPR.

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Il registro pubblico dei titolari effettivi non viola la privacy. Secondo le conclusioni dell'avvocato generale alla Corte di giustizia dell'Unione europea Giovanni Pitruzzella, è valido il regime di accesso pubblico alle informazioni sui titolari effettivi delle entità giuridiche stabilito dalla quinta direttiva antiriciclaggio (2018/843/Ue).

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Siamo tutti spiati? il presidente di Federprivacy a Cremona 1 Tv

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