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Criticità del GDPR con riferimento agli enti pubblici

Criticità del GDPR con riferimento agli enti pubblici

Il Regolamento comunitario sulla protezione dei dati personali n. 2016/679 non prevede una disciplina ad hoc per il trattamento dei dati personali effettuato dai soggetti pubblici al di là di riferimenti specifici relativi all’applicazione di alcune norme o istituti, talvolta anche in regime di eccezione rispetto a regole generali. IL GDPR, in realtà, non contiene una formale bipartizione tra titolari pubblici e privati e non contiene nemmeno norme specifiche dedicate al settore privato e pubblico, ma si occupa in generale delle condizioni di liceità del trattamento (v. art. 6 e art. 9, comma 2, per i dati particolari).

Gestione reclami privacy, una funzione aziendale di “prevenzione” e occasioni di ravvedimento operoso

Gestione reclami privacy, una funzione aziendale di “prevenzione” e occasioni di ravvedimento operoso

Creazione di una funzione aziendale “prevenzione reclami” e focus sulle occasioni di ravvedimento operoso in ottica di minimizzazione del rischio “sanzioni” da un lato (per il data controller); opportunità di interpellare il titolare del trattamento prima della presentazione del reclamo, dall’altro lato (per il data subject) : sono questi alcuni spunti per la gestione pratica delle forme di tutela previste dal regolamento del Garante sui reclami. In effetti il GDPR ha cambiato le carte in tavola: ha detto addio ai ricorsi e ha emancipato i reclami.

Capire e capirsi nell’era digitale

Capire e capirsi nell’era digitale

Tra proroghe e concessioni, con il giungere del nuovo anno, sembravamo finalmente arrivati ad un momento in cui sembrava essersi delineato un “punto zero” normativo/operativo con cui approcciare al nuovo Regolamento Europeo.  Sia essa di natura informatica oppure legale, la preparazione professionale del nuovo consulente privacy, per quanto multidisciplinare e qualificato, non riesce a fornire ancora una risposta certa e completa alla richiesta che proviene dal mercato.

Sono mezzo milione i DPO nell’UE. Ma i Privacy Officer guadagnano di più

Sono mezzo milione i DPO nell’UE. Ma i Privacy Officer guadagnano di più

Mentre il Gdpr sta per compiere un anno, una nuova ricerca della International Association of Privacy Professionals (Iapp) indica che in tutta Europa sono circa 500.000 le organizzazioni che hanno dichiarato di aver nominato un Data Protection Officer.

Attenti alla mail che vi offre l’antivirus gratis per disinfestare il vostro pc

Attenti alla mail che vi offre l’antivirus gratis per disinfestare il vostro pc

Ricevere una mail che vi segnala che il vostro computer è stato infettato da un pericoloso virus, può quantomeno farvi scattare un momento di panico. Se però nello stesso messaggio vi viene fornita anche la soluzione proponendovi di scaricare gratis un antivirus in grado di neutralizzare il malware, sembrerebbe allora tutto troppo bello per essere vero, e anche se la tentazione può essere quella di cliccare subito sul link indicato per disinfestare il vostro pc, potrebbe trattarsi in realtà di uno stratagemma per prendere in ostaggio tutti i vostri dati.

App-spia: non è in gioco solo la riservatezza dei dati, ma anche la nostra libertà

App-spia: non è in gioco solo la riservatezza dei dati, ma anche la nostra libertà

La colpa è di Machiavelli e del suo dannato principio secondo il quale il fine giustifica i mezzi. Autorità giudiziaria e forze di polizia qualche anno fa hanno cominciato ad utilizzare virus informatici, cavalli di Troia e altre mille diavolerie elettroniche per acquisire elementi di prova. E’ cominciato tutto sotto la nobile egida del perseguire gli obiettivi di giustizia. Nessuno si è posto remore, nessuno si è preoccupato delle conseguenze.

Camera dei Deputati: Artificial intelligence e sostenibilità

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