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Non si vince la partita della trasformazione digitale mettendo da parte le regole sulla privacy

Non si vince la partita della trasformazione digitale mettendo da parte le regole sulla privacy

La pandemia da Covid-19 ha dissipato ogni eventuale dubbio su quanto sia importante la trasformazione digitale per dare un impulso decisivo al rilancio della competitività e della produttività del Sistema Paese, e per questo il Governo Draghi ha inserito tra gli obiettivi del suo ambizioso “PNRR” (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) la digitalizzazione della pubblica amministrazione e del sistema produttivo.

Nuovi conflitti tra privacy e salute nel segno del Covid-19

Nuovi conflitti tra privacy e salute nel segno del Covid-19

Per chi si occupa di dati, il 2020 doveva essere il solito anno tumultuoso. Come per quelli precedenti, erano stati messi in preventivo tempo ed energie per analizzare i nuovi databreach, studiare nuove casistiche, decrittare nuove decisioni e provvedimenti, definire nuove interpretazioni e quindi attendersi su tutti fronti una larga dose di novità, che effettivamente ci sono state. Niente di nuovo, si fa per dire, in un comparto così abituato ai cambiamenti perché sottobraccio al rapido progresso tecnologico; ma chi si aspettava una novità così grande? Il Covid-19, infatti, per tutto il mondo della privacy, del data protection, e delle tecnologie è una macroscopica prova di resistenza.

La app “IO” della Pubblica Amministrazione spedisce i tuoi dati personali all’estero

La app “IO” della Pubblica Amministrazione spedisce i tuoi dati personali all’estero

Era stata definita come la “applicazione mobile gratuita italiana, realizzata dal Dipartimento per la trasformazione digitale, in collaborazione con PagoPA S.p.A. e diversi volontari che hanno collaborato allo sviluppo, con l’obiettivo di rendere i servizi delle pubbliche amministrazioni accessibili ai cittadini su un’unica piattaforma”. Oggi si scopre che la app “IO” spedisce i dati degli utenti a diverse piattaforme straniere (Google, Mixpanel e Instabug) alla faccia della privacy e soprattutto approfittando del naturale rapporto di fiducia che lega il buon cittadino alle iniziative che portano il cappello dello Stato.

Il diritto a capire come funziona l'algoritmo prima di dire di sì

Il diritto a capire come funziona l'algoritmo prima di dire di sì

Quando si chiede a una persona il consenso a trattare i suoi dati personali perché siano dati in pasto a un algoritmo chiamato ad assumere una qualche decisione il consenso non è valido se la persona non è adeguatamente informata delle logiche alla base dell’algoritmo. È la sintesi di una bella Sentenza depositata nei giorni scorsi dai Giudici della Corte di Cassazione.

Il futuro incerto dei cookie di terze parti: verso un futuro nel segno della Privacy by Design e by Default?

Il futuro incerto dei cookie di terze parti: verso un futuro nel segno della Privacy by Design e by Default?

La raccolta ed il trattamento dei dati personali per finalità di profilazione e di marketing personalizzato è uno, se non il maggiore, dei pilastri della Rivoluzione digitale.  Giganti dell’industria 4.0 come Google e Facebook non sarebbero mai sorti senza l’apporto economico dato dal modello di business della pubblicità targettizzata. Negli ultimi anni, però, abbiamo assistito a numerosi scandali provocati da “massive” violazioni di dati personali, come nel recente caso di Linkedin, o del loro utilizzo per fini poco leciti come nel caso Cambridge Analytica.

Se hai Alexa, Amazon consentirà ai tuoi vicini di 'fregarti' la Wi-Fi

Se hai Alexa, Amazon consentirà ai tuoi vicini di 'fregarti' la Wi-Fi

La fregatura al momento è riservata agli utenti americani, ma se l’esperimento dovesse mai “funzionare” c’è da aspettarsi che la soluzione arrivi anche da noi. Si chiama “Sidewalk” ed è la funzione che l’8 giugno verrà abilitata automaticamente sui dispositivi di Amazon rientranti nella gamma di prodotti in cui figurano Alexa, Echo, Ring Video Doorbells, Ring Floodlight Cams e Ring Spotlight Cams. A cosa serve? A condividere una parte della connessione WiFi con chi abita a fianco o – come dice il nome stesso dell’invenzione – si trova sul “marciapiede” antistante.

Il presidente di Federprivacy intervistato su Rai 4

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