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WhatsApp per condividere dati aziendali riservati, attenti al rovescio della medaglia

WhatsApp per condividere dati aziendali riservati, attenti al rovescio della medaglia

La comodità è figlia della pigrizia. Quest’ultima ha una discendenza pericolosa, tra cui spiccano le nipotine della messaggistica istantanea la più vivace delle quali è certo WhatsApp. Quest’ultima soluzione prende facilmente per mano chi lavora da remoto o semplicemente si trova fuori ufficio: è suadente e abbordabile anche per chi non ha competenze tecnologiche, è traditrice perché non offre nessuna garanzia di riservatezza.

La privacy non vieta il digital green pass Ue ma indica come realizzarlo

La privacy non vieta il digital green pass Ue ma indica come realizzarlo

L’Europa avrà un digital green pass o, almeno, questa è la proposta della Commissione europea presentata lo scorso 17 marzo. Non sarà un passaporto vaccinale ma un certificato digitale che servirà a provare indifferentemente che un cittadino si è vaccinato, che un cittadino è risultato negativo a un test o che un cittadino, guarendo dal Covid, ha sviluppato i necessari anticorpi.

Sfida al revenge porn dal Garante per la Privacy

Sfida al revenge porn dal Garante per la Privacy

Registrare i momenti intimi con il proprio partner può essere un gioco pericoloso. Lo dicono i dati sul Revenge porn, cosiddetto "pornovendetta". Un fenomeno preoccupante in forte espansione che si sostanzia nella diffusione illecita, non consensuale, attraverso i social media, di foto e video sessualmente o pornograficamente rilevanti, scattati nell’intimità di una esperienza relazionale e destinati a rimanere privati.

Data Breach: quale è la differenza tra un incidente di sicurezza e una violazione dei dati personali?

Data Breach: quale è la differenza tra un incidente di sicurezza e una violazione dei dati personali?

In molti casi l’attivazione della procedura di data breach da parte del titolare del trattamento con relativa notifica all’Autorità Garante ai sensi dell’art. 33 del GDPR può comportare come conseguenza l’applicazione di determinate sanzioni amministrative, anche pecuniarie, da parte dell’Autorità. Non è assolutamente una regola, ma la probabilità è alta. Si pensi, ad esempio, ai recenti provvedimenti richiamati nella newsletter del 19 febbraio 2021 dove il Garante, con riferimento alle strutture sanitarie, nell’irrogare la sanzione ha ricordato che i titolari del trattamento devono adottare tutte le misure tecniche e organizzative necessarie per evitare che i dati degli interessanti siano comunicati per errore ad altre persone.

Data Breach una questione (anche) di consapevolezza

Data Breach una questione (anche) di consapevolezza

Per prima cosa è fondamentale dare un’occhiata a quanto avvenuto l’anno scorso. Oltre alle difficoltà già presenti, il 2020 è stato un anno orribile dal lato “data protection” alla luce del numero record di furti di credenziali e sottrazioni di informazioni personali. Il numero complessivo fa tremare i polsi: 20 miliardi di record sottratti nel solo 2020, con un incremento del 66% rispetto al 2019. Incredibilmente, si tratta di un aumento di 9 volte rispetto al valore “basso” del 2018, in cui erano stati sottratti (solo) 2,3 miliardi di record.

Testamento digitale: brevi ed iniziali spunti dal punto di vista dei familiari del 'de cuius'

Testamento digitale: brevi ed iniziali spunti dal punto di vista dei familiari del 'de cuius'

Il Tribunale di Milano con ordinanza del 10 febbraio 2021 ha riconosciuto ai genitori del figlio defunto il diritto di accedere ai contenuti del suo smartphone archiviati sul cloud. Il Giudice ha motivato la propria decisione sul presupposto che mancava la prova in giudizio (Apple era, peraltro, rimasta contumace) di un espresso divieto scritto del de cuius circa la destinazione dei diritti relativi ai suoi dati personali; mancava, in sostanza, il testamento digitale disciplinato dall’art. 2 terdecies del D.Lgs. 196/2003 (c.d. Codice Privacy).

Il presidente di Federprivacy al TG1 Rai

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