NEWS

Federprivacy

Federprivacy è la principale associazione di riferimento in Italia dei professionisti della privacy e della protezione dei dati, iscritta presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MISE) ai sensi della Legge 4/2013. Email: [email protected] 

L'identità degli iscritti alle associazioni è inviolabile. È quanto ribadisce il Garante della privacy a conclusione della riunione del collegio svoltasi il 19 marzo 2021 alla quale hanno preso parte il presidente Pasquale Stanzione, la vicepresidente Ginevra Cerrina Feroni, i componenti Guido Scorza e Agostino Ghiglia e il segretario generale Fabio Mattei. L'Autorità ha confermato il parere 19-2021 espresso lo scorso 14 gennaio su richiesta del ministero della giustizia in relazione allo schema di decreto, da adottare di concerto con il ministero dello sviluppo, sulle organizzazioni che partecipano a una class action e che pertanto devono figurare in un elenco pubblico istituito presso il ministero della giustizia.

Nel contesto del ricorso contro Facebook per il trasferimento dei dati degli utenti europei negli Stati Uniti, l’autorità irlandese per la protezione dei dati personali (Dpc) è stata accusata di non aver applicato correttamente le misure previste dal Regolamento generale per la protezione dei dati personali (Gdpr). Le accuse provengono dalla Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni del Parlamento europeo (Libe) e dall’autorità tedesca per la protezione dei dati (Bfdi).

Il procuratore generale della California Xavier Becerra ha annunciato nuove misure per proteggere le informazioni personali degli utenti residenti nel proprio stato federale.  A partire dal 15 marzo 2021, il “California Consumer Privacy Act” (CCPA) impone maggiore trasparenza da parte delle aziende vietando di utilizzare nei propri siti web i cosiddetti "dark pattern" o “schemi oscuri” che possono confondere o indurre gli utenti a scegliere di cedere i propri dati personali.

La commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni del Parlamento europeo ha approvato con 41 voti favorevoli, 2 contrari e 24 astensioni il progetto di risoluzione che traccia un bilancio del Regolamento generale sulla protezione dei dati (Gdpr) a tre anni dalla sua operatività negli Stati membri. Gli eurodeputati nel testo hanno chiesto più risorse umane, tecniche e finanziarie ai garanti della privacy.

Le persone offese dal reato possono opporsi alla restituzione all’indagato dei dati originali e delle copie forensi del cellulare. E hanno diritto ad averle per opporsi all’archiviazione. La Cassazione (sentenza 9820) accoglie il ricorso dei congiunti della vittima, di un omicidio preterintenzionale, contro la decisione del Gip di rendere cellulare e tabulati all’indagato, negando la copia alle parti offese. Ad avviso del Gip, infatti, queste ultime non potevano opporsi ad un provvedimento, che può essere contestato solo quando ci sono dubbi sulla proprietà dei beni.

Informative privacy più chiare grazie a simboli e icone? il Garante per la Privacy lancia un concorso aperto a esperti della materia, studenti e altri addetti ai lavori per studiare soluzioni che, attraverso l’uso di icone, simboli o altre soluzioni grafiche, rendano le informative più semplici, chiare e immediatamente comprensibili. Tra le associazioni in prima linea pronte a raccogliere l’iniziativa dell’Autorità, anche Federprivacy, che ha creato il “Gruppo di Lavoro per l’agevolazione dell’esercizio dei diritti dell’interessato”, al quale è stato assegnato come primo obiettivo proprio quello di mettere a punto un ventaglio di set di simboli o icone capaci di rappresentare la totalità degli elementi che a norma degli articoli 13 e 14 del Gdpr devono essere contenuti nell’informativa.

Facebook non è solo una occasione ludica, di intrattenimento, ma anche un luogo, seppure virtuale, di proiezione della propria identità, di intessitura di rapporti personali, di espressione e comunicazione del proprio pensiero. e allora, la cancellazione del proprio profilo senza alcuna motivazione da parte della società deve essere risarcita. Lo mette nero su bianco il tribunale di Bologna con ordinanza del 10 marzo con la quale Facebook Ireland Limited viene condannata a riparare i danni subiti da un professionista, titolare di pagina che recava come account il proprio nome e cognome, al quale erano collegate 2 pagine di collezionismo e storia militare.

Il 75% dei dipendenti utilizza WhatsApp o altre app di messaggistica istantanea e software di videoconferenza online come Teams e Zoom per condividere dati sensibili, e il 71% di essi ammette di usare queste applicazioni per inviare informazioni critiche riguardanti l’azienda per cui lavora. Per questo, quasi un terzo (30%) degli impiegati è stato già ammonito dai propri responsabili dopo aver inviato tali dati confidenziali tramite canali non consentiti dalle procedure interne.

Diffamazione aggravata per un post su Facebook anticipato dall'avviso a "poveri ebeti". La Cassazione con la sentenza 9790/2021 conferma la responsabilità penale a carico di un medico che sulla piattaforma ha utilizzato frasi offensive nei confronti di un avvocato durante una discussione via web. Il ricorrente nell'impugnare la sentenza dei giudici di merito in particolare aveva chiesto l'applicazione della particolare tenuità del fatto o al limite un trattamento sanzionatorio più mite.

Il Garante per la protezione dei dati personali ha sanzionato la Regione Lazio per 75.000 euro per non aver nominato responsabile del trattamento dati la Società Cooperativa Capodarco, a cui l’Ente aveva affidato la gestione delle prenotazioni delle prestazioni sanitarie, attraverso il call center regionale (ReCUP).

Privacy Day Forum 2024, il trailer della giornata

Mappa dell'Italia Puglia Molise Campania Abruzzo Marche Lazio Umbria Basilicata Toscana Emilia Romagna Calabria

Rimani aggiornato gratuitamente con la nostra newsletter settimanale
Ho letto l'Informativa Privacy