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Federprivacy

Federprivacy è la principale associazione di riferimento in Italia dei professionisti della privacy e della protezione dei dati, iscritta presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MISE) ai sensi della Legge 4/2013. Email: [email protected] 

Il Codacons ha denunciato WhastApp al Garante per la Privacy, chiedendo all’autorità di inibire comportamenti lesivi dei diritti degli utenti e di ordinare all’azienda di conformarsi alle disposizioni europee in tema di privacy. Al centro dell’esposto dell’associazione, l’impossibilità di disattivare la funzione di backup delle chat dall’applicazione WhatsApp negli smartphone con sistema operativo Android.

L'obbligo di esibire il green pass per andare a lavorare non viola il diritto alla riservatezza dei docenti e non si pone nemmeno in contrasto con il diritto alla salute. Lo ha stabilito il presidente della terza sezione del Consiglio di Stato, Franco Frattini, con due decreti gemelli pubblicati il 30 ottobre scorso (9153 e 9154/2021). I ricorsi erano stati presentati da alcuni insegnanti, che avevano impugnato i provvedimenti con i quali è stato introdotto l'obbligo della certificazione verde. Ed erano già stati rigettati con ordinanze collegiali dal Tar del Lazio.

C’è ancora molto da fare sul fronte della prevenzione e repressione del cosiddetto reato di revenge porn. Oggi le vittime hanno a disposizione strumenti di tutela penali e amministrativi che però non sempre sono sufficienti a evitare la viralità dei contenuti. Sul fronte penale si può sporgere querela entro 6 mesi dalla conoscenza del fatto (termine doppio rispetto a quello ordinario). Il reato è procedibile d’ufficio se commesso ai danni di una persona in condizione di inferiorità fisica o psichica o di una donna in gravidanza. Non è invece prevista un’aggravante specifica a tutela dei minorenni.

Diversi produttori e sviluppatori, anche di altri Paesi, hanno messo a disposizione sugli store on line app per la verifica del green pass che consentono a chi le scarica, inquadrando il QR Code, di leggere dati personali come nome, cognome, data di nascita, ma perfino dosi o tamponi effettuati. In alcuni casi le app richiedono anche una registrazione per il download e trasferiscono i dati a terzi.

Più poteri al Garante della Privacy per bloccare o ingiungere di cancellare la pubblicazione online, all’insaputa dell’interessato, di foto o video a sfondo sessuale. Interventi che l’Autorità già svolgeva ma che la nuova norma, inserita nel DL 139/2021 sulle riaperture, ha maggiormente circostanziato, imponendo tempi di reazione rapidi: l’Autorità si deve muovere entro 48 ore dalla richiesta. Una novità che ricalca quanto già previsto per il cyberbullismo. Entrambi fenomeni - quest’ultimo e il revenge porn su cui interviene il decreto legge - utilizzano il web per colpire, spesso indirizzandosi verso minori o persone comunque fragili, con conseguenze devastanti e in alcuni casi estreme.

I dati diventano moneta. Possono essere usati per comprare contenuti e servizi digitali. È quanto prevede il decreto legislativo, approvato in via definitiva dal consiglio dei ministri del 29 ottobre 2021, che attua la direttiva UE 2019/770, sui contratti di fornitura di contenuti digitali e di servizi digitali. Il dlgs aggiunge nuovi articoli (dal 135-octies al 135-vicies ter) al codice del consumo (dlgs n. 206 del 2005) e, nel recepire la direttiva europea, codifica quello che già avviene tutti i giorni sulla rete internet, e cioè lo scambio di beni (digitali) contro dati personali.

Il Tribunale che sancisce la totale illegittimità del decreto di perquisizione e sequestro del PM, deve a sua volta disporre la restituzione delle copie forensi delle memorie contenenti i dati ivi registrati. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 38460 depositata oggi, accogliendo il ricorso di una donna che aveva subito il sequestro di due telefoni cellulari nell'ambito di un procedimento contro ignoti per rivelazione del segreto d'ufficio.

Pochi e semplici suggerimenti per la sicurezza dei dispositivi e dei servizi digitali che utilizziamo ogni giorno. Il Garante ha pubblicato una nuova scheda con consigli di base per impostare password sicure e gestirle in modo accorto. Il nuovo vademecum spiega ad esempio come scegliere una buona password, come gestire tutte quelle che fanno parte della nostra vita quotidiana (da quelle per accedere ai dispositivi a quelle per i vari servizi di e-mail, acquisto online, ecc.) e come conservarle in modo che non siano facile preda di eventuali malintenzionati.

La messaggistica vocale e scritta, compresa quella di WhatsApp, recapitata telematicamente rientra nella nozione di comunicazione telefonica riportata dall'articolo 660 del Codice Penale. Ai fini della sussistenza del reato di molestia l'asincronia della comunicazione messaggistica dell'agente rispetto al momento della ricezione da parte del contattato non rileva pur tenendo conto della sincronia che realizza una telefonata. E la possibilità data dai mezzi attuali di non ricevere più messaggi (e anche telefonate) da una data persona non esclude l'avvenuta molestia prima del blocco del contatto.

Viola la privacy e diffama il giornalista che, nel riferire un fatto di cronaca, fornisce notizie e particolari della vita privata di persone che non hanno attinenza con la notizia principale. Partendo da questo principio la Cassazione (sentenza 22741/2021) conferma la condanna del redattore e del direttore responsabile di un quotidiano, colpevoli di aver svelato fatti personali dei familiari della vittima di un incidente stradale: un musicista noto a livello locale.

Il presidente di Federprivacy a Rai Parlamento

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