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La Cassazione, con la sentenza n. 10740/2019 del 17 aprile scorso, ha accolto il ricorso proposto dal Garante per la Privacy sulla omessa informativa ai soggetti interessati per un illecito utilizzo dei dati, riguardo sim card intestate a clienti ignari.

La forte diffusione dello smart working registrata negli ultimi mesi, dovuta in gran parte all'emergenza pandemica tutt'ora in corso, rende particolarmente scottante il controllo a distanza sull'impiego da parte dei lavoratori degli strumenti e dei sistemi informatici aziendali, sulla prestazione lavorativa e sulla commissione di illeciti. L'unico modo per controllare il dipendente che lavori da casa è "in remoto", sulla base dei dati e delle informazioni che la tecnologia oggi consente.

Qualche volta può essere una foto postata su un social; qualche altra una frase. Qualche altra una frase. Altre volte invece l’insidia passa anche attraverso la semplice condivisione di un appello: guardate quella fiction. Com’è, ad esempio, accaduto a un dipendente dell’ArcelorMittal di Taranto sospeso dal lavoro in via disciplinare.

Martedì, 16 Ottobre 2018 11:25

Tar Lombardia, scudo sulle dichiarazioni fiscali

Niente operazione trasparenza da parte del fisco sulle dichiarazioni fiscali dell'ex coniuge, anche se la richiedente deve affrontare una causa dopo che l'uomo ha chiesto la separazione. È vero, pure per il regolamento europeo General data protection (Gdpr) le esigenze delle privacy recedono di fronte alla necessità di garantire l'esercizio del diritto di difesa in sede giudiziaria. 
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Il diritto alla sicurezza e incolumità è prevalente nella sua tutela rispetto al diritto alla riservatezza. Perciò una telecamera non viola la riservatezza nel caso in cui venga installata sul pianerottolo di un condominio osservando le precauzioni (comunicazione all'amministratore e affissione di cartello segnalatore). E' quanto precisa il Tribunale di Prato mediante sentenza del 29 giugno 2023, n. 440 (questione vertente sull'utilizzo delle telecamere private, tematica di viva attualità e diffuso interesse).

Se è legittimo criticare il proprio avvocato, esagerare, tempestandolo di mail e sms, può costare una condanna per stalking. È quanto emerge da una recente sentenza della quinta sezione penale della Cassazione (n. 35022/2021) che ha confermato la condanna ex articolo 612 bis c.p. nei confronti di un uomo che aveva preso di mira la propria legale. A pesare sia lunga durata della condotta che la mole di messaggi inviati.

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Se viene prodotta in giudizio la trascrizione di una conversazione realizzata tramite chat di WhatsApp va in concreto valutata dal giudice la necessità di acquisire lo strumento che contiene i messaggi trascritti o di verificare la genuinità e provenienza degli stessi.

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In tema di intercettazioni di conversazioni o comunicazioni mediante captatore informatico (trojan horse), la riforma introdotta dal Dlgs 29 dicembre 2017, n. 216, come ripetutamente modificata - da ultimo - dal Dl 30 aprile 2020, n. 28, convertito dalla legge 25 giugno 2020, n. 70, si applica solo ai procedimenti penali iscritti dal 1° settembre 2020, con la conseguenza che quelli in materia di criminalità organizzata iscritti anteriormente a tale data sono soggetti alla disciplina precedentemente in vigore, nel rispetto dei principi affermati dalle sezioni Unite Scurato.

Interessante decisione della Prima Sezione civile a cavallo tra diritto d'autore e privacy. Al centro del contenzioso alcune foto e frammenti "non sportivi" del fuoriclasse del pallone Gianni Rivera riprodotte all'interno di alcuni Dvd editati dal gruppo Rcs che pubblica la Gazzetta dello Sport e il Corriere della sera. Con l'ordinanza n. 19515, la Cassazione infatti ha accolto parzialmente (e con rinvio) il ricorso della media company, condannata a pagare 50mila euro a titolo di risarcimento all'ex calciatore e poi politico, affermando un principio di diritto che allarga il campo di utilizzo delle immagini dei vip.

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Martedì, 20 Agosto 2024 08:46

Tutela estesa su chat e messaggi WhatsApp

Ha portata generale la necessità per il Pm di procedere a sequestro per l’acquisizione di chat. A queste ultime infatti deve essere ricondotto il concetto di corrispondenza sulla base di quanto chiarito dalla Corte costituzionale. Lo puntualizza la Cassazione con la sentenza 31180/2024 della sesta sezione penale.

Il presidente di Federprivacy al TG1 Rai

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