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Garante per la Privacy, richiamo agli organi di stampa: troppi dettagli sui malati su social e media
Il Garante per la protezione dei dati personali sta ricevendo segnalazioni e reclami con i quali viene lamentata, da parte dei famigliari, la diffusione sui social e sugli organi di stampa, anche on line, di dati personali eccessivi (nome, cognome, indirizzo di casa, dettagli clinici) riguardanti persone risultate positive al Covid 19.
Garante privacy e Consiglio nazionale Odg: i media rispettino norme e provvedimenti
Il Garante per la protezione dei dati personali e il Presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine dei Giornalisti Carlo Verna lanciano un forte richiamo ai mezzi di informazione affinché rispettino le regole che sono alla base della professione giornalistica e i provvedimenti adottati dall'Autorità. La loro inosservanza conduce, tra l 'altro, all'applicazione delle sanzioni amministrative previste dal Regolamento Ue ed espone al rischio di eventuali misure penali. Gli stessi comportamenti scorretti inoltre, sono passibili di sanzioni disciplinari da parte dell'Ordine.
Garante Privacy, no a forme di spettacolarizzazione del dolore sulla tragedia della funivia del Mottarone
In riferimento alla diffusione dei video che raccontano gli ultimi istanti della tragedia della funivia del Mottarone, il Garante per la protezione dei dati personali invita i media e gli utenti dei social network ad astenersi dall’ulteriore diffusione delle immagini e da forme di spettacolarizzazione dell'evento, che possono solo acuire il dolore dei familiari delle vittime e di quanti erano loro legati.
Garante Privacy: no alla cancellazione di un articolo dall’archivio online di un quotidiano
L’archivio online di un giornale svolge un’importante funzione per la ricostruzione storica degli eventi che si sono verificati nel tempo. Lo ha ricordato il Garante privacy nel ritenere infondato il reclamo di una donna che si era rivolta all’Autorità per far cancellare i propri dati personali da un articolo conservato nell’archivio online di un editore di un quotidiano nazionale.
Garante Privacy: sui giornali si devono sempre oscurare nomi e dettagli sui minori che possano ledere la loro riservatezza e dignità
Nel pubblicare articoli che riportano fatti di cronaca e sentenze che riguardano i minori, occorre sempre verificare che siano oscurati nomi e dettagli che possano ledere la loro riservatezza e dignità.
Gdpr, le “Regole deontologiche” dei giornalisti in corso di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale
Verificata dal Garante per la protezione dei dati personali la conformità del Codice deontologico dei giornalisti al Regolamento Ue 2016/679 sulla protezione dei dati personali. La verifica - demandata all’Autorità dal decreto legislativo n. 101/2018 di adeguamento della normativa nazionale al Regolamento Ue – non modifica sostanzialmente il Codice deontologico limitandosi ad un aggiornamento formale dei riferimenti al nuovo quadro normativo europeo.
Giornalismo e pubblicazione foto di minori: quale deontologia privacy?
Il diritto di informazione e il diritto a una crescita armonica del minore si fronteggiano ma il primo recede quasi sempre rispetto al secondo. Così avviene anche rispetto alla privacy del minore che ha sempre la precedenza sul diritto di cronaca. Il Garante della Privacy ha sanzionato in molti casi testate giornalistiche digitali e non per avere pubblicato delle foto di minori mentre si narrava di un fatto di cronaca. Si invita a stare in guardia dalle frasi di senso comune del tipo: “il minore è ripreso da lontano e quindi la foto si può pubblicare”. Non è così.
Giornalismo: no a artifici e pressioni, il Garante per la Privacy sanziona 'Le Iene'
I giornalisti devono agire con correttezza e trasparenza evitando di utilizzare artifici e pressioni per raccogliere notizie che potrebbero essere acquisite con gli strumenti dell’inchiesta giornalistica. Il principio è stato ribadito dal Garante che ha sanzionato Reti Televisive Italiane S.p.a. e ha vietato la diffusione di un’intervista all’interno di un servizio de “Le Iene”.
Giornalisti intercettati, condanna della Cedu
Le intercettazioni a danno dei giornalisti violano la Convenzione europea dei diritti dell’uomo perché compromettono il diritto alla confidenzialità delle fonti. Lo ha stabilito la Corte di Strasburgo con la sentenza Big Brothers Watch e altri contro il Regno Unito, depositata ieri. Al centro della vicenda arrivata alla Corte europea e che è costata la condanna di Londra, il sistema di intercettazioni svelato da Edward Snowden a causa del quale molte informazioni, raccolte a strascico, erano state condivise dai servizi segreti inglesi e statunitensi.
Il Garante della Privacy indica diritti e doveri dei giornalisti dopo il Regolamento UE 679/2016
Il giornalista può trattare i dati senza consenso, ma deve rispettare il limite dell'essenzialità dell'informazione; ha diritto alla segretezza delle fonti, ma deve rispettare la dignità delle persone; può mantenere il suo archivio personale, ma non deve agire in incognito. Sono alcuni dei punti fermi del difficile bilanciamento tra privacy e diritto di cronaca, alla luce delle «Regole deontologiche relative al trattamento dei dati personali nell'esercizio dell'attività giornalistica», elaborate dal Garante e trasmesse Ministero della giustizia per essere riportate con decreto nell'Allegato A) del Codice Privacy, la cui delibera è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 3 del 4/01/2019.