Visualizza articoli per tag: frodi online
La voce del capo gli ordina di fare un bonifico di 221mila euro, ma è una frode di "vishing"
Se il vostro capo vi telefonasse chiedendovi di effettuare un bonifico urgente ad un fornitore, probabilmente non battereste ciglio ed ubbidireste all'ordine che vi viene impartito. Tuttavia, la voce che sta all'altro capo del filo potrebbe non essere affatto quella del vostro boss, ma di un sintetizzatore vocale in grado di imitarlo perfettamente, tanto da non farvi destare alcun sospetto, neanche se la richiesta è quella di trasferire un grosso importo di denaro su un conto bancario che non conoscete.
Milioni di numeri WhatsApp di utenti italiani in vendita nel Dark Web: attenzione a chi si spaccia per un 'vecchio amico' o una ex che ha cambiato numero
Gli esperti del forum di cybersecurity Red Hot Cyber hanno trovato diversi milioni di numeri di telefono e account Whatsapp di utenti italiani in vendita nel Dark Web sul noto forum underground BreachForums. Chi entra in possesso di un database delle utenze di WhatsApp con il nostro nome e cognome e numero di telefono nella maggior parte dei casi non avrà così difficoltà a reperire informazioni aggiuntive sui nostri profili social, e potrebbe ingannarci facilmente.
Privacy online e dati personali a rischio durante la ricorrenza di San Valentino
Privacy digitale e dati personali a rischio con le app e siti di dating online in occasione del giorno di San Valentino. A segnalarlo, è il noto produttore di software antivirus Kaspersky, che fornisce anche alcuni consigli per proteggersi.
Rinviato a giudizio carabiniere che rubava dati personali all’Arma e li rivendeva all’investigatore privato
A volte basta la deplorevole condotta di un singolo scellerato per macchiare l’onore e la reputazione degli oltre 100mila carabinieri che prestano fedelmente servizio nell’Arma dei Carabinieri. Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, la Procura di Milano ha infatti chiesto il rinvio a giudizio di un carabiniere accusato di aver rubato e rivenduto dati delle forze dell’ordine.
Scatta il reato di truffa aggravata dal furto di identità digitale per chi sottrae fondi dall’home banking
Scatta il reato di “frode informatica” con l’aggravante del “furto di identità digitale” (punito da due a sei anni) per chi sottrae fondi dall’home banking di una terza persona, qualsiasi sia il mezzo utilizzato per l’accesso: pin, chiavetta ecc. Lo ha chiarito la Corte di cassazione, sentenza n. 13559/2024.
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Se c'è captazione illecita di dati la frode informatica assorbe il reato di pericolo
In tema di reati informatici, il delitto di cui all'articolo 617-quinquies del Codice penale è assorbito in quello più grave di frode informatica ex articolo 640-ter del Cp nel caso in cui, installato il dispositivo atto a intercettare comunicazioni di dati informatici, abbia luogo la captazione, in tal modo trasformandosi la condotta preparatoria e di pericolo di cui al primo reato nell'alterazione del funzionamento o, comunque, in un intervento illecito sul sistema informatico, che sono modalità realizzative tipiche della frode informatica.
Se chi vi ordina di fare il bonifico non è il vostro capo ma un hacker sotto mentite spoglie
Se con le misure di sicurezza di “Strong Customer Authentication” introdotte recentemente dalla direttiva europea PSD2 è diventato più difficile per i malintenzionati entrare sul vostro conto corrente online per sottrarvi illecitamente del denaro, i criminali informatici non si danno affatto per vinti, e ricorrono sempre più spesso a nuovi espedienti, affinché siate voi stessi a consegnare i soldi direttamente nelle loro mani.
Usa: frodi online in aumento, ma chi denuncia ha il 70% di possibilità di recuperare il denaro estorto
Le frodi online hanno registrato un aumento del 22%, ma negli Usa chi sporge denuncia ha il 70% di possibilità di recuperare il denaro estorto dai cybercriminali.
WhatsApp, l'allerta della Polizia: attenzione all'invio codici di attivazione. Così rubano i profili
Allerta da parte della Polizia su una truffa telefonica che sfrutta il nome della più famosa app di messaggistica, Whatsapp, per copiare i profili degli utenti su altri dispositivi. «Per attivare l’App di messaggistica Whatsapp sul proprio smartphone - si legge sul profilo Facebook del Commissariato di PS Online - è necessario inserire un codice che viene inviato tramite SMS sul dispositivo. Tramite questa procedura i cybercriminali riescono a far recapitare alla vittima un sms nel quale viene chiesto l’invio di tale codice facendo apparire come mittente il numero di telefono di un contatto presente in rubrica.