Polizia Municipale, dal Garante privacy l'ok allo schema di decreto per l'accesso alla banca dati dei veicoli rubati
Via libera del garante della privacy allo schema di decreto che regolerà l'accesso della polizia municipale alla banca dati del Viminale per la verifica dei veicoli e dei documenti rubati. Ma per questa tipologia di attività andranno dettagliati bene i rapporti tra comune e dipartimento di pubblica sicurezza alla luce del dlgs 51/2018 di attuazione della direttiva 2016/680. Lo ha evidenziato il garante della privacy con il parere n. 316/2018.
L'annosa questione della regolamentazione dell'accesso della polizia municipale alla banca dati dei veicoli rubati sembra essere finalmente in dirittura d'arrivo. Lo scheda di regolamento, infatti, predisposto ai sensi del dl n. 8/1993, prevede la possibilità da parte degli operatori qualificati di polizia locale di accedere a una piccola porzione della banca dati del ministero dell'interno.
Limitatamente alla verifica dei veicoli e dei documenti smarriti. Ma per ammettere questo tipo di consultazione che tra l'altro sta per essere realizzata in modalità automatica in molte città (grazie ai moderni impianti di videosorveglianza collegati tramite le questure con il ced del Viminale) occorre regolare dettagliatamente anche la questione del trattamento dei dati personali. E qui il garante interviene chiarendo aspetti importanti anche per l'ordinaria attività della polizia municipale. Sulla questione trova diretta applicazione non il Gdpr ma la direttiva 2016/680.
Quindi non occorre regolare l'attività di trattamento dei dati ai sensi del codice della privacy ma facendo specifico riferimento dal dlgs 51/2018. Titolare del trattamento dei dati, a parere dell'autorità centrale, non sarà solo il dipartimento di pubblica sicurezza ma anche il comune. E il comandante della polizia locale diventerà quindi un contitolare del trattamento di questi dati.
Per la regolarizzazione della gestione tecnica e dell'attività operativa spetterà quindi al dirigente nominare i soggetti autorizzati. In ogni caso sarà opportuno regolare queste attività speciali effettuate dalla polizia locale in un regolamento comunale ad hoc in grado di orientare meglio la complessa attività di adeguamento dei comandi alle nuove regole sulla privacy.
Fonte: Italia Oggi del 31 agosto 2018