Attenzione alla corretta nomina del Dpo altrimenti arriva la sanzione dell'autorità
Vietato scegliere un Dpo (“data protection officer” o responsabile della protezione dei dati) in conflitto di interessi. Sbagliarsi a nominarlo può costare salatissime sanzioni alle imprese. Come è capitato a una società di commercio elettronico tedesca condannata dal locale garante della privacy a una sanzione di 525 mila euro. Oppure a una banca belga, che ha subito una pena pecuniaria di 75 mila euro. O come, ancora, è avvenuto anche in Italia dove lo ha imparato a sue spese un ente, cui il Garante della privacy italiano ha ingiunto di pagare 5 mila euro (cumulativamente anche per altre violazioni). Per evitare di dover aprire il portafoglio bisogna rispettare il Gdpr (regolamento generale Ue sulla privacy n. 2016/679), il quale, peraltro, anche a proposito della nomina del Dpo, si profonde in equivoche espressioni, che mettono molti in difficoltà i pratici.