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Videosorveglianza: un rivoluzionario software-spia permette di intromettersi nelle telecamere e modificare le immagini

Videosorveglianza: un rivoluzionario software-spia permette di intromettersi nelle telecamere e modificare le immagini

Se finora abbiamo pensato che i sistemi di videosorveglianza fossero i migliori strumenti di cui possiamo disporre per incastrare ladri e identificare delinquenti, d’ora in poi non potremo più prendere per oro colato neanche le immagini riprese dalle telecamere installate a protezione di aree pubbliche e private. A farci perdere ogni certezza sull’affidabilità dei nostri impianti di sorveglianza è infatti la notizia di un nuovo software in grado di accedere in modo occulto a tutte le videocamere, modificare le immagini riprese in tempo reale e, addirittura alterare le registrazioni del passato, senza che nessuno possa accorgersi della manipolazione.

I dati personali di 400 milioni di iscritti a Twitter in vendita online: chiesto riscatto a Elon Musk

I dati personali di 400 milioni di iscritti a Twitter in vendita online: chiesto riscatto a Elon Musk

L’archivio di dati di tutti gli iscritti a Twitter (presenti e passati) è stato messo in vendita da un utente di nome Ryushi, su un popolare forum dedicato alla vendita di informazioni provenienti da data breach. Il venditore afferma che il database è privato e a dimostrazione dell’autenticità ha pubblicato un campione di 1000 account che includono anche informazioni riservate di utenti di spicco come Donald Trump JR, l’esperto di sicurezza Brian Krebs e molti altri.

Violata la privacy di adolescenti e bambini che giocavano a Fortnite: multa record da oltre mezzo miliardo

Violata la privacy di adolescenti e bambini che giocavano a Fortnite: multa record da oltre mezzo miliardo

La Epic Games, società sviluppatrice del noto videogioco Fortnite, dovrà pagare una multa da oltre mezzo miliardo di dollari per aver violato la privacy dei minori e per aver ingannato milioni di giovani utenti con acquisti indesiderati attraverso subdoli trabocchetti online identificati come “Dark Pattern”.

La Regione Veneto sanzionata per aver violato la privacy dei sanitari 'no vax'

La Regione Veneto sanzionata per aver violato la privacy dei sanitari 'no vax'

La Regione Veneto è stata condannata a pagare 100mila euro perché ha violato la privacy dei sanitari non vaccinati. La sanzione è stata inflitta dal Garante per la protezione dei dati personali e alla Regione non è rimasto che pagare, anche se ha annunciato l’intenzione di ricorrere in Tribunale, per chiedere l’annullamento del provvedimento. Nel 2021, quando era in pieno svolgimento la campagna anti-Covid, la giunta regionale di Luca Zaia aveva deciso di coinvolgere i medici del lavoro per sensibilizzare gli operatori sull’obbligo di vaccinarsi, vista la loro attività a diretto contatto con malati e soggetti fragili nelle strutture sanitarie.

La Corte di Giustizia UE respinge il ricorso di WhatsApp contro l’European Data Protection Board per la maxi sanzione da 225 milioni di euro

La Corte di Giustizia UE respinge il ricorso di WhatsApp contro l’European Data Protection Board per la maxi sanzione da 225 milioni di euro

La Corte di giustizia dell'Unione europea ha respinto come inammissibile un'azione intentata da WhatsApp contro la decisione vincolante dello European Data Protection Board assunta ai sensi dell’art. 65 del Regolamento UE 2016/679 che lo scorso anno aveva portato alla sanzione da 225 milioni di euro per la nota piattaforma di microchat.

Impiegato riceve un sollecito per una fattura scaduta ma è un virus: violata privacy dei lavoratori e maxi sanzione per l’azienda

Impiegato riceve un sollecito per una fattura scaduta ma è un virus: violata privacy dei lavoratori e maxi sanzione per l’azienda

Deve essere riuscito a farsi odiare sia dall’azienda che dai suoi oltre centomila colleghi quell’ingenuo impiegato che di recente ha abboccato alla classica mail di phishing inviata da un sedicente fornitore che sollecitava il pagamento di una fattura scaduta con tanto di file allegato, che però non conteneva alcun documento amministrativo, bensì un ransomware in grado di crittografare tutti i dati presenti nei server aziendali, compresi appunto quelli del personale.

Il furto d'identità con l'intelligenza artificiale

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