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Dopo il provvedimento del Garante Privacy italiano l'European Data Protection Board lancia una task force su ChatGPT

Dopo il Garante per la protezione dei dati italiano, anche diverse altre autorità europee e d’oltreoceano hanno annunciato l’intenzione di voler correre ai ripari o quantomeno aprire un’istruttoria su ChatGPT, il software di intelligenza artificiale relazionale capace di emulare il linguaggio naturale e di “colloquiare” con esseri umani.

Il 31 marzo il Garante della privacy aveva infatti disposto la limitazione del trattamento dei dati degli utenti italiani nei confronti di OpenAI, e poi il 5 aprile l’autorità italiana ha incontrato in videoconferenza gli esponenti della società statunitense che ha sviluppato e gestisce la piattaforma ChatGPT per cercare di superare il blocco della piattaforma nel nostro paese, e prossimamente potremo quindi vederne gli sviluppi.

Nel frattempo però anche altri paesi si sono mossi nei confronti di OpenAI, e secondo quanto riportato dalla Reuters, “le autorità di regolamentazione della privacy in Francia e Irlanda hanno contattato le controparti in Italia per saperne di più sulla base del divieto”, e anche “la Germania potrebbe seguire le orme dell’Italia bloccando ChatGPT per problemi di sicurezza dei dati”, mentre il regolatore spagnolo (AEPD) non ha escluso una futura indagine, sebbene al momento non abbia ancora ricevuto alcun formale reclamo su ChatGPT.

Dal Canada invece arriva un vero e proprio monito a ChatGPT, infatti sul portale dell’Office of the Privacy Commissioner of Canada è stata pubblicata una dichiarazione del commissario Philippe Dufresne, che avverte: “La tecnologia AI e i suoi effetti sulla privacy sono una priorità per il mio ufficio. Dobbiamo stare al passo con i rapidi progressi tecnologici e anticiparli, e questa è una delle mie principali aree di interesse in qualità di Commissario”.

E dopo l’iniziativa del Garante per la protezione dei dati personali italiano e delle altre autorità che ne hanno seguite le orme, neanche la Beuc (European Consumer Organization) non ha perso tempo, chiedendo a tutte le autorità statali per la privacy di valutare la gestione dei dati da parte di ChatGPT: “I consumatori non sono pronti per questa tecnologia. Non si rendono conto di quanto possa essere manipolatoria e ingannevole”, ha affermato Ursula Pachl, vicedirettrice della Beuc, che è l'organizzazione europea fondata nel 1962 che raggruppa 46 associazioni dei consumatori europee di 32 paesi (Altroconsumo per l’Italia).

Il 13 aprile 2023, L'European Data Protection Board ha reso noto di aver discusso in merito alla recente azione esecutiva intrapresa dal Garante per la protezione dei dati personali italiano nei confronti di Open AI in merito al servizio Chat GPT, e di aver deciso di lanciare una task force dedicata per promuovere la cooperazione e scambiare informazioni su possibili azioni di applicazione condotte dalle autorità di protezione dei dati europee.

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