NEWS

Visualizza articoli per tag: Facebook

La Corte di Giustizia dell’Unione Europea con la sentenza nella causa C-40/17 (scarica il testo in calce) sancisce il principio che il gestore di un sito Internet corredato del pulsante «Mi piace» di Facebook può essere congiuntamente responsabile con Facebook della raccolta e della trasmissione dei dati personali dei visitatori del suo sito, anche se non può essere considerato poi responsabile del trattamento successivo di tali dati effettuato esclusivamente da Facebook.

Facebook non è solo una occasione ludica, di intrattenimento, ma anche un luogo, seppure virtuale, di proiezione della propria identità, di intessitura di rapporti personali, di espressione e comunicazione del proprio pensiero. e allora, la cancellazione del proprio profilo senza alcuna motivazione da parte della società deve essere risarcita. Lo mette nero su bianco il tribunale di Bologna con ordinanza del 10 marzo con la quale Facebook Ireland Limited viene condannata a riparare i danni subiti da un professionista, titolare di pagina che recava come account il proprio nome e cognome, al quale erano collegate 2 pagine di collezionismo e storia militare.

Storica sentenza in Germania. Gli eredi hanno diritto a quanto si lascia sul web, a prendere visione di ogni email e del materiale rimasto sul sito. I responsabili di Facebook si erano opposti invece alla richiesta di una madre di vedere quanto aveva lasciato la figlia quindicenne, uccisa nel 2012 da un convoglio del metro a Berlino. Ma si avevano dubbi sull'incidente. Si trattava di un suicidio? La madre cercava una risposta sulla fine della giovane. I giudici le hanno dato ragione.

Etichettato sotto

Il profilo social del sindaco non è di per sé di interesse pubblico. Il personaggio politico non può ritenere automaticamente legittimata dai compiti istituzionali la pubblicazione in rete di testi, immagini e video. È il principio desumibile dal provvedimento del Garante n. 197 del 13 maggio 2021, che ha irrogato una sanzione di 50 mila euro a un primo cittadino, per avere diffuso sulle proprie pagine social immagini e video in chiaro di minorenni disabili, persone disagiate, presunti autori di trasgressioni esponendoli ai commenti offensivi degli utenti del social network.

Etichettato sotto

Facebook è sotto inchiesta e rischia ingenti sanzioni e traumatiche strette di regolamentazione transatlantiche. La Federal Trade Commission ha avviato indagini preliminari per determinare se abbia violato un precedente accordo con l’authority americana sulla protezione della privacy. Con una lettera, la Ftc chiede chiarimenti sullo scandalo della Cambridge Analytica, la società di consulenza politica che ha lavorato per Donald Trump ottenendo e utilizzando irregolarmente dati di 50 milioni di utenti del gruppo.

Il Garante della privacy ha ricevuto questa mattina una delegazione di Facebook per approfondire l’istruttoria sul caso Cambridge Analytica. L’Autorità ha chiesto alla società americana ulteriore documentazione in merito alla possibile violazione dei dati personali di decine di migliaia di utenti italiani già individuati e di altri ancora da identificare.

I politici devono vigilare sulle proprie pagine Facebook e sono responsabili se permettono la diffusione di commenti di terzi che incitano all'odio o alla violenza. È vero che, in particolare durante una campagna elettorale, va garantita la più ampia libertà di espressione, ma in questa libertà non rientrano i messaggi discriminatori nei confronti di un gruppo, che hanno l'obiettivo di incitare all'odio. È la Corte europea dei diritti dell'uomo a stabilirlo con la sentenza Sanchez contro Francia depositata il 2 settembre che fornisce ai giudici nazionali e agli Stati i criteri per sanzionare chi permette la diffusione di messaggi di odio, anche senza esserne l'autore.

Stop alle censure immotivate da parte di Facebook. Il social network non potrà più disattivare profili sulla base di violazioni solo presunte ed evidenziate senza contraddittorio. Prevista una penale in capo all'azienda americana per ogni giorno di ritardo nella riattivazione dell'account immotivatamente disattivato. È quanto stabilito dal tribunale di Pordenone nella causa civile n. 2139/2018 pubblicata lo scorso 10 dicembre.

Etichettato sotto

Scatta l'accusa di stalking aggravato per chi, presa “di mira” una donna, crei un falso profilo facebook a suo nome, finga di esserle legato e la inondi di messaggi indesiderati causandole uno stato di ansia e timore tale da indurla a cambiare abitudini. Del resto, quando si molesta qualcuno usando i social, il danno alla vittima si amplifica. La stretta sul dilagante fenomeno dello stalking via web arriva, questa volta, dal Gip del Tribunale di Torino che, con sentenza 878 dello scorso 13 giugno, si assesta su un filone ben consolidato.

Etichettato sotto

L'Autorità per la protezione della privacy in Turchia (Kvkk) ha annunciato oggi di aver multato Facebook nel mese di aprile per 1,65 milioni di lire turche (circa 235 mila euro) per una mancata protezione dei dati personali degli utenti.

Pagina 12 di 14

Il presidente di Federprivacy a Report Rai 3

Mappa dell'Italia Puglia Molise Campania Abruzzo Marche Lazio Umbria Basilicata Toscana Emilia Romagna Calabria

Rimani aggiornato gratuitamente con la nostra newsletter settimanale
Ho letto l'Informativa Privacy