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Alla polizia giudiziaria non basta il consenso dell’indagato per acquisire le chat del suo cellulare
No a scorciatoie sull’acquisizione di chat da parte della polizia giudiziaria. A tirare il freno è la Cassazione, intervenuta su un caso di un controllo effettuato dalle forze di polizia sull’auto di una persona indagata. Durante il controllo gli agenti avevano ottenuto il consenso ad accedere al suo smartphone attraverso il suo stesso consenso espresso.
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Ammissibile l’utilizzo del sistema di videosorveglianza per comprovare l'inadempimento disciplinare del lavoratore
Anche il sistema di videosorveglianza può essere utilizzato per comprovare l'inadempimento disciplinare del dipendente: non ha dubbi in proposito la Corte di Cassazione (Sentenza 8375/2023), che ne ha ritenuto ammissibile l'uso nonostante tale sistema rientri nell'ambito di applicazione dell'articolo 4, comma 2, dello statuto dei lavoratori, nella specie relativa a vicende ricadenti nel testo della norma anteriore alle modifiche apportate dal Jobs act.
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Aveva messo in vendita online un catalogo di 1.218 ignare donne single tratto da Facebook, condannato dal Tribunale di Lecco
Trattamento illecito di dati personali e diffamazione aggravata per aver messo in vendita online un catalogo di (ignare) donne single di quel ramo del lago di Como. Il Tribunale di Lecco ha depositato le motivazioni della condanna - 1 anno e sei mesi, oltre ai risarcimenti civilistici in separata sede -al fantasioso “editore” che quattro anni fa aveva creato fama non cercata e problemi relazionali a 1218 donne di ogni età, finite loro malgrado in un catalogo tratto da Facebook «che costa meno di un aperitivo».
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Cassazione, l'investigatore ammesso solo per atti illeciti del lavoratore
Nell'ambito di un rapporto di lavoro subordinato le agenzie investigative operano lecitamente solo nel caso in cui la vigilanza sui dipendenti non sconfini in una forma di controllo occulto sull'attività lavorativa vera e propria, la quale può essere direttamente esercitata solo dal datore di lavoro e dai suoi collaboratori. Precisa la Cassazione (sentenza 15094/2018 ) che la vigilanza tramite agenzia investigativa deve necessariamente limitarsi agli atti illeciti del lavoratore che non siano riconducibili al mero inadempimento dell'obbligazione lavorativa. In altri termini, l'intervento degli investigatori può giustificarsi solo nel caso in cui sia stato commesso un illecito e vi sia la necessità di una verifica più approfondita per accertare il contenuto effettivo delle violazioni, oppure se vi sia un fondato sospetto che atti illeciti siano in corso di svolgimento.
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Cassazione, legittima l’acquisizione e l’utilizzo di chat criptate acquisite all’estero
Con due decisioni molto attese, per ora cristallizzate in altrettante informazioni provvisorie, Cassazione fissa una serie di regole per l’acquisizione e l’utilizzo di chat criptate acquisite all’estero attraverso ordine d’indagine europeo.Un caso assai diffuso nelle indagini contro grandi organizzazioni criminali e che aveva prodotto un contrasto interpretativo all’interno della stessa suprema corte.
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Cassazione, lo spamming è illegittimo ma non è reato
Non è reato lo spamming, cioè l'invio massivo di posta elettronica per farsi pubblicità, ad esempio a una mailing list di addetti ai lavori. E ciò perché il trattamento illecito di dati si configura soltanto se l'interessato subisce un nocumento, anche dopo le modifiche apportate al codice privacy per l'entrata in vigore di Gdpr. Il danno richiesto dalla legge non può essere soltanto il fastidio di dover cancellare le mail indesiderate, per quanto il relativo l'invio sia illegittimo: si configura invece quando il mittente non toglie dalla mailing list l'utente che segnala di non voler ricevere più i messaggi.
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Cassazione, privacy rafforzata su dati inerenti salute e orientamento sessuale
Anche le banche, come i soggetti pubblici, per esempio enti locali o Asl, sono tenute ad adottare codici criptati a tutela dei dati sensibili inerenti la salute o l’orientamento sessuale dei clienti. Lo sottolinea la Cassazione, nella sentenza 30981 delle Sezioni unite depositata il 27 dicembre 2017, accogliendo il ricorso di un correntista sul cui estratto conto veniva indicato il riferimento alla legge 210 del 1992 che riconosce il diritto a un assegno bimestrale per chi è stato contagiato da sangue infetto.
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Cassazione, sì alle intercettazioni se i reati diversi sono connessi
Se il reato è connesso cade il divieto di utilizzare le intercettazioni in procedimenti diversi da quelli per i quali sono state autorizzate. Le sezioni unite con la sentenza 51/2020, forniscono le motivazioni di un verdetto anticipato da un’informazione provvisoria (si veda il Sole 24 ore del 4 dicembre 2019). Dalle Sezioni unite arriva l’indicazione per superare i divieti tassativi posti dall’articolo 270 del Codice di procedura penale, in nome della privacy, restando in linea con l’articolo 15 della Costituzione, che vieta le “autorizzazioni in bianco” .
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Cassazione: agenzie investigative non utilizzabili per meri inadempimenti lavorativi
Con l’ordinanza 25287/2022, la Corte di Cassazione torna sulla questione dei limiti all’utilizzo di agenzie investigative per l’accertamento di fatti disciplinarmente rilevanti nel rapporto di lavoro.
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Cassazione: concorso di violazioni, sì al cumulo delle sanzioni privacy
La Cassazione (ordinanza 18288/2020) boccia il ricorso di Postel - la società di gestione documentale e stampa del gruppo Poste – contro le sanzioni comminate, nel 2013, dal Garante privacy per una serie di violazioni nella gestione dei dati degli utenti. La Corte accoglie (con rinvio) invece il controricorso del Garante contro la riduzione della "multa", operata da parte del Tribunale di Roma, che era dunque passata da 360mila a 260mila euro, affermando la legittimità del cumulo di sanzioni nell'ipotesi di concorso di violazioni.
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Il presidente di Federprivacy a Report Rai 3
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