Sul caso della violazione della privacy dei clienti della banca non è tutta colpa del dipendente spione
Nel caso del dipendente che ha violato la riservatezza di oltre 3.500 clienti, la banca si dichiara "parte lesa", e curiosamente sostiene che “non c’è stato alcun problema di sicurezza informatica", ma nel momento in cui qualcuno riesce a dribblare i meccanismi di protezione si ha l’impressione che qualcosa non abbia funzionato.