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Etica dei dati e responsabilità d’impresa nell’era digitale: tra la teoria e la pratica il passo non è breve
Oggi più che mai parliamo di “etica dei dati”, riferita alla raccolta, al trattamento, alla conservazione ed eventualmente condivisione responsabile e sostenibile dei dati, nel pieno rispetto delle persone e della società: tutti elementi ben conosciuti dalla protezione dei dati. Ma tra la teoria e la pratica il passo non è breve.
Etica e privacy nei sistemi di Intelligenza Artificiale: Luciano Floridi al Privacy Day Forum 2023
Le trasformazioni tecnologiche in atto, comprese quelle riguardanti l’intelligenza artificiale, implicano dubbi e preoccupazioni sulle questioni etiche e per gli impatti sulla protezione dei dati personali, ma anche straordinarie opportunità che possono essere colte solamente a condizione di capirne meglio le potenzialità e le sfide attuali e quelle che ci attendono nei prossimi anni. A parlare di questi temi al Privacy Day Forum 2023 sarà Luciano Floridi, una delle voci più autorevoli della filosofia contemporanea.
Etica e responsabilità d’impresa in ambito sanitario: quando gli interessati sono in condizioni di fragilità
Nel mondo digitale l’identità è cambiata, e l’ambito sanitario è il più delicato con gli interessati spesso sono pazienti e quindi in condizioni di fragilità. La tutela del diritto alla protezione dei dati delle persone che afferiscono alle varie attività sanitarie deve formare gli operatori verso una cultura del rispetto nei confronti della persona tanto nella sua identità fisica quanto in quella digitale.
Etica nell’informazione e protezione dei dati personali: manca ancora la diffusione della cultura della legalità
Nell’era digitale l’informazione è diventata un elemento essenziale della nostra vita quotidiana. Proprio per questo è fondamentale considerare l’etica e la protezione dei dati come connessione indissolubile. Manca ancora la diffusione della cultura della legalità per proteggere tutti gli individui, soprattutto i giovani, da violazioni privacy, dipendenza da dispositivi e disinformazione.
E’ la privacy il nuovo cavallo di battaglia contro il calo di fiducia degli utenti
Secondo l’ultimo rapporto rilasciato da OpSec sul barometro delle abitudini di consumo che ha coinvolto 2.600 utenti nel mondo, nel 2020 il 64% dei clienti che hanno subìto una violazione dei propri dati personali affermano di aver perso la fiducia nel brand da cui avevano comprato, e nel 28% dei casi non vogliono più fare acquisti da quell’azienda, mentre il 55% dei consumatori intervistati sono convinti che le società di e-commerce non stanno facendo abbastanza per proteggere i dati personali dei clienti. Secondo l’osservatorio di Federprivacy, una delle principali cause della crescente diffidenza nei confronti del mercato digitale è la scarsa trasparenza di siti web ed app, che spesso ricorrono a vari espedienti e ai cosiddetti “dark pattern” per indurre gli utenti a rinunciare alla loro privacy.
Istituto Privacy, creata “Data Protection & Ethics Advising Unit” per progetti di ricerca e innovazione europei e nazionali
L’Istituto Italiano per la Privacy ha creato una innovativa “Data Protection & Ethics Advising Unit - DPEAU”, composta da specialisti provenienti da primari studi legali italiani legati all’IIP, con rilevante esperienza in materia di protezione dei dati, etica, cybersecurity e privacy nei progetti di ricerca e innovazione europei e nazionali.
La dimensione etica della privacy per guidare le scelte delle aziende sull’utilizzo dei dati personali
Parlando di protezione dei dati personali si usa spesso la parola “sistema”. Altrettanto frequentemente si afferma che l’etica “fa parte” del sistema della protezione dei dati personali. Non sempre però è chiaro il modo in cui questi due concetti dialogano tra loro.
La privacy a presidio del minimo etico
Negli ultimi tempi, l’etica si professa tanto ma si pratica poco. L’essere umano nel luogo di lavoro è normalmente considerato una “risorsa”, un “asset” da “gestire”. A 50 anni, se non è più utile all’organizzazione in cui lavora diventa un’“esubero”. Al di fuori del luogo di lavoro, quale consumatore, diventa “target” delle “campagne” di marketing, che, come ben sa chi ha svolto il servizio militare, designa i bersagli dei bombardieri o dei pezzi di artiglieria. In ogni caso, sembra che la persona fisica venga essenzialmente considerata come uno strumento per far funzionare il sistema economico produttivo.
L’unica strada per la tutela effettiva della privacy è quella dell’etica
In venticinque anni la privacy ha fatto un passo intero indietro e uno mezzo avanti. Il livello di chiarezza e di adeguatezza delle norme è insufficiente. La difficoltà delle imprese ad adeguarsi è la conseguenza diretta di disposizioni incapaci di esprimere regole certe e prescrizioni comprensibili. A cascata abbiamo la ineffettività della legge e lo scadimento di tutela effettiva della riservatezza (sì, ha ancora un senso usare questa parola). La fiducia degli interessati è diminuita più di quanto sia aumentata la loro consapevolezza (in genere antidoto alla sfiducia). La trasparenza dei trattamenti è opacizzata da surplus (a volte doloso) di informazioni, è facilmente eludibile e non tocca il cuore dei problemi (utilizzo arbitrario dei dati).
Molta etica e poca pratica: nel digitale servono linee guida a tutela dei diritti online sulla privacy e sulla libertà d’espressione
Etica e governance delle tecnologie digitali dovrebbero andare di pari passo, sia per identificare i valori e diritti che il digitale deve rispettare sia per assicurarci che effettivamente valori e diritti siano propriamente rispettati nella progettazione, sviluppo e uso di queste tecnologie.