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Ancora una rete di spionaggio, costituita da almeno 50 persone, che si baserebbe sull’accesso abusivo “a pagamento” a banche dati di interesse investigativo nazionale. I dati sensibili sarebbero stati prelevati su commissione e per essere rivenduti: si parla anche di informazioni sensibili appartenenti anche a esponenti politici.

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Dati rubati, Garante privacy: Creata task force interdipartimentale. Stanzione: “Il fenomeno degli accessi abusivi alle banche dati pubbliche e private è da sempre all’attenzione del Garante per la protezione dei dati personali, e negli anni è stato oggetto di numerosi provvedimenti volti ad innalzare le misure di sicurezza sia da un punto di vista tecnico che organizzativo”.

Venerdì, 04 Gennaio 2019 12:08

Germania, hackerati i dati di centinaia di politici

I dati sensibili di centinaia di deputati tedeschi sono stati hackerati e pubblicati su Twitter in un cyberattacco di massa. Il blitz ha riguardato tutti i partiti rappresentati nel Bundestag (Cdu, Csu, Spd Verdi, Fdp e Linke), con un’unica eccezione: Alternative für Deutschland, la sigla di destra populista che ha varcato per la prima volta nel 2017 le soglie del parlamento.

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Per ben 9 mesi gli hacker si sono infiltrati nei sistemi informativi dell’Agenzia nazionale per la cybersecurity giapponese (NISC). A renderlo noto è stato il Financial Times, citando tre fonti governative e private che hanno informazioni sul tema.

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Mentre il Covid-19 continua la sua cavalcata e mentre cresce esponenzialmente l’uso della rete per lo smart working, gli hacker non dormono. Nella notte tra domenica e lunedì il ministero della Sanità americano è stato vittima di un cyberattacco. Lo riporta l’agenzia Bloomberg citando alcune fonti, secondo le quali l’obiettivo - fallito - era rallentare il sistema. Gli hacker non sarebbe riusciti a rubare dati dal sistema.

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Attacco hacker alla ceramica Iris Group. Nelle scorse settimane il gruppo ha subito un black out informatico di 48 ore a causa di un hackeraggio avvenuto molto probabilmente via mail. Gli autori hanno chiesto all’azienda un riscatto di 950mila euro ed è stata presentata denuncia alla polizia postale.

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A mezzanotte del 2 novembre, Anonplus, un gruppo di hacker attivisti è penetrato nei server della Siae e ha defacciato l’homepage della Società Italiana Autori ed Editori. Il gruppo, diverso da Anonymous Italia, da LulzSec e dagli altri gruppi della galassia hacktivista italiana ha sotituito la homepage di Siae.it e in un un tweet ha dichiarano di aver trafugato circa 3,7 Gb di dati relative alla gestione Siae.

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Come promesso in un video pubblicato su Youtube, gli hacker di Anonymous hanno reso nota la prima lista di sistemi informatici penetrati dal collettivo. I banditi digitali hanno pubblicato nomi, indirizzi mail e password di amministratori e utenti di alcuni istituti universitari tra cui il Dipartimento di Fisica e Geologia dell’Università di Perugia e quello di ingegneria informatica dell’Università di Roma. Il collettivo ha assicurato che pubblicherà una nuova lista di siti nei quali sono riusciti a introdursi ogni giorno fino al 5 novembre.

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A causa di una vulnerabilità nel computer di bordo di alcune automobili del gruppo Volkswagen, un attaccante potrebbe spiare i passeggeri del veicolo e conoscerne l’esatta posizione in tempo reale. La scoperta è stata fatta da Daan Keuper e Thijs Alkemade, esperti di sicurezza informatica e hacker etici dell’azienda Computest, i quali hanno studiato e testato l’in-vehicle infotainment (Ivi, il sistema di bordo delle automobili) della Volkswagen Golf GTE e dell’Audi A3 Sportback e-tron, scoprendo che a causa di alcune falle nella programmazione del software sarebbero stati in grado di prendere il controllo di alcuni sistemi informatici integrati nell’auto.

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Una mail con un falso Iban in modo da intascare milioni di euro. Si tratta di fatture e documenti ineccepibili, nessun linguaggio sospetto o mittente con nomi sconosciuti. Nella posta elettronica arrivano documenti di transazioni e spese vere, dove viene indicato l' Iban su cui versare i soldi per saldare i propri acquisti. Ed è questo l'unico dato taroccato. Più che polpette 'avvelenatè, le mail inviate dai nuovi hacker truffatori sono mail 'ritoccatè, tanto quanto basta per intascare milioni di euro.

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Il presidente di Federprivacy al TG1 Rai

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