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Visualizza articoli per tag: hacker

Da nostre alleate per proteggerci da ladri e malintenzionati a nemiche della nostra privacy che ci spiano nell’intimità delle nostre abitazioni. Sono le telecamere dei sistemi di videosorveglianza che sempre più spesso vengono prese di mira dai pirati informatici. Nell’operazione “Rear Window” la Polizia Postale e la Procura di Milano hanno sgominato un’organizzazione di criminali che spiavano migliaia di persone inserendosi nei sistemi informatici delle telecamere di videosorveglianza all’interno di spazi particolarmente intimi come camere da letto e bagni di abitazioni, alberghi, uffici, spogliatoi di palestre e piscine, con l’obiettivo di carpire immagini che ritraggono le ignare vittime durante la consumazione di rapporti sessuali o atti di autoerotismo, per poi poterne fare oggetto di commercio sui social.

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Un tempo la parola fatata era “Sim sala bim” e chi – bambino negli anni settanta – era affascinato dai giochi di prestidigitazione di Silvan sa che quell’espressione significa “Che la magia si compia”. Oggi l’attenzione è concentrata su “Sim swap scam”, dizione legata ad una terrificante dinamica fraudolenta che fa perno sulla telefonia mobile e semina il panico tra chi adopera il proprio smartphone non solo per telefonare.

I mercenari russi del Gruppo Wagner sono stati colpiti da un attacco informatico sferrato dalla Ukrainian It Army, un gruppo di volontari creato dal governo dell'Ucraina all'inizio dell’invasione per rispondere alla guerra cibernetica di Mosca. L’azione, secondo quanto riferiscono gli ucraini, avrebbe messo fuori uso il sito web dell’organizzazione militare e avrebbe anche raccolto tutti i dati personali dei mercenari. A dare la notizia è stato Mikhail Fedorov, ministro ucraino della Trasformazione digitale.

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Spesso, quando si guardano degli studi si nota una certa corrispondenza tra maturità del mercato informatico ed efficacia delle misure di sicurezza implementate dalle aziende, ma l'ultimo report di FireEye, che analizza gli attacchi informatici e le tendenze del cybercrimine nel periodo che va dal primo ottobre 2016 al 30 settembre 2017, mostra un quadro molto più variegato.

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Gli utenti sono abituati ad accettarli passivamente e spesso senza neanche leggere le privacy policy dei siti web che visitano, ma quei piccoli file di testo che vengono installati sui nostri pc possono essere una preziosa fonte di informazioni per gli hacker, che di recente hanno messo le mani su una vera e propria miniera di biscottini digitali.

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I dati di circa 3.000 dipendenti di Unicredit sono finiti in vendita su alcuni forum per i cyber-criminali a seguito di un attacco hacker: lo ha svelato Telsy, società di cybersecurity del gruppo Tim. Nel suo blog Telsy scrive di aver trovato i dati rubati in vendita su almeno due diversi forum; l’autore del post si firma con la sigla c0c0linoz. I dati sottratti – secondo quanto scrive l’ignoto hacker – appartengono a dipendenti di Unicredit e includono indirizzi email, numeri di telefono, nomi e cognomi e password cifrate.

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Sono oltre 7 milioni gli account del gioco online "Town of Salem" che sono stati appena violati dai pirati informatici. Dalle prime analisi, è risultato che i dati trafugati includono nomi utente, e-mail, password, indirizzi IP, attività di gioco svolte, messaggi postati nel forum del sito, e informazioni relative ai pagamenti.

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Boeing nel mirino degli hacker. Il principale produttore aerospaziale statunitense è stato colpito da WannaCry, il virus che ha già infettato migliaia di sistemi operativi lo scorso anno in 150 paesi del mondo. A darne notizia è stato il quotidiano Seattle Times, partendo da una nota a firma Mike VanderWel, che ha chiesto all'azienda di prendere (per tempo) le misure adatte. Ma andiamo per gradi.

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La Community Health Systems, che opera 206 ospedali attraverso gli Usa, ha annunciato che gli hacker hanno avuto accesso nei loro computer rubando i dati di 4,5 milioni di pazienti . I pirati hanno rubato nomi, numeri di previdenza sociale, indirizzi, compleanni e numeri di telefono. Chi ha ricevuto un trattamento dal network di proprietà dell’ospedale - o è stato riferito da un medico fuori dalla struttura - ne è colpito. La violazione dei dati mette le persone ad alto rischio di frode di identità.

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VFEmail.net, un provider di posta elettronica sicuro con sede negli Stati Uniti  ha perso tutti i dati e anche i file di backup dopo che degli hacker sconosciuti hanno distrutto l’intera infrastruttura statunitense, cancellando nel giro di poche ore e senza una ragione apparente un enorme patrimonio di dati accumulato in quasi due decenni di attività.

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Il presidente di Federprivacy a Rai Parlamento

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