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Attacco hacker alla Leonardo:due arresti per accesso abusivo a sistema informatico, intercettazioni illecite e trattamento illecito di dati personali
All’esito di complesse attività d’indagine del Gruppo di lavoro sul cybercrime della procura di Napoli, volte a definire i contorni di un grave attacco alle strutture informatiche della Divisione Aerostrutture e della Divisione Velivoli di Leonardo S.p.A., il Cnaipic del Servizio centrale della Polizia postale e delle comunicazioni e il Compartimento campano del medesimo servizio hanno eseguito due ordinanze applicative di misure cautelari nei confronti di un ex dipendente e di un dirigente della società, essendo gravemente indiziati, il primo, dei delitti di accesso abusivo a sistema informatico, intercettazione illecita di comunicazioni telematiche e trattamento illecito di dati personali e, il secondo, del delitto di depistaggio.
Con il trojan low cost chiunque può violare la vostra privacy spiandovi attraverso lo smartphone
Chiunque abbia interesse a intrufolarsi illegalmente nella vostra sfera privata non ha necessariamente bisogno di rivolgersi a un’agenzia investigativa e spendere migliaia di euro, perché procurarsi spyware e trojan è diventato ormai più facile di quanto si possa pensare.
Fatturato in calo? in azienda potreste avere delle gole profonde tra gli addetti alle pulizie
Negli ultimi tempi la vostra azienda sta riscontrando un calo di ordinativi o una significativa perdita di clienti apparentemente senza un motivo plausibile? il problema potrebbe non venire da fattori esterni come la crisi economica o un mercato sempre più competitivo, ma da una fuga di notizie originata dall’interno.
Google accusato di spiare le app dei competitor
Google nuovamente nell’occhio del ciclone per concorrenza sleale. Dopo le accuse da parte della Commissione UE, il colosso di Mountain View finisce al centro di un’inchiesta giornalistica di The Information. L’azienda è accusata sostanzialmente di aver utilizzato un sistema studiato a tavolino per avvantaggiarsi nei confronti di società che forniscono servizi analoghi. Nel mirino c’è il sistema operativo Android, perché Google è sia proprietaria del sistema operativo per dispositivi mobili sia di tanti servizi che “girano” sullo stesso come YouTube, Gmail, Hangout, Maps e tanti altre app che inevitabilmente sono in concorrenza con altri applicativi di terze parti.
Ora le spie corrono su Linkedin
Bye bye Mata Hari, affascinante e inarrestabile 007 d’altri tempi. Oggi segreti e informazioni confidenziali degli altri si cercano su Linkedin. O, almeno, questo è l’allarme lanciato dal MI5, il servizio segreto britannico. La notizia rimbalza dalla BBC che riferisce di un rapporto dei servizi segreti di Sua Maestà, appunto, secondo i quali, negli ultimi cinque anni almeno dieci mila cittadini inglesi sarebbero stati bersaglio di operazioni di intelligence promosse da Governi stranieri nel tentativo di accaparrarsi segreti di Stato e informazioni confidenziali. E, tutto, sarebbe avvenuto online.
Poker di rischi per il dipendente infedele che ruba i dati aziendali
Poker di rischi per il lavoratore che scippa dati aziendali. C'è il rischio civilistico, quello disciplinare, quello penalistico e quello per violazione della privacy. Proprio quest'ultimo fronte (violazione della privacy) mette anche il datore di lavoro con le spalle al muro, potendosi contestare ai suoi danni una condotta di data breach (violazione dei dati personali). Con il risultato, per il datore di lavoro, di essere, nel contempo, vittima e reo: vittima del dipendente infedele e reo per non aver saputo arginare una violazione della riservatezza. Ma vediamo, dunque, di tratteggiare il quadro delle responsabilità connesse alla indebita fuoruscita di dati dal perimetro aziendale.
Trafugati progetti industriali dei nuovi MacBook, gli hacker ricattano Apple chiedendo 50 milioni di dollari
Gli hacker di Sodinokibi REvil, specializzati nelle attività criminali tramite il ransomware REvil, hanno annunciato di essersi infiltrati nella rete di Quanta Computer, società con sede a Taiwan che è un fornitore chiave di Apple nella produzione di Macbook e Apple Watch, riuscendo a carpire una quantità imprecisata di dati che conterrebbero documenti e progetti del colosso tecnologico di Cupertino, e chiedendo alla stessa Apple di pagare un riscatto di 50 milioni di dollari per evitare che i pirati diffondano i segreti industriali nel dark web.