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Data retention: impatto critico sui procedimenti penali già aperti

Data retention: impatto critico sui procedimenti penali già aperti

Una fase transitoria tutta da chiarire, che potrebbe anche fare ritenere opportuno un nuovo rinvio alla Corte di giustizia per decidere la sorte dei tabulati telefonici già acquisiti, ma sulla base di una disciplina oggi non più in vigore, ma poi anche indicazioni sulla natura degli indizi che giustificano la domanda di acquisizione da parte del pm e sulla rilevanza per le indagini, in maniera diversa da quanto previsto per le intercettazioni. Il Massimario della Cassazione fissa contenuti e criticità della nuova disciplina della data retention, introdotta da poche settimane con il decreto legge n. 132 del 2021.

Legittimo il licenziamento del dipendente che offende più volte i capi su Facebook

Legittimo il licenziamento del dipendente che offende più volte i capi su Facebook

È legittimo il licenziamento del dipendente che ha pubblicato plurimi insulti ai suoi capi sulla propria pagina Facebook. Lo ha chiarito la Corte di cassazione, con la sentenza n. 27939/2021, respingendo il ricorso di un account manager di Tim. Confermata dunque la decisione della Corte di appello di Roma che nel novembre 2018, aveva respinto il ricorso contro il licenziamento "per giusta causa" di un addetto alla "Gestione della comunicazione pubblicitaria nazionale ad uso locale" (insegne della grande distribuzione, eventi, promozione locale dei negozi).

Addio privacy per i contribuenti: i loro dati passeranno di mano in mano in nome della lotta all'evasione fiscale

Addio privacy per i contribuenti: i loro dati passeranno di mano in mano in nome della lotta all'evasione fiscale

Privacy addio. In nome della lotta all'evasione i dati dei contribuenti, anche i più sensibili, potranno essere utilizzati liberamente e circolare all'interno della pubblica amministrazione. Lo prevede, espressamente, l'articolo 9 del decreto legge 139/21, decreto legge capienze approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 7 ottobre e pubblicato in Gazzetta Ufficiale n.241 dell'8/10/21.

L'attivazione di servizi telefonici a pagamento non richiesti viola la privacy

L'attivazione di servizi telefonici a pagamento non richiesti viola la privacy

Giro di vite contro l'attivazione sui cellulari di servizi a pagamento non richiesti: le Telco non possono difendersi semplicemente invocando un "fraintendimento" tra l'operatore e il cliente. La Corte di cassazione, sentenza n. 27554/2021 ha infatti confermato la decisione del Garante privacy relativa al trattamento illecito operato da Tim per aver attivato in via unilaterale l'opzione "Internet Play" sul telefono di un cliente.

Green pass, l'assenza di indicazioni nella norma di riferimento che rischiano di lasciare le verifiche al fai-da-te

Green pass, l'assenza di indicazioni nella norma di riferimento che rischiano di lasciare le verifiche al fai-da-te

Senza regole gli accertamenti delle violazioni del green pass. La norma di riferimento (per il settore privato, l'articolo 9-septies del decreto legge 52/2021, introdotto dall'articolo 3 del decreto legge 127/2021) non fornisce nessuna indicazione sulla procedura e sugli atti del procedimento. Tutto sembra lasciato al fai-da-te, che però non può essere ammissibile in materia di esercizio di un pubblico potere sanzionatorio. Ad esempio, le disposizioni non chiariscono chi debba scrivere il verbale di contestazione, quale modello di verbale bisogna usare, da quando partano i termini per i pagamenti in misura ridotta, come inoltrare gli atti alle prefetture e così via.

Frasi offensive e sessiste nella promozione sui social: sì alla rimozione d’urgenza dei riferimenti del cliente

Frasi offensive e sessiste nella promozione sui social: sì alla rimozione d’urgenza dei riferimenti del cliente

Va bloccata in via d’urgenza la pubblicazione delle recensioni di libri, richiesta a pagamento dal loro editore, quando l’incaricato della promozione abbia usato sui social espressioni offensive e sessiste. Infatti, in questo caso esiste il rischio, per l’editore e gli autori dei libri da recensire, di un discredito per il fatto che la loro immagine sia associata a quella del promotore. Lo afferma il Tribunale di Bologna (giudice Antonio Costanzo) in un’ordinanza del 12 marzo 2021.

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