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La videoripresa di azioni non comunicative è atto d'indagine legittimo diverso dalle intercettazioni

La videoripresa di azioni non comunicative è atto d'indagine legittimo diverso dalle intercettazioni

La videoripresa di comportamenti non comunicativi è prova atipica nel processo e ad essa non si applica il regime "garantista" delle intercettazioni.La registrazione non captativa dello scambio di messaggi tra le persone inquadrate non contrasta né con l'inviolabilità del domicilio né con le regole autorizzatorie delle intercettazioni. La ripresa di comportamenti non comunicativi costituisce prova atipica nel processo e non necessita dell'autorizzazione del giudice delle indagini.

Telefonate commerciali, azzerati in un colpo tutti i consensi

Telefonate commerciali, azzerati in un colpo tutti i consensi

Azzerare in un solo colpo tutti i consensi a ricevere le telefonate commerciali, anche quelle automatizzate: sarà possibile, iscrivendosi al registro pubblico delle opposizioni al telemarketing. Lo prevede l'articolo 9, comma 8, introdotto dal senato nel decreto legge 139/2021, ora all'esame della camera, che amplia le tutele contro il telemarketing selvaggio. La disposizione modifica la legge 5/2018, che, peraltro, sta ancora attendendo il regolamento attuativo.

Linee Guida EDPB 05/2021: le tre condizioni per il trasferimento dei dati all’estero

Linee Guida EDPB 05/2021: le tre condizioni per il trasferimento dei dati all’estero

Nella prima relazione redatta e comunicata ai sensi dell'art. 97 del Regolamento UE 2016/679 (documento del 24 giugno 2020), la Commissione (oltre al resto) indirizzava una esortazione al Comitato europeo per la protezione dei dati nel senso di chiarire “l'interazione tra le norme sui trasferimenti internazionali di dati (capo V) e l'ambito di applicazione territoriale (articolo 3) del regolamento generale sulla protezione dei dati”. A distanza di oltre un anno, lo scorso 18 novembre il Board ha pubblicato sull'argomento le Linee Guida 05/2021 ed ha avviato una consultazione pubblica che si concluderà il 31 gennaio 2022.

I controlli difensivi sono ancora leciti ma solo post-sospetto e se il lavoratore ne è consapevole

I controlli difensivi sono ancora leciti ma solo post-sospetto e se il lavoratore ne è consapevole

I controlli del datore di lavoro sui propri dipendenti, regolati dall'articolo 4 dello statuto dei lavoratori, hanno subito delle profonde trasformazioni a seguito del Jobs Act, e per questo ci si è spesso chiesti se tali modifiche abbiano lasciato "in vita" i controlli difensivi. A spazzare via ogni dubbio ci ha pensato la Corte di cassazione con la sentenza n. 34092 del 12 novembre 2021.

La violazione della regola del consenso privacy in cima agli illeciti

La violazione della regola del consenso privacy in cima agli illeciti

Violazione della regola del consenso e delle altre basi giuridiche in cima alla lista degli illeciti più sanzionati. Sono, secondo la ricerca Eset, 276 le ingiunzioni irrogate dai Garanti europei per violazione della base legale del trattamento, con una raccolta media di 627 mila euro per sanzioni.

Sottrarre dati dal pc aziendale non è solo illecito civile ma anche penale

Sottrarre dati dal pc aziendale non è solo illecito civile ma anche penale

I dati contenuti nel pc aziendale in dotazione al dipendente e utilizzati per lo svolgimento dell’attività lavorativa sono patrimonio aziendale. Pertanto, il dipendente che cancelli o manipoli o trasferisca all’esterno tali dati attua una condotta disciplinarmente rilevante, commette illecito civile e penale e può essere tenuto al risarcimento dei danni. Per dimostrare la condotta illecita del dipendente, il datore di lavoro può legittimamente acquisire e produrre in giudizio i messaggi privati inviati dal lavoratore a soggetti terzi. Così ha stabilito la Cassazione nella pronuncia 33809/2021 che ha affrontato il tema anche sotto il profilo della privacy e dei controlli difensivi.

Il presidente di Federprivacy intervistato su Rai 4

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