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La casa discografica paga i danni per violazione della privacy alla signora ripresa in un video di cantante famoso mentre sta mano nella mano, in una romantica serata napoletana, con un uomo che non è suo marito. Una relazione extraconiugale diventa così di dominio pubblico, in una zona nella quale il dvd venduto anche in abbinata con la rivista Sorrisi e Canzoni Tv, era andato a ruba. Nella stessa provincia in cui abitava la signora e dove le persone sono curiose.

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“Ignorantia iuris non excusat”, solevano dire i nostri antenati, attraverso una locuzione che nel corso degli anni ha assunto molteplici sfaccettature. È vero, la presunzione che il cittadino, latamente inteso, conosca la legge applicabile è una necessità prima che una verità. Ci sono, tuttavia, circostanze in cui l’inconsapevolezza/superficialità/furbizia regna, con la correlata possibilità di celarsi dietro un cavillo per evitare il peggio. Ed è ancora e proprio il frequente uso dei social network a condurre ad una nuova, parallela e straziante verità: l’alzarsi dell’asticella della liceità di ciò che con essi viene compiuto.

Martedì, 10 Ottobre 2023 10:23

Sanzioni privacy, l'ultima parola spetta al giudice

Sulle sanzioni privacy l'ultima parola spetta al giudice. Il magistrato ha il potere di modificare, aumentandolo o diminuendolo, l'importo irrogato dal Garante della privacy. Così ha deciso la Corte di cassazione con l'ordinanza n. 27189 del 22/9/2023.

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Sanzioni milionarie privacy ai minimi termini, se non c'è pericolo di reiterazione della violazione. Le ammende previste dal Gdpr, che arrivano fino a 20 milioni di euro per le p.a., possono essere ridotte a importi bassissimi e anche azzerate: questo quando la violazione si è realizzata in circostanze del tutto peculiari e difficilmente ripetibili.

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L'esposizione in bacheca di documentazione dalla quale possa ricavarsi il nominativo dei condomini morosi è da ritenersi vietata ed espone l'autore al risarcimento dei danni per indebita diffusione dei dati personali, perché in tal modo le informazioni possono venire a conoscenza dei soggetti terzi che transitano nelle parti comuni (fornitori, parenti e amici dei condomini, ecc.). E i danni risarcibili sono anche quelli non patrimoniali, potendosi quindi ricorrere alla prova presuntiva e alla liquidazione equitativa del pregiudizio subito.

La Cassazione, con la sentenza n. 10740/2019 del 17 aprile scorso, ha accolto il ricorso proposto dal Garante per la Privacy sulla omessa informativa ai soggetti interessati per un illecito utilizzo dei dati, riguardo sim card intestate a clienti ignari.

La forte diffusione dello smart working registrata negli ultimi mesi, dovuta in gran parte all'emergenza pandemica tutt'ora in corso, rende particolarmente scottante il controllo a distanza sull'impiego da parte dei lavoratori degli strumenti e dei sistemi informatici aziendali, sulla prestazione lavorativa e sulla commissione di illeciti. L'unico modo per controllare il dipendente che lavori da casa è "in remoto", sulla base dei dati e delle informazioni che la tecnologia oggi consente.

La Corte di Cassazione veniva chiamata a valutare la legittimità della sentenza emessa dalla Corte di Appello di Trieste del 22 novembre 2017, che aveva confermato la pronuncia di primo grado del Tribunale di Gorizia, 28 aprile 2016. Entrambi i tribunali avevano dichiarato l’imputato colpevole dei reati di sostituzione di persona, utilizzo indebito di dati personali e di tentata truffa in quanto questi aveva falsificato la patente di una terza persona, per finanziare l’acquisto di un computer con il nome di questi.

Se è legittimo criticare il proprio avvocato, esagerare, tempestandolo di mail e sms, può costare una condanna per stalking. È quanto emerge da una recente sentenza della quinta sezione penale della Cassazione (n. 35022/2021) che ha confermato la condanna ex articolo 612 bis c.p. nei confronti di un uomo che aveva preso di mira la propria legale. A pesare sia lunga durata della condotta che la mole di messaggi inviati.

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Se viene prodotta in giudizio la trascrizione di una conversazione realizzata tramite chat di WhatsApp va in concreto valutata dal giudice la necessità di acquisire lo strumento che contiene i messaggi trascritti o di verificare la genuinità e provenienza degli stessi.

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Camera dei Deputati: Artificial intelligence e sostenibilità

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