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La denuncia del collega non salva il whistleblower che ha commesso il medesimo illecito

L'aver denunciato i comportamenti scorretti o illeciti dei colleghi non salva il whistleblower, che si sia macchiato delle medesime violazioni, dalle sanzioni. Lo scudo accordato al denunciante contro eventuali ritorsioni da parte del datori di lavoro, o comunque dei suoi dirigenti, non si trasforma dunque in una esimente per i comportamenti illeciti da lui autonomamente posti in essere. Lo ha chiarito la Corte di cassazione, ordinanza 9148/2023, respingendo il ricorso di una infermiera di una Azienda ospedaliera pubblica sospesa per quattro mesi per aver svolto attività retribuita non autorizzata presso una struttura privata,per circa otto anni, guadagnando poco meno di 30mila euro. A nulla giovando il fatto che ella avesse denunciato l'analogo comportamento di altri colleghi.

La Corte di cassazione ha chiuso al "pentitismo" in ambito lavorativo

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