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Visualizza articoli per tag: scuola

Verbali di esame senza dati eccessivi rispetto all'esigenza di motivazione, soprattutto a riguardo delle decisioni assunte per i candidati affetti da disturbi dell'apprendimento. È una delle precauzioni che discendono dall'applicazione del Gdpr alle prove finali. Allo stesso scopo (rispettare la riservatezza) bisogna essere particolarmente prudenti a non propalare notizie nel momento in cui si devono adottare provvedimenti di espulsione per la violazione delle regole relative allo svolgimento delle prove (ad esempio uso di apparecchi elettronici).

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Sottochiave le relazioni degli psicologi sugli incontri tenuti con le classi dopo episodi di bullismo che coinvolgono gli studenti: prevale il segreto professionale, anche se a chiedere le relazioni sono le vittime delle prepotenze.

Social network sorvegliati speciali. Anche quelli personali devono essere utilizzati con cautela. Per darsi regole certe, gli istituti scolastici sono sollecitati a scrivere protocolli interni per l'uso delle reti sociali. A mettere i social sotto la lente è il nuovo articolo 11-ter del codice di comportamento dei dipendenti pubblici, introdotto dal dpr 81/2023.

E’ tornato online il Registro Elettronico utilizzato da molte scuole italiane a seguito del ransomware che aveva colpito Axios Italia nel week end di Pasqua. A darne la notizia è la stessa società sul proprio sito web con un annuncio pubblicato la sera del 10 aprile. Nei giorni scorsi Axios aveva reso noto di esservi rivolta agli esperti informatici di Swascan e di Momit per risolvere i guai causati dal pericoloso virus progettato per criptare tutti i dati, bloccarli, e poi chiedere un riscatto per restituirne la disponibilità ai legittimi titolari.

Niente smartphone in classe, neanche per scopi didattici, se l’obiettivo può essere raggiunto con altri strumenti. Il telefonino è uno strumento pericoloso e le scuole sono responsabili in caso di danni alla privacy degli studenti derivanti dall’uso di app e servizi didattici. Queste sono le indicazioni del Garante della privacy spagnolo (AEPD).

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Niente immunità digitale per il personale scolastico. La chat privata non garantisce un salvacondotto al pubblico dipendente che commette illeciti in rete, anche se l'account aperto sul social network è individuale.

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Non c'è diritto all'anonimato sulle dichiarazioni rese nel consiglio di istituto. La scuola, infatti, non può invocare la privacy per negare la copia del verbale dell'organo collegiale, contenente in chiaro l'identità di chi ha reso una dichiarazione nel corso della riunione. Così ha deciso il Tar Veneto con la sentenza n. 324/2024 depositata il 23 febbraio 2024.

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Telecamere contro gli atti vandalici a scuola. Il Garante della privacy ne ha disciplinato l’utilizzo dal 2010: possono essere usate dal preside per scoprire chi danneggia le strutture scolastiche durante le occupazioni. L’obiettivo infatti non è identificare gli occupanti ma i vandali che danneggiano la scuola.

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Non si sanziona il docente per avere, nella relazione di fine anno, espresso valutazioni su studenti non nominati, anche se potenzialmente riconoscibili. A dare l'alt ad applicazioni eccessive e sproporzionate della privacy è il tribunale di Treviso, con sentenza 316/2024, con cui è stata annullata la sanzione della censura irrogata a un professore di un liceo.

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La foto di classe è un rito. L'attesa per l'arrivo del fotografo, la posa all'entrata della scuola, le firme dei compagni di classe sul retro, la fila alla cattedra per avere anche quelle degli insegnanti. Ai tempi di Facebook, quell'immagine, in bianco e nero o a colori, è uno dei pochi ricordi materiali legati all'esperienza vissuta tra i banchi. Una dirigente scolastica toscana, però, l'ha vietata. Sia alle elementari, sia alle medie. Motivo: tutela della privacy.

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