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Visualizza articoli per tag: accesso ai dati

I dati dell'anagrafe dei rapporti finanziari nel cassetto fiscale del contribuente. E, più in generale, garantire il diritto dei cittadini all'accesso e al controllo dei propri dati contenuti nell'anagrafe tributaria. Da ciò ne conseguirebbe, oltre una evidente funzione di compliance fiscale, anche il diritto per il cittadino-contribuente e per il suo professionista delegato, di conoscere i dati riferibili alla sua persona in assoluta parità con le amministrazioni che li detengono e li trattano.

Il diritto di accesso ai propri dati conservati da aziende e pubbliche amministrazioni costituisce il nucleo essenziale dei diritti riconosciuti dalla normativa europea ai cittadini. Si pensi ad esempio all’accesso ai referti medici, alle cartelle sanitarie oppure ai dati del traffico telefonico.  Ad ogni diritto corrisponde un obbligo. Ed in tali casi il mancato riscontro alla richiesta di accesso può comportare maxi sanzioni per le aziende.

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Grazie al fisco lei passa ai raggi X reddito e patrimonio di lui perché pende il giudizio di separazione. L'ex Equitalia (oggi Agenzia delle entrate-Riscossione) deve rilasciare i documenti richiesti sui dati presenti nell'anagrafe tributaria: denunce fiscali, dichiarazioni Iva, immobili di proprietà, locazioni a terzi e comunicazioni finanziarie. In vista della separazione la moglie può passare ai raggi X il reddito e il patrimonio dell'uomo che sta per diventare il suo ex marito.

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L'accesso ai documenti amministrativi, attese le sue rilevanti finalità di pubblico interesse, costituisce principio generale dell'attività amministrativa al fine di favorire la partecipazione e di assicurarne l'imparzialità e la trasparenza. Su queste basi il Consiglio di Stato con la sentenza 10277/2022 ha chiarito che quanto al rapporto tra "accesso difensivo" e tutela della riservatezza occorre distinguere tra: riservatezza "semplice" - categoria in cui rientra anche la tutela ai dati finanziari ed economici - in ordine alla quale l'interesse difensivo va tendenzialmente ritenuto prevalente; riservatezza "rafforzata" nell'ambito della quale vanno annoverati i dati "sensibili" e i dati "super-sensibili" rispetto ai quali l'interesse difensivo deve di volta in volta essere bilanciato secondo i criteri di necessarietà di indispensabilità e di parità di rango.

L’eterno dilemma che si pone l’amministratore di condominio: la richiesta del condòmino di visionare questo o quel documento può essere accontentata o si viola la riservatezza? Si rientra nell’esame sul “bilanciamento degli interessi” che per essere gestito necessita di una valutazione che non può prescindere dall’esame della norma ma anche dai principi di minimizzazione e di accountability.

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Non è un caso se nel giro di pochi mesi alcune delle principali istituzioni, europee e nazionali, hanno avuto l'occasione di occuparsi del diritto di accesso dell'interessato ai dati personali. In particolare, ma non solo, mi riferisco alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea (sentenza 12 gennaio 2023, causa C-154/21) alla Corte di Cassazione (sent. 24 febbraio 2023, n. 9313) e l'European Data Protection Board, ( Linee guida 1/2022 adottate il 28 marzo 2023).

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La Legge n. 4/2004 prevede l’obbligo di assicurare la cosiddetta accessibilità ossia "la capacità dei sistemi informatici ivi inclusi i siti web e le applicazioni mobili … di erogare servizi e fornire informazioni fruibili, senza discriminazioni, anche da parte di coloro che a causa di disabilita' necessitano di tecnologie assistive o configurazioni particolari”.

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In seguito al decesso di un signore decisamente abbiente si apriva la successione testamentaria dalla quale risultava istituita quale erede la figlia di primo letto mentre la parte disponibile veniva attribuita alla moglie di seconde nozze. Successivamente la figlia veniva a conoscenza dell'esistenza di diverse polizze vita sottoscritte dal de cuius in favore di terzi beneficiari, e di altre ancora intestate a terzi, stimando il valore complessivo di tali investimenti in circa sei milioni di euro.

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Piena trasparenza sui dati personali raccolti che a richiesta dell'interessato devono essere esibiti nella forma più completa, senza però che la semplice violazione del GDPR comporti da sola necessariamente il diritto al risarcimento del danno. Con due rispettive decisioni della Corte di Giustizia europea  arrivano i chiarimenti su importanti temi in materia di privacy.

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