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Data breach, aumento del 66% nei paesi europei

Nell’ultimo anno le notifiche di violazioni dei dati personali richieste dal Gdpr sono aumentate del 66% nei principali paesi dello Spazio Economico Europeo. Ad evidenziarlo, è un’analisi di Linklaters.

Sono in aumento i data breach nell'Unione Europea

L'unico paese a registrare un calo delle notifiche per data breach è stato il Regno Unito, che è sceso a 11.499 notifiche con una diminuizione quindi del 17% rispetto al primo anno di piena applicazione del Gdpr. Come afferma lo studio, il motivo della diminuzione si spiega in parte perché tra maggio 2018 e maggio 2019 le organizzazioni inglesi avevano comunicato le violazioni in modo eccessivo.

L'aumento delle violazioni dei dati nella maggior parte dei casi ha comportato la perdita di riservatezza sui dati e l'accesso di terze parti non autorizzate, sia attraverso atti dannosi di hacker attraverso campagne di phishing o per l’invio di documenti via email a destinatari errati, sia per furto o la perdita di dispositivi mobili e laptop non adeguatamente protetti.

L'analisi ha riguardato dati provenienti da sette paesi europei, tra cui Belgio, Francia, Germania, Italia, Polonia, Spagna e Regno Unito. In Francia, le notifiche sono quasi raddoppiate arrivando a quota 2.287, mentre in Spagna le notifiche sono state 1.609, con un aumento di oltre il 50%. Come osserva Linklaters, l'aumento delle notifiche in Francia e Spagna è dovuto al fatto che le aziende sono ora più consapevoli dei loro obblighi ai sensi del Gdpr.

Anche il numero di multe pubblicate nell'ultimo anno sotto il Gdpr è stato disomogeneo in tutto il continente. L'autorità britannica per la protezione dei dati (ICO) ha riportato solo una sanzione, mentre sono state 112 quelle imposte dal garante spagnolo. Inoltre, secondo la relazione dello studio, il garante inglese ha anche in cantiere sanzioni per 314 milioni di euro.

Una ricerca pubblicata da DLA Piper a gennaio 2020 aveva rilevato che le multe per violazioni del Gdpr a seguito di data breach ammontavano allora a 114 milioni di euro, con Francia, Germania e Austria che avevano imposto le multe più elevate.

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